Le nostre nuove terrificanti tecnologie vanno mano nella mano con lenuove informazioni sui processi psicologici. E qualche volta latecnologia porta a risultati imprevedibili. Ho letto di recente unresoconto su come i soldati destinati a combattere in prima lineavengano desensibilizzati esponendoli a bella posta alla brutalità,così che perdono la capacità di vedere come esseri umani le personeche dovranno attaccare o interrogare. Si tratta di un processocontrollato e perfezionato durante il quale gli allenatori sanno benecosa stanno facendo e come procedere passo passo, un po’ alla volta,fino a che le loro reclute riusciranno a torturare o a uccidere senzaprovare emozioni di sorta…Ma quello che più mi colpisce è proprio latecnologia – e per essere precisi, la televisione e il cinema – chesta facendo esattamente la stessa cosa: ci sta esponendo a ogni tipodi violenza in modo da farci perdere la sensibilità. Perdiamo lanostra capacità di sentire quasi senza rendercene conto… Siamodiventati insensibili. A forza di guardare per giorni e giorni, pernotti e notti, per anni e anni, tutti gli orrori di tutto il mondo,siamo stati desensibilizzati proprio come quei soldati sono statideliberatamente brutalizzati. Nessuno ha deciso di brutalizzarci, direnderci duri, ma è proprio questo che è successo, e lo siamo ognigiorno di più” (Doris Lessing, Le prigioni che abbiamo dentro, minimumfax 2007, pagg. 51 – 52). In quest’inconsapevole desensibilizzazionela televisione italiana è maestra. Basti pensare alle infintetrasmissioni di Bruno Vespa con i suoi plastici, e strumenti di mortefra le mani, basti pensare a certe inutili ricostruzioni dettagliatedi efferati delitti, trasmesse da Federica Sciarelli. Ricordo quellasu Elisa Claps. La simulazione faceva vedere una ragazza (solo ilcorpo) che fuggiva disperatamente; un uomo (solo il corpo) chel'aggrediva alle spalle, lo stomaco scoperto della vittima, e uncoltello e il sangue…mentre la voce che commentava si chiedeva: “Maquando l'aggressore le ha tagliato la ciocca di capelli, Elisa Clapsera morta o ancora agonizzante?”. Ma c’è una trasmissione che faspietata concorrenza a tutte le altre. E’ destinata a desensibilizzaregli uomini, e renderli incapaci di vedere come esseri umani le donne.E finalmente, affinché lo spettacolo della ricostruzione minuziosa dimaltrattamenti, torture ed uccisioni di donne, possa essere goduto daun maggior numero di persone, la trasmissione andrà in onda in primaserata su Rai3. Anche il titolo, “Amore criminale”, serve adesensibilizzare, a confondere le menti. La conduttrice oggi è LuisaRanieri. E’ pacifico che chi desensibilizza, è a sua voltadesensibilizzato.
Renato Pierri