Febbre del Nilo occidentale: nuovo caso umano in Italia

Il centro europeo per la prevenzione delle malattie e controllo (ECDC)ha segnalato ulteriori casi umani di febbre del Nilo occidentale nellaUE. I laboratori hanno confermato che in un certo numero di paesieuropei sono stati evidenziati casi di infezione da WNV inparticolare la scorsa settimana sono stati segnalati sette nuovi casiin Grecia dall’ Hellenic Centre for Disease Control and Prevention(KEELPNO). Altri sei nuovi casi sono stati evidenziati nella regioneAttica e uno è stato confermato in Evvoia, che è una nuova zonainteressata. Anche per l’Italia il Ministero della salute ha riferitoche il primo caso di febbre del Nilo occidentale per il 2012, è statodiagnosticato in Sardegna ad Oristano, una zona colpita anche l'annoscorso. L’allerta che ne è scaturita riflette la maggiore consapevolezza tragli operatori sanitari ed i laboratori sulla maggiore resistenza delvirus favorita dalle condizioni meteorologiche propizie causate daprecipitazioni e temperature elevate di questi giorni che hannoportato ad un notevole aumento della presenza di specie di zanzare deltipo Aedes e Culex nel bacino del Mediterraneo ed oltre. Tale primo campanello d’allarme avrebbe incoraggiato gli Stati membria implementare misure adatte al fine di ridurre al minimo l'impatto diun potenziale focolaio WNV nei paesi a rischio. La cosiddetta febbre del Nilo occidentale è una malattia trasmissibiledagli animali all'uomo, provocata dal West Nile virus (Wnv). I suoiserbatoi sono soprattutto gli uccelli e le zanzare, le cui punturesono il principale mezzo di trasmissione. La malattia è comparsa perla prima volta in Italia a nel 2011 ed è stata segnalata con numerosifocolai negli equidi e sintomatologia clinica negli uccelli. A taleproposito Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”evidenzia che tra le categorie più a rischio vi sono persone di etàsuperiore ai 50 e gli immunodepressi (ad esempio, i pazientisottoposti a trapianto). Tenendo conto, quindi, che l'80% degliinfettati con WNV sono asintomatici e meno di 1% presenta sintomigravi come meningite o encefalite, gli operatori della sanitàdovrebbero adottare strategie preventive per evitare la possibilità diepidemie durante i periodi più a rischio. A causa dell’indisponibilitàdi un vaccino contro l'infezione umana WNV, la prevenzione clinicasvolge un ruolo fondamentale nel ridurre la possibilità di esiti gravidella malattia. la popolazione, soprattutto nelle zone colpite,dovrebbe essere informata circa le caratteristiche tipiche dellamalattia ed agire attraverso strategie di controllo già a partiredall'ambiente domestico.

Lecce, 27 luglio 2012

Giovanni D’AGATA

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