Un "killer" chiamato processo breve

“Il giorno in cui passerà la legge sul processo breve – e potrebbe essere il prossimo mercoledì – sarà un lutto cittadino, per noi aquilani e per tutti quei genitori che da tutta Italia avevano mandato i loro figlio a studiare a L’Aquila, non a morirvi”. Con queste parole, pregne di dolore e di rabbia, Antonietta Centofanti, zia di Davide, uno dei ragazzi morti a causa del terremoto che ha devastato L’Aquila, il 6 aprile del 2009, ha scritto una lettera ai deputati, a nome del Comitato Familiari Vittime Casa dello Studente, dell'Associazione Vittime Universitarie Sisma e dei Familiari Vittime del Convitto Nazionale. “Chiediamo a tutti i parlamentari di riflettere, prima di votare una norma indecente che priverà della giustizia i morti e i vivi”, continua la donna che aspetta, come tutti gli altri familiari, di aver giustizia per tutti i morti sotto le macerie.

“Nella notte del 6 aprile 2009 – si legge – il sisma che ha colpito L'Aquila ha portato via 309 persone, la più piccola, Giorgia, avrebbe dovuto venire alla luce proprio quel giorno. Tra le vittime otto ragazzi che vivevano nella Casa dello Studente, stabile che risultava fortemente compromesso e destinato a subire seri danni in caso di sisma, secondo uno studio commissionato dalla Protezione Civile Abruzzo ad una società della stessa Regione, appena qualche anno prima. Così è stato. Quelle vite potevano essere salvate se si fosse agito secondo le regole; quelle vite ed altre ancora, a L'Aquila, come in numerosi altri 'altrove'. Quelle vite ci sono state strappate dalla illegalità. E il dolore, il lutto, la devastazione hanno sconvolto per sempre l'esistenza dei sopravvissuti”. È come se al danno si fosse aggiunta la beffa per queste famiglie che, oltre al dolore per la perdita dei loro cari, devono ora subire l’ingiustizia di non veder puniti i responsabili.

“A ciò oggi va aggiunto il ddl sul processo breve – continua la lettera -. Esso rappresenterebbe una mannaia sui crolli assassini dell'Aquila (Casa dello Studente, Convitto Nazionale e numerosi edifici privati che hanno sepolto madri, padri, figli e decine e decine di studenti), un'amnistia generalizzata per gli infortuni mortali avvenuti sul posto di lavoro, per i morti di amianto, di uranio, di frane, di alluvioni, per le vittime di Viareggio martoriate dalle ustioni e per molti reati contabili e societari”.

Per opporsi a “questo scempio e rivendicare il diritto alla giustizia per i nostri morti, per poter ricucire strappi dolorosi che necessitano del filo migliore, quello fatto di memoria e di legalità” i comitati dei familiari delle vittime della Casa dello studente e del Convitto nazionale e l'Avus-associazione vittime universitarie del sisma, mercoledì 13 aprile, si riuniranno davanti a Montecitorio con gli striscioni e le foto delle vittime per dire “basta morti di illegalità”. Hanno, inoltre, chiesto agli aquilani di partecipare numerosi al sit-in e a tutti i parlamentari di riflettere “prima di votare una norma indecente che priverà della giustizia i morti e i vivi”.

Con loro ci saranno anche i familiari delle vittime del disastro ferroviario di Viareggio (29 giugno 2009). L’Italia dei Valori ha accolto l’appello disperato di queste persone che rischiano di veder prescrivere i processi a carico dei responsabili della morte dei loro cari, e sarà in piazza Montecitorio a manifestare contro il processo breve, l’ennesimo scandalo del governo Berlusconi. “Pedofili, stupratori, corrotti e tanti altri delinquenti resteranno impuniti perché il governo deve salvarne uno: Berlusconi. La pedofilia non è stata neanche contemplata fra i reati di grave allarme sociale come il terrorismo e la mafia, che sono stati esclusi dalla scure della prescrizione breve”. Così ha commentato il portavoce dell’Italia dei Valori, Leoluca Orlando, che ha aggiunto: “Questa indegna maggioranza che favorisce i criminali e mortifica i cittadini onesti, si prepari ad un Vietnam parlamentare senza sconti. Faremo tutto ciò che è democraticamente consentito per impedire la più grossa amnistia della storia repubblicana”.

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