Per abitudine, anche se non è più necessario giacché sono in pensione, mi alzo presto la mattina, suppergiù alle sette e mezza, e per prima cosa apro la finestra, e vi metto vicino una sedia sulla quale pongo lenzuola e coperte del letto, affinché si rinfreschino all'aria. Alle dieci, prima di uscire per la solita passeggiata, rifaccio il letto e chiudo la finestra. Da un po' di tempo, però, assieme all'aria fresca arriva anche l'aria dell'appartamento della nuova inquilina del piano di sotto. Odore di buon latte caldo, di caffè bollente? Macché latte, macché caffè! Profumi intensi di soffrittini d'aglio e cipolla, di carne rosolata, di sughetti al pomodoro, quando va bene. La signora del piano di sotto, infatti, a quell'ora, alle sette e mezzo di mattina, alle volte cuoce cavolfiori! La signora del piano di sotto, la mattina presto, prepara il pranzo per lei e il marito, così quando rientrano di volata dal lavoro, lo trovano bell'e pronto. Posso mai dirle, quando la incontro, signora mia, gli odori buoni, buonissimi della sua cucina, la mattina presto avvolgono le mie candide lenzuola, invadono la stanza e se ho l'inavvertenza di lasciare la porta aperta si spandono per tutta la casa? E se si offende? E poi è così gentile la signora del piano di sotto! Così ho deciso di cambiare abitudine: la finestra l'apro alle dieci, prima di uscire, e il letto lo rifaccio quando rientro dalla passeggiata. Posso mai pretendere che alla pausa pranzo i signori gentili del piano di sotto vadano a mangiare alla tavola calda?
Renato Pierri
Roma