La neuropsichiatra infantile Mariolina Ceriotti Migliarese, in un articolo su Avvenire del 25 giugno, ha definito “orfani” i figli delle coppie omosessuali, Speriamo che qualche bulletto a scuola non faccia altrettanto con i compagni figli di omosessuali. Sarebbe una cosa antipatica, anche perché è un’affermazione priva di senso. La Ceriotti Migliarese ha scritto “Che differenza c’è, dunque, tra l’essere cresciuti da due donne perché il padre è scomparso, ed essere cresciuti da due donne che hanno scelto di mettere al mondo un figlio senza il padre? Malgrado le apparenze, la differenza c’è ed è molto importante: solo nel secondo caso, infatti, gli adulti decidono consapevolmente che il bambino nasca orfano di padre. Orfano è una parola che significa privo di un genitore”. Ora, la dottoressa sembra ignorare che non si può privare qualcuno di qualcosa che non può assolutamente avere. Faccio un paio di esempi per spiegare quando ha senso parlare di privazione. Una ragazza incinta sa bene chi è il padre del bambino che porta in grembo, sa anche che se l’uomo venisse a sapere d’essere padre, la sposerebbe. Ma lei decide di non dirgli nulla. Decide di vivere sola in un’altra città col bambino che nascerà. In questo caso ha senso affermare che la madre priva il bambino del padre, ha senso affermare che nega al bambino la possibilità di crescere col padre. Altro esempio. Una coppia vive in America. Aspettano un bambino che ha la possibilità di nascere e vivere in America. Alla coppia non piace l’America. Decidono di andare a vivere in Cina. Al bambino, che sarebbe potuto nascere e crescere in America, viene negata questa possibilità. Anche in questo caso ha senso affermare che il bambino è stato privato di qualcosa. Ovviamente a prescindere se sia un vantaggio vivere in America anziché in Cina. Non ha senso, invece, qualora non ci siano alternative. I bambini delle coppie omosessuali non hanno la possibilità di crescere con un padre e una madre. Quindi non si può affermare che vengono privati di qualcosa, resi orfani. Ci sono solo due possibilità: farli crescere con due mamme o due papà, oppure non concepirli. Bisognerebbe chiedere a loro: sareste contenti di non essere mai nati? Oppure al Signore: saresti contento non fossero mai nati?
Renato Pierri