Costi della politica, serve la scure non la forbice

La mia intervista su Repubblica.

Napolitano dà il buon esempio. Fini e Schifani invece?
Intanto mi rammarico che il Parlamento abbia bocciato la nostra proposta di sopprimere le Province. Quanto ai bilanci del Parlamento, abbiamo esaminato quelli di Camera e Senato e ci paiono insufficienti, contraddittori e anche un po’ meschini. È tempo di scure, non più soltanto di forbici.

E cosa contrapporrete?
Abbiamo presentato una serie di emendamenti qualificanti sia per ridurre i costi di gestione delle due istituzioni, sia ancor più per eliminarne gli evidenti sprechi. Anche se siamo stati preavvertiti che diversi di essi saranno respinti con motivazioni formali tra le più varie, tra cui la presunta necessità di assicurare prestigio alle istituzioni. In realtà, si vogliono mantenere privilegi e prebende, immorali e antistoriche, rispetto alla crisi economica che coinvolge milioni di persone.

Il passo del Colle è stato inutile?
Temo proprio di sì, purtroppo, in quanto molti parlamentari non intendono rinunciare ai vantaggi acquisiti. Il vitalizio, per esempio. L’IdV vuole depennarlo, sia per il futuro che per il passato. Così com’è necessario sopprimere una serie infinita di benefit che nulla hanno a che fare con la funzione parlamentare, ma servono solo per utilizzare a sbafo e a scrocco servizi, forniture, emolumenti personali.

Ci fa tre esempi di quello che Camera e Senato potrebbero fare per dare alla gente un segnale di rigore?
Dimezzare i rimborsi elettorali. Eliminare i benefit di cui godono tutti gli ex parlamentari. Ridimensionare quelli dei parlamentari in carica. Perché una cosa è il rimborso di un viaggio aereo per un incarico istituzionale, altro è il volo gratis per andare al mare.

Napolitano ha rinunciato all’aumento dell’indennità. Onorevoli e senatori potrebbero fare lo stesso?
È il minimo che dovremmo fare, sia per le indennità sia per le pensioni. Abbiamo presentato emendamenti ad hoc. Staremo a vedere.

Quelli del Pdl, per esempio Osvaldo Napoli, sostengono che i tagli sono già stati fatti. Li vede?
Sono risibili e non toccano i benefici che vanno direttamente nelle tasche dei parlamentari, ma riguardano semmai gli uffici.

Ma non è che, alla fine, a pagare è solo il personale?
Anche questo avviene, ma – ripeto – tutta la struttura di gestione di queste istituzioni, e non solo di queste, risente di spese elefantiache ben dimezzabili. Un esempio: ci sono troppe auto blu in giro, e troppi che le usano indebitamente.

I sindaci tagliano i bilanci. Ma non è che alla fine, con le tasse, i costi ricadono comunque sui cittadini?
Sono sempre e comunque loro che pagano. Tagliando senza specificare i capitoli, si rischia di sopprimere anche i fondi per i servizi essenziali. Io sopprimerei le rappresentanze delle Regioni all’estero, che duplicano ambasciate e consolati. Ed eliminerei i consiglieri di amministrazione delle società partecipate dagli enti territoriali lasciandovi solo l’amministratore unico. Vi sono ben 25mila consiglieri, per lo più ‘trombati’ della politica, per fare un lavoro per cui basta un amministratore unico.

Postato da Antonio Di Pietro

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