On. Antonio Razzi (IR). Ristorazione italiana nel mondo: troppi galli a cantare è meglio fare chiarezza. La targa di “OTTIMO” è l’unico riconoscimento attualmente in vigore

Roma, 18 luglio 2011. Dalle ultime notizie stampa risulta che il decreto sulla targa di “OTTIMO RISTORANTE ITALIANO” del ministro Galan fatto proprio da Saverio Romano a questi subentrato a firma mia, voglia essere sopraffatto da iniziative parallele che non hanno alcun vigore . Mi riferisco alla iniziativa di un progetto di legge denominato “Disposizioni in materia di tutela e promozione della ristorazione italiana nel mondo” a firma del senatore Fantetti e dell’on. Picchi.

E’ a questo punto necessario fare delle puntualizzazioni affinché i ristoratori italiani nel mondo non siano confusi da manovre propagandistiche e demagogiche utili solo a fini elettoralistici. Fermo restando la libertà di ciascun parlamentare di presentare qualsivoglia progetto di legge, correttezza imporrebbe trasparenza ed onestà nel messaggio per non confondere né lusingare le organizzazioni che fanno capo alla ristorazione italiana nel mondo. Questa è stata la motivazione principe per porre rimedio in un comparto che contraddistingue l’italianità all’estero dove troppi partecipanti si arrogano aggettivi di qualità che non meritano. La portata demagogica del comunicato stampa a firma Fantetti-Picchi è assai evidente. In primo luogo perché un progetto di legge resta tale per anni ed anni addirittura potrebbe non essere mai calendarizzato in aula per passare al vaglio del voto. In secondo luogo perché va a sovrapporsi ad un decreto che non propone chiacchiere ma fatti concreti ed efficacia immediata. I ristoratori italiani nel mondo devono sapere che qualsiasi riconoscimento, diploma, medaglia, attestato che riceveranno non sarà mai a titolo della targa di “OTTIMO” rilasciati dai ministeri dell’Agricoltura, Turismo ed Esteri che è il solo provvedimento allo stato, valido e già in vigore per vedersi attestare l’italianità della loro offerta.

Spiace fare questo tipo di sottolineatura che non ho mancato, peraltro di fare presente in quel di Berlino al workshop sul tema della “promozione e tutela della ristorazione italiana all’estero”. Ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. I mille ristoratori che ambiscono al marchio “Ospitalità italiana” che viene reclamizzato dal duo Fantetti-Picchi, devono sapere che, stanti alle leggi vigenti l’assunto promesso è lontano mille miglia dalla esecutività del decreto da me proposto e da due ministri avallato.

Già nel settore della ristorazione all’estero vi sono confusioni e pasticci organizzativi, non occorre inoculare altre informazioni che pilotano al consenso piuttosto che chiarire i fatti.

Si sa che il voto dei ristoratori italiani all’estero si fa sentire. Si sa anche che da questi i candidati all’estero attingono gran parte dei consensi per essere eletti in parlamento o in senato, ma è doveroso non perdere di vista lo scopo principe e cioè quello di fare chiarezza ed ordine. Il fascio unico che si tenta di fare di tutti ristoratori italiani all’estero danneggia quanti lavorano e si prodigano per offrire un prodotto che sia veramente di qualità e che vada oltre le medaglie appiccate loro al petto senza il vaglio di atti validi ed efficaci scaturiti da procedimenti legislativi in vigore. D’altra parte stupisce, non più di tanto, di come sia stato ignorato artatamente e fatto passare sotto silenzio del tutto il decreto della targa “OTTIMO” da me fatto approvare parlando di fatti di là da venire ed impossibili da realizzare per i tempi biblici dell’iter legislativo di un progetto di legge. Parimenti, la presenza di un senatore e di un deputato all’estero che garantiscono solo una eventualità non ancora attuata, semmai attuabile, fanno impressione presso le organizzazioni dei ristoratori ingenerando in loro delle aspettative che non ancora trovano il riscontro nei fatti. In più essi, colpiti da comunicati congiunti sottoscritti in carta intestata con i simboli di Camera e Senato, vengono ammaliati più che mai perché finiscono per conferire loro i crismi di una solennità e di una efficacia che non hanno.

La verità è che l’organismo per l’istruzione delle pratiche inerenti il conferimento della targa è al lavoro. A giorni sarà composto un Comitato ristretto con gli organi preposti e competenti per predisporre tutto quanto necessario al lavoro che sarà coscienzioso e capillare per la lotta alla contraffazione causa di danni irreparabili alla nostra immagine culinaria nel mondo.

Faranno bene, dunque, i ristoratori italiani all’estero a non lasciarsi incantare da cori di sirene che promettono che forse un giorno, chi sa quando, verrà approvata una legge. Si occupino piuttosto di allinearsi per ottenere la targa di “OTTIMO” concessa da tre ministeri all’unisono. Questo è il solo vero ed utile riconoscimento messo a disposizione dal governo cui essi potranno aspirare per definirsi “OTTIMO RISTORANTE ITALIANO”.

On. Antonio Razzi
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00186 Roma
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