fantasia lacrimosa di Costanza Miriano su Avvenire

“Quando la bugia da far passare è molto grossa è bene attrezzarsisubito, sin dalla scelta del nome. E così si chiama dipartimentoall’educazione la struttura che ha deciso di distribuire gratuitamentenelle scuole superiori di New York la pillola del giorno dopo alleragazze che ne facciano richiesta. Poi non ci sarà neanche più bisognodel consenso dei genitori, se hanno preventivamente aderito alprogramma di contraccezione preventiva, e qui è la bugia più grossa ditutte. La pillola del giorno dopo, poiché appunto si prende il giornodopo (anzi, entro 72 ore), non è affatto preventiva, e può o ritardarel’ovulazione, oppure, se il concepimento è avvenuto, impedirel’impianto di una nuova vita che già è cominciata, e quindi si trattadi un vero e proprio aborto in piena regola. C’è di mezzo insomma lavita di un bambino che viene interrotta”. Comincia così, vale a dire con grosse bugie, l’articolo di CostanzaMiriano, su Avvenire del 27 settembre. Per rendersi conto delle grossebugie, basta leggere la seguente notizia: “La pillola del giorno doponon è un farmaco abortivo. E' uno dei punti chiave del documentocongiunto messo a punto dalla Società italiana della contraccezione(Sic) e dalla Società medica italiana per la contraccezione (Smic) erivolto ai medici proprio per fare chiarezza sulla contraccezione diemergenza. Cominciando dal meccanismo d'azione della pillola delgiorno dopo. “E' ampiamente dimostrato che il levonorgestrel (Lng), lamolecola contenuta nel farmaco presente in Italia, quandosomministrato in fase preovulatoria, interferisce con il processoovulatorio, per inibizione o disfunzione dello stesso, e previenequindi la fertilizzazione. Inoltre – precisa il documento – è statoevidenziato che nelle donne che assumono Lng quando i parametriclinici, ecografici e ormonali sono diagnostici di ovulazione giàavvenuta, il farmaco non ha alcun effetto. E' evidente quindi che Lngnon interferisce con l’impianto dell’embrione, una volta avvenuta lafertilizzazione; cioè, non causa aborto, né è in grado di danneggiareuna gravidanza in atto” (Adnkronos, 7 giugno 2011). L’autrice, siccome ha molta fantasia (come poteva altrimenti scrivereun libro dal titolo “Sposati e sii sottomessa?”), termina cosìl’articolo: “Queste ragazze poi, dopo avere preso il farmaco cherisolve il problema, potranno anche uscire a cuor leggero a prendereuna centrifuga di carote eque e solidali, ma chissà se un giorno,quando finiranno per tirare le somme della propria vita, quandofiniranno per rimpiangere un figlio che non è venuto, o guarderannonegli occhi il loro bambino pensando che forse hanno ucciso il suofratellino, chissà che non trovino da ridire su questo programmaeducativo che è stato offerto con tanta leggerezza dalla scuola che ledoveva aiutare a crescere”. Viene da piangere! E siccome anch’io ho un po’ di fantasia, penso atutti quei bambini, magari belli biondi occhi azzurri, ai quali non èstata interrotta la vita, ma addirittura non è stato neppure concessodi riceverla (dal buon Dio) ancor prima d’essere concepiti, quando glisposi, dietro consiglio della Chiesa, si astengono dall’amplesso alfine di non non procreare ( Art. 2370 del Catechismo della Chiesacattolica ). Chissà se un giorno questi sposi, “quando finiranno pertirare le somme della propria vita, quando finiranno per rimpiangereun figlio che non è venuto… “. Non posso andare avanti. Mi vieneancora da piangere.

Renato Pierri

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