Intervento di Rino Giuliani presidente della Consulta Nazionale dell’Emigrazione nel seminario “bi e plurimguismo”

Saarbrucken

Il tema dell’odierno seminario ci fa riflettere sul fatto che una famiglia multilingue, una famiglia in cui si parlano due o più lingue ed i cui figli sono allevati in un ambiente multiculturale è un vero vantaggio.
Abbiamo contribuito a promuovere l’odierna iniziativa ritenendone il tema e le finalità una occasione di confronto per tutti, certamente per noi che siamo interessati a vedere diffusa in modo permanente la nostra lingua accanto alle altre con le quali conviviamo in Saarland e più in generale nella macroregione europea Saarlorelux. Il sottrarsi, in via di principio, al confronto fra esperienze e punti di vista la considererei una scelta sbagliata di presunta autosufficenza culturale che, io credo, nessuno può permettersi.
I bambini ed i ragazzi da una educazione plurilingue possono avere tra i vari vantaggi l’aumento di velocità nell'apprendimento linguistico oltre ai vantaggi comunicativi che derivano dal parlare una seconda o terza lingua.
Per molti che nella loro vita, e noi fra questi, hanno sempre riaffermato il valore e l’obiettivo dell’unità europea ascoltare i bambini, le nuove generazioni parlare sempre più diffusamente due o più delle nostre lingue, vederli fare proprie le culture interconnesse a quelle lingue è veramente una grande gratificazione.
Il raggiungimento di questo solo obiettivo ci sembrerebbe già una fortissima motivazione per sostenete il bi-plurilinguismo attraverso accordi o rinnovati accordi fra istituzioni scolastiche italiane e di altri paesi europei.
Proprio per questo, in quanto italiani seguiamo con il massimo interesse quanto viene fatto dal nostro paese per la diffusione della lingua e della cultura italiane.
La strategia culturale globale dell’Italia verso l’estero purtroppo continua a svolgersi all’insegna di una emergenza perenne. L’impegno professionale e spesso volontaristico per l’apprendimento della lingua italiana richiamato anche nell’intervento della Console Schlein, presente nell’emigrazione italiana viene lentamente usurandosi. Tra tagli e ritardi nei finanziamenti corriamo il rischio di dover rinunciare alla diffusione della lingua italiana. Non ci piace apparire ed essere un fanalino di coda a fronte di altri paesi europei. Tutto questo non ci piace proprio. Far cultura italiana all’estero e garantire la tutela di una lingua che è quarta per diffusione nel mondo, in un contesto multiculturale è una sfida che va affrontata con impegno, risorse e convinzione,in specie nello spazio europeo, da cittadini europei fra cittadini europei quali noi tutti siamo. Le iniziative di singole regioni, di singole università e di enti privati non possono più bastare. Pensiamo che si debba alzare il tiro e ricercare soluzioni condivise e partecipate fra paesi europei interessati e con una presenza di italiani e di persone cha amano apprendere la lingua italiana.
Noi pensiamo che, non più separatamente, singoli soggetti istituzionali debbano occuparsi della lingua e della cultura italiane all’estero ma che debba essere il governo italiano nel suo insieme a promuovere le sinergie dei diversi soggetti, istituzionali e non, facendo un reale investimento culturale e quindi predisponendo i finanziamenti più adeguati per attuarlo. Vi è necessità, di una regia unica anche in ambito culturale.
Cosa tuttavia può e deve far l’Italia perché la lingua italiana resti al centro dell’attenzione degli italiani all’estero ma anche delle istituzioni dei paesi nei quali le nostre comunità lavorano e vivono?
Va posta fine alle strategia casuali ed alle emergenze permanenti, utilizzando metodi più idonei che favoriscano una pluriformità di approcci e di sistemi.
Non possiamo consentirci la scomparsa di un impegno capillare dell’insegnamento della lingua e cultura italiana a livello dei ragazzi. Servono stanziamenti di fondi adeguati, snellimento e semplificazione delle procedure amministrative, messa in trasparenza e revisione radicale degli attuali sistemi per l’erogazione dei fondi, attivazione o riattivazione di colloqui bi- e multilaterali tra Italia e paesi ospitanti e controllo costante della qualità del prodotto; borse di studio adeguate alla politica internazionale che l’Italia intende svolgere; aafforzamento dei rapporti interuniversitari; Criteri precisi che definiscano la natura degli enti gestori e ne regolino l’attività; Individuazione di nuovi fronti per un marketing culturale più incisivo; Riconoscimento dei titoli di studio. A fine mese una importante assise: la Conferenza Stato-Regioni-Province autonome-CGIE diffusamente discuterà di lingua e cultura italiana. E auspicabile che all’interno di questo più generale tema trovi posto anche una puntuale riflessione sul tema del bi e plurilinguismo che stasera viene introdotto con molta autorevolezza professionale dal Prof. Massimo Vedovelli Rettore dell’Università per stranieri di Siena. Da parte nostra nel pluringuismo vogliamo il giusto spazio per la lingua italiana pensando in primo luogo ai giovani italiani e di origine italiana consapevoli che la perdita della propria identità linguistica alla fine anche della memoria storica costituisca un rischio che va in ogni modo evitato ma pensando anche a tutti coloro che non essendo italiani vogliono parlare italiano, conoscere l’Italia di ieri e di oggi lavorare rapportandosi al nostro paese.
Il Seminario “Crescere bi- e plurilingue” promosso da Kulturministerium della Saar e Istituto Fernando Santi

Il 18 novembre scorso nella sede del Kulturministerium della Saar si è svolto un affollatissimo seminario cui hanno partecipato, tra gli altri, numerosi addetti ai lavori dell’area dell’insegnamento delle lingue ed in particolare specialisti italiani, francesi e tedeschi di plurilinguismo. Ha aperto i lavori e coordinato gli interventi la D.ssa Eva Hammes –Di Bernardo. Presenti il console d’Italia a Saarbrucken Susanna Schlein intervenuta nel corso del seminario, il console di Francia Cerf ed il ministro di stato della Saar Klaus Kessler. Quest’ultimo di recentissima nomina , ha scelto il seminario promosso dal Kulturminsterium e da Istituto F. Santi per la sua prima uscita in pubblico nella veste di Ministro della cultura sottolineando l’interesse alla prosecuzione dei rapporti aperti con l’Istituto sul tema del bi-plurilinguismo. Il ministro Kessler ha evidenziato la necessità di mediare la propria lingua con le lingue di coloro che sono a noi vicini e ricordando come sia importante il diritto ad informarsi ed ad essere informati con la garanzia anche del diritto alla propria lingua. Rino Giuliani presidente della CNE nel suo intervento di saluto ha sottolineato che, in una logica di plurilinguismo, accanto alle altre lingue in Saar con maggior forza e per molte dimostrabili ragioni deve essere tenuta nella giusta considerazione la lingua italiana Il prof Vedovelli rettore dell’Università per stranieri di Siena ha tenuto una applauditissima relazione nella quale a tutto campo e nella dimensione europea son state affrontate in modo organico le tematiche del pluringuismo in ambiente multiculturale ed i specie quelle dell’apprendimento delle più giovani generazioni.
La professoressa Elke Montanari docente dell’Università di Coblenza ha illustrato in modo pragmatico le diverse cose che vanno fatte ad iniziativa dei diversi protagonisti interessati al pluriliguismo, a partire dai genitori dei ragazzi che iniziano a studiare le lingue
Dopo il dibattito le conclusioni sono state tratte da Cesare Novelli presidente dell’Istituto F. Santi che ha anticipato la prossima uscita di un istant book che raccoglierà il dibattito sviluppatosi nel corso del seminario

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