Italia Tunisia Italia in bicicletta Goodbike Mounir Romdhani


Lunedì 11 aprile Mounir Romdhani mi scrive: Ecco il video! Progetto Tunisia. Ho conosciuto
Mounir Romdhani su Facebook, e parlando di Amel Mathlouthi Musica per la Libertà.
Ci ha unito una canzone che lui tradusse istintivamente ed era il 18 febbraio quando è spuntato un suo messaggio su Facebook, che dice: ” ascolta, guardala, è una giovane donna in rosso…che canta. manifestazione delle donne nella capitale tunisina, mi ha emozionato tantissimo questo video, sono orgoglioso che le donne nel mio paese fanno sentire la loro voce, e che voce ! vi traduco quello che sono riuscito a capire, la traduzione inizia dal momento in cui si siede per terra, * chi è libero non ha paura, siamo segreti che non muoiono mai, la mia voce non smetterà mai, io e la mia parola siamo liberi, non dimenticare il prezzo del pane, non dimenticare la storia che corre, non dimenticare il tradimento del mostro, sono il segreto della rosa rossa, e quelli che hanno vissuto anni rossi , sepolti con il vento dei giorni,usciranno sulla punta delle fiamme, per dire liberatevi* sto piangendo.”
Ora vi racconto che lui parte per la Tunisia, vola vola con la bicicletta, il 13 aprile: un viaggio all’incontrario dal momento che arrivano dalla Tunisia e li respingiamo. Parte fra pochissimi giorni e ci racconterà quello che vedrà con i suoi occhi, porterà una macchina fotografica, farà delle riprese, tornerà nella sua terra. Chi è Mounir Romdhani? Me l’ha scritto lui poche sere fa su Skype, non ho modificato niente. “Sono nato a Kairouan il 24/12/1965, (Kairouan è la 4a città santa del’ Islam) da giovane ho fatto per tantissimi anni atletica fino al 1987, l’anno in cui Ben Ali con la complicità dei servizi segreti italiani, Craxi e Andreotti allora ministro degli esteri, è andato al potere il 7 novembre. Vista la situazione che si era creata dopo l’avento Ben Ali,repressione arresti arbitrari, ho avuto paura e sono andato via il 18 marzo 1988: direzione Sicilia, dove sono rimasto per un anno e mezzo. Sono di nuovo tornato nel mio paese sperando che le cose fossero cambiate in meglio,ma mi sbagliavo, allora di nuovo sono tornato in Italia, sempre in Sicilia e per quattro anni ho fatto il manovale agricolo. Nel ’94 ho intrapreso la mia seconda immigrazione verso il nord Italia: Pinerolo in Piemonte,dove sono rimasto 4 anni. Ho lavorato in nero perchè non avevo il permesso, ho fatto anche atletica per tre anni nella squadra locale di Pinerolo. Un giorno un mio amico mi regala la sua bicicletta,e lì mi venne l’idea di fare il mio primo viaggio in bici, cosa che ho fatto con grande successo. Dormivo nella tenda fuori nei campi, perchè nei campeggi non potevo andarci, essendo sprovvisto del permesso. In quel viaggio alle Cinque Terre in Liguria, avevo conosciuto un signore che frequentava un monastero buddista di Milano. I proprietari del monastero avevano appena comprato una cascina sugli Appennini nel comune di Berceto vicino al passo della Cisa. Mi propose di fare il custode in questa cascina,che più avanti doveva essere convertita in un monastero: per me era l’ideale. In montagna mangi e dormi , mi pagavano e non mi hanno mai chiesto un documento. Ho passato 5 anni lì e ho avuto l’onore di vederlo nascere quel monastero e ne sono orgoglioso, finchè un giorno ho conosciuto un persona che voleva aiutarmi a regolarizzare la mia situazione: è stato il giorno più bello della mia vita. Ho preso il permesso e non mi sembrava vero poter circolare liberamente ovunque! Tutta la mia famiglia abita in Francia, e il primo regalo che mi sono concesso era di andare a trovare la mia famiglia che prima non potevo andare, da quel giorno non ho mai smesso di lavorare e viaggiare in bici. Conosco l’ Italia più di altri perchè la maggior parte l’ho fatta in bici e l’ho apprezzata e l’ho amata per la sua bellezza unica. In tutti questi anni nel mio paese sono stato per un totale di 45 giorni, adesso è arrivato il momento di andarci da uomo libero per onorarli e ringraziarli per il regalo che mi hanno fatto. E’ un viaggio dedicato alla mia mamma che è morta ad agosto scorso e le sarebbe piaciuto viverlo quel momento storico: la cacciata di Ben Ali. Lei non lo sopportava. E’ un viaggio che voglio dedicare a tutte le persone di Facebook e a quelle che hanno contribuito a sostenere il popolo del mio paese.”
Mounir Romhdani aggiunge per quanto riguarda Il viaggio, le interviste, gli incontri…”Il mio viaggio inizierà il 13 aprile dal porto di Genova è la durata sarà di non meno di 45 giorni. In tutto quasi 2.000 chilometri da pedalare in bicicletta. A Tunisi ho appuntamento con con Majdi Calbousiun, un fotografo che con un gruppo di ragazzi e usando Twitter hanno fatto uscire molte notizie sulla ribellione. Loro mi hanno promesso di farmi incontrare slim 404, un blogger che è stato arrestato nei giorni dei disordini e che adesso è Sottosegretario nel Governo provvisorio. Avrò un incontro anche con Madou MC, un rapper che ho già incontrato a Milano per l’evento che si è svolto alcuni mesi fa al Festival del Cinema africano. A Tunisi incontrerò anche molti studenti universitari e Nouri Bouzid, docente all’Ecole des Arts et du Cinema di Tunis. Incontrerò anche Fadhel Jaibi, regista tunisino da sempre oppositore del regime Ben Alì, la blogger Sara Boudali e la giovane cantautrice Neyssatou. Tunivisions mi ha chiesto un’ intervista per quanto riguarda il mio viaggio. Poi mi dirigerò sulla costa ad Hamamet e Nabeul per incontrare i lavoratori alberghieri e i sindacalisti.
Terza tappa a Hergla da Mohamed Challouf, regista tunisino e organizzatore del Festival del Cinema Africano di Milano. Da Hergla andrò a Monastir, città sempre avversa a Ben Alì perché si tratta della città natale di Bourghiba. Lì ho appuntamento con alcune persone che sono stati ferite nelle manifestazioni. Poi Kairouan, la mia città natale, dove avrò un incontro con due prigionieri politici che sono stati torturati sotto il regime Ben Alì…”
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Ciclo-reportage della ribellione tunisina: “Mounir Romdani partirà in bicicletta da Milano per realizzare un video-reportage con interviste ai protagonisti della ribellione tunisina. Durante il viaggio Mounir ci invierà brevi corrispondenze dalle diverse tappe del suo itinerario che cercherà anche mettere su Facebook e Youtube. Le tappe, le informazioni, le curiosità di un nuovo mediterraneo.”
24marzo Onlus sosterrà Mounir in questo viaggio e informa: “Mounir Romdhani è nato a Kairouan (Tunisia) il 24/12/1965, ha praticato atletica agonistica fino al 1987, l’anno in cui si è insediato il Presidente Ben Alì. Data la situazione repressiva ha deciso di partire per l’Italia. Il 18 marzo 1988 ha preso la nave ed è partito verso Trapani, in Sicilia, dove è rimasto 18 mesi, poi si è trasferito in Piemonte, dove è rimasto per 4 anni. Ha continuato a praticare atletica durante questi 4 anni nella squadra locale di Pinerolo. Dopo Pinerolo è andato a vivere al monastero buddista “Sam Boji”, dove ha fatto il custode per altri 4 anni, collaborando nella gestione della struttura. Da alcuni anni vive a Milano. Contatti E-mail: arabolik@yahoo.it Skype: mouniromdhani
Mi sono chiesta cosa potevo fare io con Reset Italia che Reset Tunisia è partito da tempo.

Mi è tornato alla mente Andrea Satta, conosciuto a Viterbo con i Tetes de Bois, grazie a un’ altra amica, Viola Buzzi. L’ultimo album è Goodbike, come lo spettacolo che c’è stato il il 2 e 3 aprile a Roma. Andrea scrive anche per l’Unità, con una rubrica alla domenica e non si tirerà indietro davvero: la bicicletta è la sua filosofia di vita come per l’ amico, giornalista della Gazzetta dello Sport, Marco Pastonesi. Li ho potuti salutare e fotografare il 3 aprile, al teatro Ambra a Roma, parlandogli del Progetto Tunisia.


Perchè Goodbike? “… è il sesto album in studio dei Têtes de Bois. Un disco interamente dedicato alla bicicletta. Non è un caso, i Têtes la amano e la inseguono da sempre, sin dall’inizio delle propria avventura musicale – dai concerti fatti sulle bici dei panettieri – e, prima ancora, dall’infanzia, da quando il Giro d’Italia si ascoltava sulla radio sistemata sul tavolo di formica verde perché la tv era rotta. Goodbike è il frutto di un lungo e approfondito percorso di indagine artistica, passato attraverso un reading musicale, uno spettacolo teatrale, un romanzo sulla bicicletta (I Riciclisti, Ediciclo) firmato dal cantante Andrea Satta – che è stato anche inviato al Tour de France e al Giro d’Italia per due quotidiani nazionali – l’ideazione di un festival e naturalmente l’esplorazione della realtà e dei luoghi che ruotano intorno alla realtà della bicicletta, in tutte le sue sfumature e declinazioni possibili. Goodbike non è solo la corsa, ma un’economia possibile e sostenibile, un modo di guardare le cose, di aggirarsi nel tessuto urbano, di amare. La bicicletta ha la velocità del cervello, attraversa il mondo, l’assorbe e mette in memoria. La bicicletta è moderna e antica. La bicicletta è sole e acqua, profumo e puzza, sudore e ghiaccio, amore e addio, lavoro e vacanza. E’ rumore di catena, fruscio nell’aria, grida di folla, gracchio di radio. La bicicletta è bambini che imparano ad andare senza rotelle a caccia di un altro equilibrio dopo quello dei passi. La bicicletta è la libertà dopo il ponte, è la prima strada senza controllo, è il contromano che si scippa, è il retro del mondo che si scopre.”
Siamo tutti Riciclisti…perchè diciamolo non si può essere seri a 17 anni e a nessuna età…per camminare le strade dell’ Amore e della Libertà. C’è un mondo in bicicletta che grida No Oil, Bicycle in inglese e ripara nella Ciclofficina…

La cartina che mi ha mandato ed allego, è il Giro che si ripromette di fare. Non ho promesso niente a Mounir e niente lui mi ha chiesto ma ci ha dato e darà tanto: chiedo a voi tutta la solidarietà possibile, condivisione, l’aiuto che non potrà mancare con ogni mezzo. Questo è il mio e nostro impegno. Buon viaggio Amico carissimo. Ti aspettiamo, come ogni notizia che ci invierai, e poi con noi di nuovo, in Italia, con la Tunisia e la Libertà per tutte e tutti, nel cuore. Facciamo circolare la Storia che corre…senza confini e muri! Grazie a Tutte e Tutti.

Doriana Goracci

Nota Bene: i contributi vanno inviati a www.24marzo.it tramite bonifico su Banca Popolare Etica
IBAN: IT57E0501803200000000129446
Intestato a: 24marzo Onlus – Causale progetto Tunisia Mounir.
Chi vuole la fattura la può chiedere e sarà consegnata. Dei soldi che verrano offerti, Mounir userà solo il necessario, il resto rimarrà all’ Associazione 24marzo.

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