Comprendo le preoccupazioni del Capo dello Stato ed anche la sua chiarezza istituzionale di fronte all’atteggiamento da adottare a seguito della recente sentenza della Cassazione, che tiene occupati tutti i mass-media nazionali ed internazionali.
Premesso che, nel caso di specie, non si potrà mai far cenno all’amnistia che estinguerebbe il reato, né all’ indulto che estinguerebbe la pena, ma si dovrà affrontare solo lo strumento della grazia (realtà che suonerebbe però per il condannato come ammissione dei propri reati e quindi presa d’atto della condanna), io non vorrei che di fronte a tante, troppe elucubrazioni giuridiche in continuo evolversi, da parte dei vari Coppi, dei Ghedini ed, ultimamente, anche dei Nitto Palma, (ex magistrato Pdl passato in politica), si perdesse di vista il fatto che la legge è uguale per tutti e che, magari per altri 20 anni, si continuasse a parlare del signor B. nella sua veste di condannato, innalzandolo agli altari come martire di una mala-giustizia.
In questo caso, saremmo tutti matti, stante il fatto che dimostreremmo di apprezzare di più la connivenza con la delinquenza rispetto alla giustizia, opponendoci alla rinascita di un minimo di concordia sociale dopo 20 anni di illegalità diffusa, sviluppata dal berlusconismo, attraverso soggetti politici che, ora come ora “parlano più piano…”, ma sempre in maniera irricevibile !
Proprio ora leggo un commento ironico-sarcastico ad un mio articolo. Eccolo, papale papale :
“Semmai siamo noi Italiani che abbiamo bisogno della grazia da parte del Presidente della Repubblica dopo essere stati condannati, come ostaggio, da una ventennale politica delinquenziale”
Chissà che Napolitano ci conceda davvero questa grazia. Il problema sarà, ma questa è una boutade in chiusura, il come presentarla, visto che deve essere presentata dal diretto interessato, e….60 milioni di richieste da parte degli Italiani, intaserebbero le poste italiane ed anche il Quirinale.
ARNALDO DE PORTI
