SINISTRA ECOLOGIA E LIBERTA & FEDERAZIONE DELLA SINISTRA. PRIMI APPUNTI DI LAVORO

La corrente attualità politica italiana dimostra che la spina dorsale (ed elettorale) dell’opposizione è ancora convalescente: il Partito Democratico avanza poco per volta, nelle proposte, e -nonostante i tanti sforzi di Bersani- resta inchiodato su percentuali ancora troppo basse, che ripagavano poco dell’impegno profuso. Senza un sostegno e un coordinamento verso Sinistra non basta né l’appoggio al Centro, per il tramite del gruppo di Casini (non convince che in questo settore finiranno automaticamente coagulati tutti i terzisti, da Lombardo a Rutelli, da Tabacci a Fini), né confermare il patto di ferro con Italia di Valori, né, ancora, provare ad avvicinarsi al movimento grillino, che non sembra ascoltare e non sembra progredire.

A Sinistra, ovviamente, il protagonista e mattatore sembra essere Nichi Vendola. C’è qualche malumore, però, nelle sue stesse linee: a cominciare dalle proposte di allargamento di coalizione, troppo vaghe e lasse, basate su buoni intenti (lavoro, scuola pubblica) e ben poche, troppo poche, proposte attuative. Curiosamente, il grande trend mediatico, nel quale Vendola sembra persino trovarsi a suo agio, non si accompagna a un parallelo irrobustimento del suo movimento: se SEL vuole diventare il futuro di quella area politica (circa il 15% dell’elettorato) che si riconosceva nei Democratici di Sinistra, siamo ancora troppo lontani, tra il 4 e il 6%.

La Federazione della Sinistra, al momento incentrata sulla rinnovata alleanza tra Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani, Socialismo 2000 e molte altre reti civiche, locali e nazionali, ha le idee più chiare. Non propone alleanze di governo, visto che troppi possibili scenari si affollano, senza la minima traccia di evidenza sostanziale. In più, difende e mira a rafforzare un’area critica, di Sinistra sociale, senza troppi fronzoli, senza troppi nuovismi, ma anche senza perdere il nesso necessario e ineludibile tra diritti democratici e diritti sociali. Questo il succo del “patto democratico” proposto ai futuri, possibili, alleati.

La Federazione della Sinistra ha deciso cosa fare da grande: creare in Italia una stabile forza sociale, di Sinistra, ancorata negli opportuni raggruppamenti internazionali ed europei. Dovrà forse capire se vuole diventare l’impalcatura della riunificazione dei movimenti comunisti oppure, come ha fatto sino ad adesso, progredire mano a mano, anche per il tramite (ma non esclusivo) delle organizzazioni dell’estrema Sinistra e comuniste presenti in Italia. In casa SEL, nonostante i fuochi pirotecnici esibiti a Firenze, c’è poco da stare allegri: ex social-democratici, ex-comunisti, ex-ambientalisti, che non riescono a coagulare in un progetto realmente distinguibile, certamente, avranno numerose difficoltà, qualora tornassero a Strasburgo, a scegliere il gruppo parlamentare ove sedersi. Esattamente lo stesso dik-tat che posero numerose personalità oggi legate a SEL al Partito Democratico, tre anni addietro, alla sua fondazione. Tanto (eccessivo?) sforzo per tornare al(lo stesso?) punto? Intanto, in ambito locale, SEL tenta di avanzare per il tramite del reclutamento di una nuova classe politica, in gran parte mutuata dalla vecchia. Lo spazio sembra ancora una volta buono, invece, per la Federazione della Sinistra, di Salvi, Diliberto e Ferrero, che pur perderanno ora dirigenti, ma i cui movimenti in un prossimo futuro potranno rigenerarsi in modo più laico, più libertario e genuino. Provando a voltare pagina.

DOMENICO BILOTTI

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