Male fisico e male morale

“C'era bisogno della catastrofe di Haiti per accorgersi del male immenso esistente nel mondo? E che cosa c'entra Dio, giacché gravi sono le responsabilità degli uomini in tante tragedie?”. Queste le obiezioni che qualcuno fa a chi, davanti a tragedie immani, si chiede perché Dio permette tanto male. Alla prima obiezione si può rispondere che sì, è vero, il dolore nel mondo è tanto e continuamente presente, ma se per una vita siamo perseguitati da malanni, e improvvisamente ne arriva uno nuovo tremendo, è abbastanza naturale che rinnoviamo la domanda che già tante volte ci siamo posti: “Perché Dio permette questo?”. Alla seconda obiezione si può rispondere che il problema della Teodicea, vale a dire della sussistenza del male nel mondo in rapporto alla giustificazione di Dio e del suo operato, riguarda il male fisico e il male morale. A Dio si chiede il perché del male nel mondo, compreso quello compiuto dall'uomo. Il Catechismo della Chiesa Cattolica parla appunto di male fisico e morale, e così recita al n. 324: “Che Dio permetta il male fisico e morale è un mistero che Dio illumina nel suo Figlio, morto e risorto per vincere il male. La fede ci dà la certezza che Dio non permetterebbe il male, se dallo stesso male non traesse il bene, per vie che conosceremo pienamente soltanto nella vita eterna”. Il che significa che il mistero resta, e quindi è naturale che rinnoviamo la domanda, soprattutto quando il dolore riguarda creature innocenti.

Miriam Della Croce

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