E SE SI INCEPASSE IL SISTEMA, NON SOLO SOCIO POLITICO ?

In tempi assolutamente non sospetti, vale a dire qualche anno fa sul mensile “Campasso” di Noale – Venezia (50.000 copie mensili nel comprensorio del Miranese), poi in un mio libro uscito nel 2005 ed ultimamente anche su “Piazzascala” e su “Politicamentecorretto”, mi spinsi a fare alcune riflessioni sulla imponderabilità degli eventi, sia a livello locale che planetario. Titolai gli articoli :

E SE SI INCEPASSE IL SISTEMA, NON SOLO SOCIO POLITICO ?
Anni addietro, con riferimento alla politica, all’economia, alla salute, alle risorse intese come elettricità, carburanti, informatica, acqua bene primario e quant’altro ecc., ho scritto un pezzo da leggere, in chiave estensiva, correlato al titolo di questa breve riflessione.
Per farmi capire in fretta, anche se non ce n’era proprio di bisogno, dissi : “ Black-out” dell’ENEL, significa fine della musica moderna con tutto ciò che le va dietro. Infatti, oggi, non tutti, specie le nuove generazioni si rendono conto che l’attuale musica (intendo quella che sentiamo alla radio, in tv, a Sanremo, teatro ecc.) altro non è se non il prodotto di catodi ed anodi (lo dico da inesperto in materia elettrica col rischio di usare termini inappropriati) per cui, come è già successo qualche volta, il mondo potrebbe andare a p……
Per spiegarmi meglio, dicevo che una volta, quando la musica era musica e non…impulsi elettrici, questa si faceva senza alcun interruttore elettrico, ma semplicemente attraverso vari strumenti musicali che nulla avevano a che fare con la corrente, …salvo utilizzarla per vedere gli spartiti… Si provi paradossalmente a far risuscitare Verdi, Beethoven, Mozart, Bach, Chopin ecc., e vedremo un ritorno immediato e scandalizzato alle loro tombe ! Con questo non voglio dire che si debba bandire il mondo dell’elettronica, anzi, (anche perché ne faccio uso anch’io dopo aver fatto però anche una certa esperienza senza…l’ENEL), ma il mio obiettivo è di potermi introdurre ora in altri contesti, che, attraverso questa semplicistica prolusione, forse potrebbero indurre ad una qualche seria riflessione da estendere anche in tutti gli altri contesti.

A me pare che oggi tutto si basi su equilibri che possono da un momento all’altro non essere più tali. Perché ciò ? Perché l’obiettivo cui mira l’uomo non è più quello che ci ha insegnato madre natura, ma quello che, vuoi per la sua complessità, ma vuoi anche perché problematiche esistenziali sempre più urgenti e, spesso dal seguito anche imponderabili, richiedono ogni giorno il cambiamento di necessità che, gradualmente diventano oggetto dell’umana assuefazione. Anche qui, per farmi capire meglio, potrei riferirmi alle risorse che ci offre la terra: non cresce più niente se non si provvede ad una certa concimazione, se non si infierisce su di essa gradualmente ma incessantemente, attraverso additivi velenosi di ogni tipo, al punto da dover ogni giorno ricreare nuovi equilibri sulla base di altri nuovi veleni. E così via. Ma per capire queste cose, bisogna essere a diretto contatto con la terra, come, per mia fortuna, lo sono io insieme con tanti altri che, tanto per fare un esempio insignificante, ha constatato che i…pomodori (ma anche tanti altri frutti) non crescono più sani come una volta a causa – si dice – dell’aria infetta. Ma ciò quanto potrà durare ancora ?

Io queste cose me le chiedo da tanto tempo, memore di quanto ci racconta la storia passata con riferimento alla peste di Atene . Che si è propagata dalla Grecia alla Libia (Ghedaffi non c’entra in questo caso, ma è una boutade la mia !) , Etiopia ed in tanti altri paesi ecc.ecc., non sottacendo delle varie patologie della mucca pazza, degli ovini, dei polli, dei suini ecc. che ci hanno preoccupato invece molto di recente ..

Mi chiedo poi. E se, ad un dato momento, venissero a mancare la benzina, l’elettricità, ma anche la voglia di vivere questa condizione umana, stante il fatto che la politica non sta certo offrendo un servizio al cittadino, ma sta determinando forti turbative in direzione opposta alla concordia sociale ? Ma anche al rispetto della stessa natura ? Ispirandosi al principio disumano : “mors tua, vita mea”? Ove basta uno sconsiderato per farci morire tutti ?

Detto questo, e trasferendo queste riflessioni su tutti gli altri contesti che accompagnano la condizione umana, c’è da chiedersi, oppure no, se in un momento in cui meno ce lo aspettiamo, potrebbe incepparsi qualcosa ? O è da iettatori immaginare eventi della specie ?“

Oggi è il caso della tragedia giapponese che, al di là delle reazioni della natura, ha al cento per cento una matrice umana, quella che, malgrado i 20.000 morti di questi giorni, vuole ancor oggi proseguire nella sua delinquenziale iniziativa del nucleare. E se le iniziative sono delinquenziali, esse traggono una ineludibile paternità, specie in Italia che, di fronte a tanta tragedia, ora vuole il nucleare. Come se il disastro nipponico fosse stato una semplice pioggerellina di marzo !?…

Non so se è da “deficienti” fare le seguenti considerazioni. Oggi, nel nostro paese, come dice il dott. Andrea Poggio, V. Direttore Generale di Lega Ambiente, in Italia ci sono 7 depositi provvisori di scorie nucleari che hanno pesato sulla bolletta degli Italiani per ben 6 miliardi di euro e che continuano a costare tuttora 400 milioni di euro all’anno non solo per la loro conservazione ma anche perché i “tecnici” continuano a studiare da 23 anni (diconsi 23 anni) sul come smaltire dette scorie. Queste sono le quantità : 27.000 metri cubi + 50.000 metri cubi + 20.000 metri cubi, ciascuna quantità suddivisa per pericolosità. Il discorso sarebbe lungo da sviluppare, ma non certo esente dalla possibilità di capire molto chiaramente che smaltire dette scorie, costituisce un problema quasi insolubile, a meno che quelli che ci stanno studiando sopra da 23 anni, non siano degli emeriti deficienti…

Detto questo in breve, ovviamente in chiave giornalistica e non certo scientifica, mi par di poter concludere che, quello del Giappone, costituisce uno dei tanti inceppamenti di cui a titolo, inceppamenti che non saranno esenti da un certo effetto domino verso gli altri paesi. Oggi come oggi infatti il nucleare è uno strumento obsoleto, costoso, antieconomico, letale subito ma anche nel medio e nel lungo termine. Per farmi capire meglio, quando cade un aereo con 200 passeggeri a bordo o una diga non regge causando 2000 morti come è successo nel mio vicino “Vajont”, la morte è quasi immediata, mentre a seguito di un disastro nucleare la morte arriva sia subito in contestualità all’evento tragico, ma anche diluita un po’ per volta attraverso tumori, leucemie varie a danno dell’essere umano, mentre per la contaminazione dell’ambiente essa può continuare addirittura per millenni. Come dire che ai nostri figli e nipoti potremmo dar loro da mangiare cibo radioattivo.

Vogliamo questo? Se sì, siamo deficienti !!!.

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