Il cambiamento in cammino

GLI STATI UNITI D’AMERICA VISTI DALL’ITALIA

Siamo ad un anno e mezzo dall’inizio della presidenza Obama, nata dalle rovine finanziarie della presidenza G. W. Bush e da una forte voglia di cambiamento in milioni di persone che per la prima volta nella storia della loro famiglia si sono recate alle urne. Tuttavia gli umori degli elettori hanno avuto manifestazioni diverse nelle competizioni elettorali successivamente svoltesi a livello locale in molti stati, e stanno animando la preparazione delle elezioni per il rinnovo del congresso e del senato di metà mandato, mid term elections, che si terranno il prossimo novembre.
La presidenza elenca la realizzazione di provvedimenti che hanno cambiato il paese, quelli di cui si parlava durante la campagna elettorale: l. Riforma del sistema sanitario, provvedimento orientato verso una più estesa giustizia sociale che consente l’assistenza malattia a milioni di americani che non l’hanno mai avuta ed impedisce che le assicurazioni sospendano i pagamenti delle terapie in caso di malattie croniche o permanenti. 2. Riduzione degli armamenti nucleari. 3. Riforma di Wall Street in difesa dei risparmiatori. 3. Abrogazione della legge detta Don’t ask, don’t tell, che impediva ad omosessuali e lesbiche di servire nell’esercito. Infine, ma non meno importante, l’addio alla dottrina della guerra preventiva, sostituita dall’idea che la crescita dei livelli di sicurezza negli USA si può ottenere consolidando il sistema economico, diffondendo l’istruzione universitaria, e con la cooperazione ed il dialogo aperto a tutti. La guerra ultima risorsa dei rapporti fra stati. Difficilissimo compito, quest’ultimo, essendo gli USA impegnati nella guerra in Afghanistan, la più lunga, incerta, difficile della loro storia.
Tutti provvedimenti annunciati con chiarezza durante la campagna elettorale. C’è dunque da chiedersi quale sia l’origine precisa del mutamento di umore nell’elettorato, aspettavano forse cambiamenti miracolosi, o, più realisticamente, temono un aumento della pressione fiscale causato dalle spese per l’istruzione e la sanità? Oppure è possibile che i milioni di persone che hanno votato per la prima volta, semplicemente abbiano dimenticato di andare a votare nelle successive competizioni elettorali? Insomma il cammino del cambiamento è irto di difficoltà. Oggi la più seria di tutte è il peggior disastro ambientale che abbiano mai avuto gli USA, in atto nel Golfo del Messico a causa di guasti negli impianti petroliferi della British Petroleum, tragedia di soluzione difficilissima o impossibile e di enorme portata per la vita e l’economia di tanti stati.
Forte, invece, è la voglia di recarsi alle urne fra gli appartenenti al partito repubblicano per prendersi una solenne rivincita dopo la netta sconfitta nelle passate elezioni presidenziali. Secondo John Mc Cain, senatore dell’Arizona e candidato del partito repubblicano nelle recenti elezioni presidenziali, l’amministrazione Obama ed i capi del partito democratico al congresso hanno spinto il paese molto più a sinistra di quanto si sarebbe potuto immaginare, scialacquano danaro pubblico come marinai ubriachi in un’orgia di spesa di danaro pubblico senza precedenti nella storia cui è necessario porre fine. Il suo obiettivo più immediato è scacciare dal senato Nancy Pelosi, e riprenderne la guida.
Insieme alle informazioni sulla vita politica, da ambedue i partiti pervengono sempre ai cittadini americani richieste di finanziamento delle campagne elettorali dei vari candidati. Insomma la democrazia ha dei costi concreti anche a livello individuale. È dovere di tutti sostenerla liberamente secondo i propri mezzi, è una ricchezza che va difesa, a tutti i costi.


L’Aquila 28 maggio 2010.

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