Anestetizziamoci tutti euforicamente davanti alla Tv

Molti, molti anni fa, facevo il militare ad Orvieto, semplice soldatino addetto agli uffici. Il maresciallo, che mi aveva preso a benvolere, sapendo che abitavo a Roma, mi affidava spesso l'incarico di portare qualche chilo di carne al colonnello che abitava a poca distanza dalla mia casa. Probabilmente il colonnello faceva favori al maresciallo, e il maresciallo lo compensava con tagli di carne scelta destinata alla mensa ufficiali e sottufficiali. Mi è tornato alla mente quest'episodio, leggendo le ultime notizie, sui compensi costituiti da prestazioni sessuali, in cambio di favori. Oggi le donne sono considerate come tagli di carne scelta. Sono come la lombata, il filetto, la fesa, il girello, che io portavo al colonnello. Ma come mi permetto di parlare di queste cosette misere e tristi, l'ultimo giorno di carnevale e il primo giorno del Festival della Canzone Italiana? Vuoi vedere che guasto la festa ad Alfonso Signorini, il quale su Tv Sorrisi e Canzoni (n. 8) avverte: “Per una settimana, come ogni anno, non si parlerà d'altro…Per qualche giorno, come per incanto, ci dimenticheremo dei nostri problemi in una sorta di anestesia euforica di cui tutti abbiamo bisogno”. Stiano attenti quindi direttori di giornali e telegiornali: per una settimana niente notizie di intercettazioni, di risate a crepapelle per frane alluvioni terremoti. Per una settimana anestetizziamoci tutti euforicamente davanti alla Tv.

Renato Pierri

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