Il nuovo Impero Ottomano di Erdogan Mire espansionistiche turche

di Fabio Sortino

C’è un protagonista sempre più aggressivo nel Mediterraneo.
È la Turchia di Recep Tayyp Erdogan o sarebbe meglio dire del nuovo Impero Ottomano che tende ad espandersi in Medio Oriente, lascia entrare i profughi siriani in Grecia dove vengono massacrati al confine con l’Europa che sta a guardare dopo avere promesso alla Turchia 6 miliardi per accogliere i profughi siriani. Siccome di miliardi ne sono arrivati quasi tre ora Erdogan lascia passare i siriani a Lesbo dove i greci respingono e sparano esasperati dalla loro drammatica situazione economica e spinti dal Partito nazista Alba Dorata. Ma è in tutta l’aria orientale del Mediterraneo che questa sorta di impero si sta espandendo, con continue azioni militari, soprattutto se non ci sarà il controllo della Russia o degli Stati Uniti dato che l’Europa è così incerta e miope che fino a qualche anno si pensava addirittura di far entrare questo Stato bellicoso e assolutamente contrario ad ogni forma di democrazia e di libertà d’espressione, si pensava dicevamo di farlo entrare nell’Unione europea. Che non ci fosse alcuna libertà in Turchia lo dimostra il fallito golpe di Fetullah Ghulen che ha provocato delle vere e proprie purghe, soprattutto per i giornalisti molto dei quali sono stati rinchiusi in prigione solo perché contrari a Erdogan. Ma la Russia non vuole rinunciare ai suoi proficui scambi commerciali con la Turchia e quindi preferisce fare massacrare i profughi siriani dai greci con la complicità della Turchia, che intanto non rinuncia alla sua egemonia in Siria. Ma nelle more espansionistiche di Erdogan c’è soprattutto la Libia, dove mentre gli stati europei si perdono in discussioni inconcludenti Erdogan ha mandato anche il suo esercito mentre l’Unione europea cercava inutilmente di mettere d’accordo Haftar e Al Serray non prendendo posizione mentre nessuno interviene sui campi di detenzione dove i migranti sono trattati in condizioni disumane. Ma il Sultano vuole espandersi in altre zone dell’Africa, soprattutto islamiche, come la Somalia a cui i turchi sono interessati per il petrolio, come d’altra in Libia e in Senegal come pure nel Golfo di Aden dove vi sono interessi europei e anche degli Stati Uniti, della Russia e della Cina. Intanto continua il massacro di Idlib in Siria da parte della Turchia contro l’Iran con la Russia adesso interviene con raid aerei mentre Erdogan si reca a Mosca per accordi diplomatici . Ma è l’Africa il punto nevralgico della strategia di questo impero neo Ottomano sotto il collante dell’Islam e con il vero obiettivo del petrolio. Gambia, Senegal, Sudan, ma è un po’ in tutta l’Africa che la Turchia vuole contrapporsi al mondo arabo. Ma tornando al versante siriano la Turchia ha violato i patti con l’Unione europea facendo entrare in Grecia i profughi usandoli come arma di ricatto per ottenere altri vantaggi economici e geopolitici. Per far questo Erdogan deve mantenere buoni rapporti con la Russia perché corre il rischio di rimanere isolato. Il Sultano Erdogan ha puntato, una volta arrivato al potere all’Islamizzazione della Turchia. È stato protagonista della durissima repressione di piazza Taskim che ha portato a migliaia di morti. Nel 2016 ha represso nel sangue il tentato golpe di Fetullah Golhlen abolendo di fatto la libertà di stampa. Ha poi iniziato una serie di conflitti e di accordi in Africa e Medio Oriente dimenticando di essere membro della Nato e vagheggiando il ritorno al nuovo Impero Ottomano. Il 2019 ha visto però la crisi economica della Turchia e nonostante questo la fragilità dell’Europa rende Erdogan con il suo espansionismo una pericolosa mina vagante nel già martoriato Mediterraneo.

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