RU486 IN PIEMONTE/RADICALI: IN BASE ALLE RISPOSTE DELLE AZIENDE, LA PILLOLA ABORTIVA E’ DISPONIBILE IN UNDICI ASR SU VENTUNO. Al S. ANNA 250 ABORTI MEDICI IN CENTO GIORNI

Agli inizi di giugno Nathalie Pisano e Salvatore Grizzanti (segretaria e tesoriere Associazione Radicale Adelaide Aglietta) avevano scritto una lettera raccomandata ai Direttori Generali delle 13 aziende sanitarie locali, delle 5 aziende ospedaliere e delle 3 aziende ospedaliero-universitarie presenti in Piemonte (unica omessa l’A.O. OIRM- S. Anna di Torino).

Nella loro lettera i due esponenti radicali richiedevano ai Direttori Generali di essere informati “sulle iniziative che avete intrapreso o intendere intraprendere a breve per assicurare la possibilità di accedere all’aborto farmacologico alle donne residenti nell’ambito dell’Azienda da Voi diretta”.
Nella lettera si ripercorreva quanto accaduto all’Ospedale S. Anna di Torino dopo la pubblicazione (sul supplemento ordinario n. 229 alla G. U. n. 286 del 9 dicembre 2009) del provvedimento dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) all’oggetto “Autorizzazione all’immissione in commercio del medicinale per uso umano “Mifegyne”.
Da fine aprile, al S. Anna sono stati effettuati circa 250 aborti farmacologici e non si è verificata alcuna delle criticità paventate dai detrattori della pillola abortiva: ogni donna che ha scelto di usufruirne ha deciso, di comune accordo con il personale medico, se rimanere ricoverata per tutto il tempo intercorrente fra le due assunzioni o se firmare il foglio di dimissioni e andare a casa.

A fine luglio i radicali hanno ricevuto risposta scritta dalle seguenti nove ASR:
ASL TO1-TO2-TO4-TO5-VC-VCO; ASO di Alessandria e Ospedale Mauriziano di Torino; Aziende Ospedaliero Universitarie di Novara e Orbassano (TO). Tranne quest’ultima, che non ha reparto di ginecologia-ostetricia, tutte le ASR suddette hanno comunicato di aver già attivato le procedure per rendere accessibile la pillola abortiva alle donne che scelgono questo intervento medico. L’ASL CN1 aveva già reso disponibile la RU486 negli ospedali di Mondovì e Savigliano agli inizi di giugno.

Pisano e Grizzanti hanno dichiarato:

“Come al solito il bicchiere può essere mezzo pieno o mezzo vuoto. La nostra iniziativa era motivata dalla preoccupazione che l’Ospedale S. Anna di Torino dovesse sobbarcarsi le richieste di aborto farmacologico di tutta la regione. Constatiamo che così non è e facciamo appello a tutti i media regionali affinché le informazioni sulla possibilità di accedere all’aborto medico in altre Aziende sanitarie arrivino alle dirette interessate, le donne. Chiediamo, inoltre, all’Assessore regionale alla Sanità, Caterina Ferrero, di verificare che l’accesso all’aborto medico sia garantito in almeno un ospedale in ognuna delle otto province piemontesi.”

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