La Veronica ritrovata

L’affascinante storia del Volto autentico di Gesù raccontata nel libro “The Face of God” di Paul Badde, in uscita nelle librerie americane

di Antonio Bini*

Dopo cinque secoli di silenzio, durante i quali la più importante reliquia del mondo cristiano – la Veronica (vera icona) – era rimasta avvolta nel mistero e nell’oblio, riemerge oggi l’ipotesi, a quanto sembra, assai fondata che questa sia identificabile nel Volto custodito in un piccolo santuario italiano, a Manoppello, paese ai piedi della catena montuosa della Maiella.
“The Face of God: the rediscovery of the true face of Jesus”” del giornalista e scrittore tedesco Paul Badde, che esce in questi giorni negli USA (Ignatius Press, San Francisco), ricostruisce la travagliata e complessa storia di questa immagine straordinaria.
Una ricerca, quella di Badde, talmente convincente da influenzare la decisione di Benedetto XVI di recarsi a visitare personalmente il santuario di Manoppello il primo settembre 2006. Le immagini di quella visita, contrastata fino all’ultimo dalle gerarchie vaticane e poi classificata semplicemente come “pellegrinaggio privato”, mostrano il Papa profondamente commosso, fino alle lacrime, davanti al Santo Volto.
Come spiega Badde, il Vaticano non ha mai ammesso la scomparsa della Veronica da San Pietro, avvenuta probabilmente durante i lavori di costruzione della nuova Basilica o durante il Sacco di Roma (1927). Sarà lo stesso Badde a scoprire come l’attuale immagine custodita a Roma (di cui si intravede poco o nulla) non sia la Veronica, sulla base di un confronto con le misue dell’antinco reliquario con i vetri rotti presente nel Tesoro di San Pietro.
Anche anteriormente all’istituzione del primo Giubileo voluto da Bonifacio VIII nel 1300, i pellegrini affluivano a Roma per venerare la Veronica, che veniva esposta in più occasioni, anche negli anni ordinari.
Ma vediamo alcune caratteristiche del Volto di Manoppello: l’immagine è impressa su un tessuto finissimo, con fili dello spessore di poco più d’un decimo di millimetro e un intervallo di spazio tra l’uno e l’altro di due decimi di millimetri. L’immagine, che è trasparente e visibile da entrambe i lati, scompare in controluce e ritrae un viso maschile con i capelli lunghi e la barba divisa a bande. Sulla fronte si nota un ciuffo di capelli. L’espressione è dolce e sofferente al tempo stesso. Lo sguardo intenso e profondo, appare di una persona viva.
L’incontro di quello sguardo è rimasto particolarmente impresso nel Papa, come si può desumere dalla concessione del titolo di Basilica all’umile chiesa appena qualche giorno dopo la sua visita e con una apposita preghiera da lui stesso composta in occasione del primo anniversario del suo pellegrinaggio a Manoppello.
All’intuito di Badde si deve l’ipotesi della natura del tessuto, bisso marino, sostenuta dall’ultima tessitrice di questa antichissima “seta di mare”, il bisso marino, proveniente dai filamenti del mollusco denominato “Pinna nobilis”. Del bisso si fa più volte cenno nei Vangeli per sottolineare la preziosa lavorazione di questo tessuto.
Badde descrive l’incredulità della tessitrice Chiara Vigo, che vive nell’isola di S. Antioco in Sardegna, quando incontra il Volto Santo, riconoscendo nell’antico tessuto il bisso marino, che si può tingere, ma non dipingere. Incerte sono le circostanze dell’arrivo del Volto Santo a Manoppello, dove sarebbe arrivato “per mano angelica” nell’anno 1506, anche se il primo documento – la Relatione Historica di p. Donato da Bomba – che attesta la presenza della immagine in Abruzzo è del 1640.
Fino a qualche anno fa soltanto, la conoscenza e il culto del Volto Santo sono stati per secoli limitati alla devozione della popolazione locale, che non ha certo atteso il risultato di studi storici e ricerche scientifiche per credere nell’autenticità di questa straordinaria immagine, custodita con umiltà dai padri cappuccini – www.voltosanto.it.
Gli studi del prof. Heinrich Pfeiffer, uno dei più grandi esperti di arte cristiana, hanno incuriosito Paul Badde, come pure le ricerche della iconografa tedesca sr. Blandina Paschalis Schlömer, che ha dimostrato le affinità del Volto Santo con l’uomo della Sindone.
Occorre ricordare che da quando p. Antonio da Poschiavo (1713), allora guardiano del Santuario, vide scomparire l’immagine del Volto Santo aprendo i vetri dell’ostensorio che intendeva sostituire, che si apprestò immediatamente a ricomporre, la teca non è stata più aperta. Con le più avanzate tecnologie, questa circostanza non costituisce più un limite alle ricerche, che sono state recentemente eseguite con varie tecniche (laser, infrarosso, ecc.), a conferma dell’inspiegabilità dell’immagine.
Alcuni di questi studi sono stati recemente illustrati nello scorso mese di maggio in un Workshop scientifico internazionale per un confronto sulle più importanti immagini acheropite (Sindone, Tilma di Guadalupe, Volto Santo di Manoppello) – promosso dall’ENEA (Ente italiano di ricerca sull’energia) – cui hanno partecipato una quarantina di scienziati e ricercatori provenienti da 13 paesi, con una nutrita delegazione americana (cfr. www.acheiropoietos.info ).
Badde, storico e giornalista di Die Welt da Roma, e prima ancora da Gerusalemme, ricorda come, diretto a San Giovanni Rotondo per l’inaugurazione della nuova chiesa di Renzo Piano, avvertisse la curiosità di una breve deviazione per Manoppello, di cui aveva vagamente sentito parlare. Quella visita avrà profonde conseguenze nella sua vita.
Ricordo di averlo incontrato presso il convento, quando chiese al padre guardiano, p. Carmine, di poter rimanere una decina di giorni ospite in una normale cella, desiderando immergersi un breve periodo nella silenziosa spiritualità e semplicità del Santuario, meditando su quella immagine e iniziando a raccogliere documenti e testimonianze utili per il suo libro. Un periodo di concentrazione estrema, in cui si è limitato a bere solo acqua con un po’ di miele.
Il risultato di un percorso complesso e appassionato è questo libro, definito autorevolmente “un giallo storico”, che, pubblicato in Germania, è poi divenuto un best-seller in Polonia, e poi ancora edito in lingua italiana, francese e olandese, suscitando l’interesse di tanti lettori coinvolti con un linguaggio scorrevole e una trama intrigante, tra storia e spiritualità, nel solco di una bimillenaria ricerca della vera immagine di Cristo.
Sono già diversi gli americani che conoscono il Volto Santo, con informazioni presenti su riviste e vari siti, ta cui il documentato http://holyfaceofmanoppello.blogspot.com/, interamente dedicato alla reliquia custodita a Manoppello, curato da Raynold Frost, uno studioso di San Francisco.

* unosemper@libero.it , tel. +39-335-5633411

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