Qualche settimana fa, osservando il numero considerevole di scie lasciate dagli aerei che sorvolano le Dolomiti, non solo mi son chiesto se le montagne possono sopportare a lungo le forti vibrazioni che si determinano con sempre maggiore intensità al loro passaggio (dalle mie parti infatti alcuni monti ogni anno si sgretolano provocando frane a non finire nei pressi di Cortina d’Ampezzo, San Vito di Cadore e posti limitrofi), ma mi sono chiesto anche quale poteva essere l’indice di inquinamento provocato da detti aerei, scoprendo poi che essi, insieme con le navi, inquinano molto di più rispetto a tutte le macchine di superficie che circolano al mondo, notizia che mi ha letteralmente allibito. Questo per dire che oggi, in assenza o quasi di voli aerei e viaggi marittimi, il cielo sopra la mia realtà geografica, sembra costituire un esempio di tale nitidezza e colore tanto da non ricordare un quadro simile da oltre mezzo secolo a questa parte. Come dire: il coronavirus ci ha insegnato come fare per pulire l’aria, almeno in parte, senza bisogno di meeting a livello mondiale, di sermoni da parte dei soliti soloni in questa materia, realtà tutte che spesso finiscono per ingarbugliare le tematiche, tra l’altro, offrendo spunti diversi alla politica, a seconda dell’interesse di questo o quell’altro stato. (Cina ed USA docent !)
La scorsa settimana ho ricevuto dai miei parenti delle foto che ritraevano il Canal Grande ed alcuni canali limitrofi: mai visto un’acqua tanto trasparente in tantissimi anni (di solito infatti a causa del continuo via vai di motoscafi e barche a motore essa assume il color grigio-marrone), realtà questa che ha permesso ad anatre ed oche di…navigare per conto loro, ovviamente senza motore…, ma anche di purificare i canali fino a chiamare finalmente acqua e non fango liquido… ciò che scorre in essi.
Altro aspetto conseguente al Coronavirus: dalle statistiche fornite dalle istituzioni ad hoc sembra che anche i malfattori, i ladri ed altre persone abituate per… professione a delinquere, abbiano cambiato mestiere o, quanto meno, si siano messe in quarantena pure loro…speriamo lunga, anzi lunghissima…
La gente, quando la incroci a distanza…regolamentare, cerca di sgattaiolare e, al massimo, se proprio non puo’ farne a meno, ti saluta muovendo le ciglia, al di sotto delle quali, la mascherina fa la sua parte..
Ma parliamo anche degli animali. In questo periodo essi sembrano aver capito qualcosa di anomalo rispetto a poche settimane fa: non sento più ragliare un asino accudito da un amico nei pressi di casa mia, amico che ama la campagna ed annessi e connessi; anche i cani hanno ridimensionato il loro abbaiare tanto da apparire svogliati e…pensierosi, mentre le galline – non è una mia sensazione – sembra che non vogliano più cantare neanche dopo aver fatto l’uovo..
So per certo che anche il mondo animale, ma anche le piante di casa e non, come mi ha detto un amico botanico qualche tempo fa, risentono di qualsiasi cambiamento per cui non resta che dire, dopo aver osservato questi aspetti, che è il nostro comportamento che implementerà progressivamente il lavoro di infettivologi, virologi, ma anche di psichiatri fra non molto…, quando invece sarebbe molto più semplice rispettare la natura e la fisiologia umana.
Ma oggi , per alcuni, tutto ciò non solo assume un significano retorico a basso prezzo, ma viene anche considerato, senza pudore dialettico, un modo di pensare in capo a…scarti della società, come ha detto ieri anche il Papa.
Grazie Coronavirus, si fa per dire ovviamente…
Arnaldo De Porti
(Belluno-Feltre)
