IN ITALIA ORA NON ESISTONO LE CONDIZIONI IMMEDIATE PER FARE UN GOVERNO ACCETTABILE

PARADOSSALMENTE, IN MANIERA NON CERTO AUSPICABILE DOPO L’ESPERIENZA FASCISTA, UNA DITTATURA “MODERNA” POTREBBE INDOTTRINARE IL PAESE…

Penso che siano in tanti a darmi atto che in quest’agonia della politica italiana non sarà facile trovare presto una soluzione volta a formare una maggioranza con sufficienti punti di contatto per poter, non dico governare come si dovrebbe, ma semplicemente gestire alla meglio le sorti del Paese che oggi si trova in una condizione economica disperata. Altro che balle, come ci racconta, sempre con sterili battute, il Ministro dell’economia.
Il centro-destra è ormai allo sbando anche se continua a navigare a vista malgrado abbia forti numeri in parlamento, realtà che nessun governo italiano ha mai avuto in misura tanto importante dalla fine della guerra: esso si regge solo perché la potenza economica del leader non disgiunta dal fatto che i suoi “accoliti” malvolentieri sarebbero disposti a far valige, questi preferiscono continuare nella loro funzione di “yesman” per non perdere la rendita di posizione.
Di pezzi però, e davvero importanti, questo governo ne ha già persi abbastanza per strada e, guarda caso, sia nel primo governo Berlusconi che nell’attuale, detti pezzi apparivano i più leali: mi riferisco a Bossi nel 94 ed a Fini nel 2010. Se la prima caduta a causa di Bossi era imputabile al federalismo (che i leghisti non sapevano neanche cosa fosse, posto che lo sappiano ora anche a livelli alti) , la seconda caduta (che forse sta per accadere a causa di Fini), sta nella giustizia. Va detto anche che i quattro mandati da primo ministro ricevuti da Berlusconi, dal 1993 al 2010, hanno avuto tutti come comune denominare il problema della giustizia, tanto da dover ipotizzare, con una boutade ironica che, rebus sic stantibus, detto problema potrebbe trasferirsi anche all’al di là…atteso che, malgrado tutto ciò, Berlusconi insiste nel voler governare in eterno…sia su questa terra che accanto al Padreterno, per il …momento con obiettivo Presidenza della Repubblica..
Io penso che questo governo non cadrà facilmente: l’obiettivo infatti verso il Colle da parte di Berlusconi sarebbe teoricamente ancora possibile e, quand’anche ciò potesse accadere, il Lodo Alfano non potrebbe però più produrre i suoi effetti nella prima istituzione dello Stato in quanto, ora come ora, questa maggioranza, visto che non può fare diversamente, lo vorrebbe … ”intanto…” approvare solo per il capo del governo, stante il “gran rifiuto” da parte del Presidente della Repubblica. Ed allora ? Non sarà che, se ciò malauguratamente avvenisse, e cioè che Berlusconi diventasse Presidente della Repubblica. il popolo italiano dovrebbe sopportare gli stessi problemi giudiziari della sua attuale veste di premier, questa volta dalla data dell’eventuale conferimento di un incarico da Presidente della Repubblica fino all’eternità…? E chi governa ?
Di una cosa sono certo, anzi certissimo ! Berlusconi non mollerà mai l’osso e quand’anche dovesse cadere il suo governo, come si potrebbe pensare alla luce di questa critica situazione per il Paese, egli sarà sicuramente in grado di creare macroscopici problemi al punto da non far governare neanche gli altri. Il berlusconismo infatti è una patologia politica dalla quale l’Italia farà fatica a liberarsi, vedrete.

E se questo avvenisse, non ci sarebbe da stupirsi se il caos continuasse a tormentare il Paese per ancora lungo tempo. Mi preoccupa un pensiero. Tutti sanno che l’alternativa alla democrazia non è un altro tipo di democrazia, ma qualcosa che ha a che vedere con le maniere forti di altri tempi, per cui ci sarebbe da soffrire ulteriormente. Da queste maniere forte poi farebbero seguito varie conflittualità civili, realtà tutte che, inevitabilmente, dovranno essere fronteggiate con la forza.
Ed allora, l’alternativa sarebbe quella della dittatura…come ho detto provocatoriamente nel titolo di questo intervento.
Altra via non vedo. anche se, per fortuna, ora come ora, non ci sono né le condizioni né la convenienza.

Arnaldo De Porti

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