Arrivano gli sgravi a chi assume i licenziati “causa crisi” e li riqualifica. Fino a 190 euro al mese per un anno

Se il datore garantisce la formazione, benefici contributivi anche sui contratti a tempo determinato, part time o a scopo di somministrazione

Primi timidi tentativi per rilanciare l’occupazione che vale la pena segnalare alle imprese e ai lavoratori. Arrivano, infatti, con il decreto direttoriale 264/13 del ministero del lavoro gli sgravi contributivi per chi riassume i lavoratori esclusi dal ciclo produttivo nell’anno precedente garantendo loro la formazione professionale. A sostegno del provvedimento sono stanziati 20 milioni di euro che gravano sul Fondo di rotazione per la formazione professionale e per l'accesso al Fondo sociale europeo.

Per ciò che concerne le misure adottate, in particolare, Giovanni D’Agata, presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, segnala il beneficio concesso ai datori di lavoro privati che nel corso del 2013 assumono lavoratori licenziati, nei dodici mesi precedenti, da imprese che occupano anche meno di quindici dipendenti per giustificato motivo oggettivo connesso a riduzione, trasformazione o cessazione di attività o di lavoro. L’incentivo riguarda i contratti a tempo determinato o indeterminato, anche part time o a scopo di somministrazione a condizione che l’impresa garantisca interventi di formazione professionale sul posto di lavoro a favore del lavoratore assunto anche mediante il ricorso alle risorse destinate alla formazione continua di competenza regionale.

Il bonus in questione ammonta a 190 euro mensili per dodici mesi per i lavoratori assunti a tempo indeterminato e a 190 euro mensili per sei mesi per i lavoratori assunti a tempo determinato.

Nel caso di lavoro a tempo parziale il beneficio mensile è moltiplicato per il rapporto tra l’orario di lavoro previsto e quello normale.

Anche i lavoratori soci di cooperative che stabiliscono con la propria adesione o successivamente all'instaurazione del rapporto associativo un ulteriore e distinto rapporto di lavoro, in forma subordinata, hanno diritto agli incentivi. Non rientrano, invece tra i beneficiari i lavoratori del settore domestico

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