Luttazzi: Io, al confino mediatico nell’Italia di Berlusconi

Qualche giorno fa una giornalista del Times, Lucy Bannerman, ha chiesto a Luttazzi un'intervista. Dopo una chiacchierata, Luttazzi le ha proposto di mandargli alcune domande scritte. Questo il testo con le domande e le risposte. A seguire l'articolo come pubblicato dal Times il 16 maggio con solo una piccola parte delle dichiarazioni di Luttazzi.

Please explain how you were sued by Berlusconi and why?
Nel marzo 2001 conducevo con successo (7 milioni e mezzo di spettatori) un mio talk-show satirico notturno su Rai2 intitolato “Satyricon”. In una puntata intervistai un giornalista allora sconosciuto, Marco Travaglio, che aveva pubblicato da un mese un libro di cui nessuno parlava. Il libro s’intitolava “L’odore dei soldi“ e riguardava le origini misteriose dell’impero economico di Berlusconi. Parlammo dei fatti emersi nel processo a Marcello Dell’Utri, braccio destro di Berlusconi, fondatore di Forza Italia (il partito di Berlusconi) ed ex-capo di Publitalia (la concessionaria di pubblicità di Berlusconi).
Berlusconi fece causa per diffamazione a me, a Travaglio, alla Rai e al direttore di Rai2 Carlo Freccero che con coraggio aveva mandato in onda l’intervista. Da me Berlusconi voleva 20 miliardi di lire. Quattro anni dopo quell’intervista, Marcello Dell’Utri è stato condannato in primo grado a nove anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa. (Dell’Utri non è in carcere, però: è diventato senatore del partito di Berlusconi.) Nel 2005 ho vinto la causa e Berlusconi è stato condannato a pagare 100mila euro di spese legali.
Insieme con Berlusconi, mi fecero causa anche Mediaset (5 miliardi di lire), Fininvest (5 miliardi di lire) e Forza Italia (11 miliardi di lire). Ho vinto tutti i processi. Quell’intervista non diffamava nessuno. Informava in modo corretto.

What kind of effect did the lawsuits have on your career?
Nel giugno 2001, Berlusconi vinse le elezioni politiche diventando capo del governo. Nel 2002, in visita di Stato in Bulgaria, Berlusconi pronunciò il famigerato “editto bulgaro”: disse alla stampa che io e altri due giornalisti (Enzo Biagi, il Walter Cronkite italiano; e Michele Santoro) avevamo fatto un “uso criminoso” della tv di Stato e lui si augurava che questo non si ripetesse. Io, Biagi e Santoro venimmo cancellati dai palinsesti: i dirigenti Rai (nominati dalla maggioranza politica berlusconiana) decisero “autonomamente” di non riconfermare i nostri programmi tv. Giustificarono la cosa come “scelta editoriale”. Da allora io non sono più potuto tornare a fare programmi tv in Rai. Vent’anni di attività artistica azzerati. L’editto bulgaro, che per me è ancora in corso in Rai, impedisce due libertà: la mia di esprimermi e quella del pubblico di ascoltarmi. Questa è censura ed è inaccettabile. Immagina Gordon Brown che fa causa al comico Paul Merton perchè non lo gradisce! Inoltre i lunghi processi ti vessano economicamente e psicologicamente. Infine, continuo a recitare i miei monologhi satirici in teatro, ma siccome non sono più in tv ed essendo Berlusconi un mio avversario, sono sempre meno i teatri che decidono di mettermi in cartellone, nonostante io faccia sempre il tutto esaurito. Il problema è politico. E’ maccartismo.

To what extent did your example discourage other satirists/journalists/commentators from criticising Berlusconi?
Al punto che non esiste più un programma di satira nella tv italiana. In Rai, ma anche a Mediaset, a La7 e su Sky vanno in onda programmi comici dove al massimo si prende in giro Berlusconi per cose superflue (il suo lifting, la sua altezza) ma non per quelle gravi (la depenalizzazione del falso in bilancio, il conflitto di interessi enorme, la legge Alfano grazie alla quale non può essere processato). Tre anni fa, Sky Italia chiese di incontrarmi. Proposi un Tg satirico. Mi chiesero come avrei reagito se avessero tagliato al montaggio qualche battuta. Gli risposi che il contratto glielo avrebbe impedito. Sono spariti. Quanto a La7, il mio nuovo programma tv “Decameron” (2007) è stato interrotto alla quinta puntata, dopo che avevo registrato il monologo della sesta puntata, una satira sull’enciclica di Ratzinger.

La satira, dai tempi di Aristofane, dà fastidio perché esprime un giudizio sui fatti, addossando responsabilità. I miei monologhi colpiscono Berlusconi ma anche la religione organizzata e l’opposizione inesistente del PD, inclusi gli scandali in cui sono coinvolti dirigenti di sinistra (il caso Unipol). Ecco perché anche l’opposizione qua si disinteressa alla libertà della satira in tv, che è libertà della democrazia. Neppure Rai3, i cui dirigenti sono di sinistra, mi ha mai chiesto di tornare in tv, in questi anni. Il potere, in Italia, è suddiviso fra clan di destra e di sinistra. Scandali recenti hanno mostrato come questi clan si mettono spesso d’accordo sulla gestione della cosa pubblica, a livello locale e a livello nazionale. Lo stesso tipo di accordo precede le nomine dei dirigenti Rai. Il risultato è che la democrazia sostanziale è corrotta.

Michele Santoro, giornalista di sinistra, è tornato in Rai grazie a un giudice che lo ha reintegrato nel suo posto di lavoro (Santoro era dipendente Rai quando venne cancellato, io no), ma nel suo programma deve sempre ospitare qualche esponente di destra. Si dà per scontato cioè che Santoro debba essere controllato e contraddetto nella sua attività giornalistica perché sgradito a Berlusconi. Non è umiliante? Per contro, un giornalista berlusconiano, Clemente J. Mimun, quando diventò direttore del Tg1 Rai si segnalò per gravi frodi giornalistiche, tutte favorevoli a Berlusconi: fra l’altro, tolse il sonoro a Berlusconi che dava del kapò all’europarlamentare Shultz, non diede la notizia di Berlusconi che aveva definito l’assassinio di D’Antona “un regolamento di conti a sinistra”, e nel 2004 aggiunse al montaggio un pubblico di delegati ONU plaudente a Berlusconi che in realtà parlava all’ONU in una sala semivuota. Il pubblico di delegati applaudiva Kofi Annan. Era un altro filmato! Un falso clamoroso! Questo nel Tg principale della tv italiana. Mimun veniva da Mediaset e lì è tornato. La Rai attuale è piena di dirigenti che vengono da Mediaset, vere quinte colonne. Un anno fa, le intercettazioni telefoniche hanno mostrato come questi dirigenti si fossero accordati con quelli di Mediaset per una programmazione che favorisse Berlusconi in occasione dei funerali di Woytila e delle concomitanti elezioni. Il governo Berlusconi nel frattempo ha proposto una legge che proibisce la pubblicazione delle intercettazioni telefoniche! Se questa legge fosse stata fatta dieci anni fa, nessuno conoscerebbe gli scandali politici, economici e sportivi più gravi della storia italiana recente.

What parallels do you see between press control in the 1920s/1940s and control of the media in the Berlusconi era?
Nel ventennio fascista l’unica agenzia di stampa era quella del regime, l’Agenzia Stefani. I giornali si attenevano a quello che scriveva l’Agenzia Stefani. I giornali liberi venivano chiusi e gli oppositori al regime perdevano il posto di lavoro, venivano mandati al confino, venivano uccisi. Oggi non uccidono gli oppositori, ma ti mandano al “confino mediatico”: ti tolgono gli spazi di espressione che avevi e che ti eri conquistato col tuo lavoro. Questa è la minaccia sempre presente.

L’altra minaccia è legata all’enorme conflitto di interessi di Berlusconi. Ha aziende tv e imprese di assicurazione e di distribuzione pubblicitaria e cinematografica. Questo inquina la libertà del mercato. Un’inchiesta recente ha dimostrato che, da quando è al governo Berlusconi, molte aziende hanno tolto pubblicità dalle reti Rai per spostarle su quelle Mediaset di Berlusconi. Berlusconi inoltre controlla la politica economica e i servizi segreti. La sua influenza si estende su OGNI settore della vita italiana. E’ un potere di ricatto enorme. Uno dei pochi giornali di opposizione vera, il manifesto, sempre documentatissimo e corretto, stenta a sopravvivere perché le aziende italiane non comprano spazi pubblicitari. Ecco un altro tipo di strozzatura. Non stupisce allora che i passi della quasi totalità della stampa e della tv italiana siano felpati. Il caso recente di Veronica Lario e Noemi ha dimostrato una volta per tutte l’esistenza di una sorta di Agenzia Stefani contemporanea, prontissima a ubbidire alle esigenze del Capo e a massacrare la vittima di turno (sua moglie, in questo caso). Fra giornalisti e testate, la lista dell’inquinamento berlusconiano è lunga.

Let's focus on the case of Noemi Letizia. How has Berlusconi used his ownership and influence of the national press to protect himself from any political damage?
In 24 ore la risposta berlusconiana è stata massiccia e su tutti i fronti possibili. E’ andato a Rai1 nel programma notturno “Porta a porta” di Bruno Vespa, dove ha raccontato la sua versione senza il minimo contraddittorio, accusando la moglie, e approfittando dell’occasione per fare un spot pubblicitario sulle iniziative del governo in materia di aiuto ai terremotati dell’Aquila. Nessun giornalista presente (neppure il direttore del Corriere della Sera!) ha ricordato che dei 12 miliardi di aiuti promessi da Berlusconi, il governo ne ha stanziati in realtà solo 4. E nell’arco di 24 ANNI! Una beffa crudele di cui nessuno ha chiesto spiegazioni a Berlusconi lì presente. Ci fossi stato io fra gli ospiti, questa sarebbe stata la domanda, decreto legge del 28 aprile alla mano. Il danno politico sarebbe stato enorme ed è stato evitato.

In questi 15 anni berlusconiani, pochi in Italia (giornalisti, autori satirici) gli hanno chiesto conto delle centinaia di promesse false e mai mantenute. Chi lo farebbe non ha accesso. Chi decide sull’accesso? Dirigenti tv di nomina politica. Di chi è la maggioranza politica che fa il bello e il cattivo tempo praticamente indisturbata? Di Berlusconi, un imprenditore che, in base a una legge del 1957, non poteva neppure candidarsi alle elezioni, in quanto titolare di concessioni pubbliche. La legge prevedeva e cercava di impedire il conflitto di interessi. Che adesso c’è ed è enorme. Il danno venne fatto allora, permettendo a Berlusconi di candidarsi. Tutto il resto, Burlesquoni compreso, è solo una conseguenza di quella illegalità iniziale. Perché gli venne permesso di farlo? Non lo so, ma ne vedo gli effetti: un Paese in cui vige un “fascismo lite” che non mi piace per niente, con al governo partiti xenofobi e razzisti.

Un’altra mossa, non meno importante, è stata quella del portavoce di Berlusconi, il senatore Paolo Bonaiuti, che ha subito convocato per una riunione i direttori dei periodici cattolici che avevano criticato Berlusconi. Il voto cattolico è importante per Berlusconi e ai cattolici importano le leggi berlusconiane in difesa della scuola privata cattolica e dei privilegi economici tipo l’esenzione della tassa ICI per gli immobili del clero cattolico in cui si svolgano attività commerciali o la truffa vera e propria dell’8 per mille. Il giorno dopo, grande risalto al fatto che, grazie al divorzio da Veronica Lario, Berlusconi potrà essere riammesso al sacramento della comunione durante la messa!

When news first broke of his divorce and Lario's allegations regarding “minorenni”, international observers speculated that the story might destroy il Cavaliere. But In fact, he remains as popular as ever. Why?
Perché il suo contro-racconto è stato rapidissimo e pervasivo, mentre sua moglie (la vittima) è stata zittita e insultata come una poco di buono e come cornuta (“Libero”, editoriale del direttore Feltri). La propaganda dell’Agenzia Stefani funziona e Berlusconi ne è un maestro. Sua moglie lo conosce da trent’anni e lo ha definito un uomo malato. Ecco un’altra domanda che avrei fatto a Berlusconi, se fossi stato ospite di “Porta a porta”: di che malattia sta parlando sua moglie, presidente?

What are the implications of the Berlusconi regime on the long-term future of italian democracy?
Il danno è già stato fatto. Siamo un Paese non pienamente libero. Gli italiani hanno disimparato che come cittadini hanno dei diritti e dei doveri. E occorreranno decenni perché gli italiani imparino di nuovo a rispettare le leggi, come era naturale invece negli anni passati anche grazie all’esempio dei grandi politici di allora: De Gasperi, Einaudi, La Malfa, La Pira, Dossetti, Berlinguer, Pertini, Scalfaro.

You won your case in court. What kind of reaction did you get?
I giornali ne hanno parlato senza troppo risalto nelle pagine interne (eppure era una notizia bomba: immagina Paul Merton che vince la causa contro Gordon Brown!), mentre la notizia della querela di Berlusconi contro di me era stata data in prima pagina.

Do you hope to return to tv?
Ovviamente. La tv non è un hobby: è il mio lavoro e c’è un pubblico numeroso che stravede per me (e io per loro). Il maccartismo è immorale e illegale.

Under which circumstance, do you believe satire can return to italian popular culture?
La satira italiana non se n’è mai andata. E’ solo sparita a forza dalla tv. Ma i censori dimenticano una cosa: il tempo è dalla nostra parte (Mick Jagger).

Di seguito, il testo dell’intervista in inglese, pubblicata dal Times:

Comedian Daniele Luttazzi accuses Silvio Berlusconi of media censorship
Lucy Bannerman
May 16, 2009

Daniele Luttazzi has a stronger claim than most as posterboy for Silvio Berlusconi's “censorship by stealth”. As a television presenter and comic actor who dared to criticise the Italian Prime Minister on his late-night show eight years ago he has been sued and cast out in to the broadcasting cold.

In his first interview with a British newspaper Mr Luttazzi has accused the 72-year-old billionaire of orchestrating a top-down campaign to prevent journalists and comedians from voicing even the slightest degree of dissent on television. “I call it Fascism Lite,” Mr Luttazzi, 48, told The Times.

The comedian was sued for €20 million (£18 million) – one action by Mr Berlusconi, and three by his business empire – after being accused of defamation during an television interview in 2001. After waiting four years for the case to crawl through the courts Mr Luttazzi won. Mr Berlusconi was ordered to pay his costs.

He says that he still remains practically unemployable in a country where the majority of the mainstream media is owned by the powerful subject of his gibes. “I won,” said Mr Luttazzi. “But the damage was done.”

In a country with many political talkshows on prime time television, Mr Luttazzi was unusual for his deliberately provocative style. He earned a reputation for bad-taste comedy and his eagerness to take on religious, sexual, and political taboos that his mainstream rivals would not touch.

Mr Luttazzi claims that Mr Berlusconi's continuing evasion of the questions about his relationship with Noemi Letizia is the culmination of years of creeping restrictions on press freedom.

“Berlusconi is now like Superman but there's no kryptonite,” he said. “The damage has been done and democracy has been corrupted. We are no longer a fully free country.” He believes the ugly aftermath of his fateful 2001 interview with an investigative journalist, Marco Travaglio, was a warning sign of things to come from the Berlusconi regime.

The presenter had invited Mr Travaglio on to his talk show on the state-controlled channel, RaiDue, during the election campaigns to discuss his new book, which examined the birth of Berlusconi's media empire. During the broadcast they discussed alleged Mafia connections of Marcello Dell'Utri, the Sicilian politician who was Mr Berlusconi's right-hand man, and founder of his political party, Forza Italia.

The show was cancelled although the producers said that the decision was made independently. Mr Berlusconi sued him personally. He was also dealt three other lawsuits: €2.5 million lawsuit from Fininvest, Mr Berlusconi's financial holding company; a €2.5 million lawsuit from Mediaset, the commercial television channel founded by Mr Berlusconi and of which he remains the largest shareholder; and another lawsuit for more than €5 million by Forza Italia.

Three months later Mr Berlusconi went on to triumph in the elections, winning his second non-consecutive term as Prime Minister. “Imagine Gordon Brown suing Paul Merton because he didn't like what he was saying on Have I Got News for You!. The problem is the political system. It impinges on two freedoms, my personal freedom to express myself, and that of the public to listen to me.

“That is censorship and it is unaccceptable.”

The presenter notes that Dell'Utri has since been found guilty of tax fraud, false accounting and, pending appeal, complicity in conspiracy with the Sicilian Mafia.

He has been sentenced to more than ten years in jail but has never served time in prison.

Mr Luttazzi cannot conceal his anger. “For me the Bulgarian edict' is still going strong.” He is referring to the Prime Minister's infamous remark during a state visit to Bulgaria in 2002. Singling out Mr Luttazzi, and two other Italian broadcasters, Enzo Biagi and Michele Santoro, Mr Berlusconi said: “The use [they] have made of public television, paid with everyone's money, is criminal. I believe that it is a duty of the new management [of state broadcaster, Rai] to prevent this from happening again.”

All three had their shows cancelled, although officials denied that there was any connection to Mr Berlusconi's remarks. They are not alone. In 2003 comedian Sabina Guzzanti had her satirical television show, RaiOt, cancelled after one episode after a defamation lawsuit from Mediaset.

About the same time as Mr Luttazzi's television interview Mr Berlusconi sued The Economist for its cover story in April 2001, with the headline “Why Silvio Berlusconi is unfit to lead Italy”. He lost. Last year a Milan court threw out the claim.

Mr Luttazzi, who works in fringe theatre, said: “It has been difficult for me.” There is no longer a single satirical programme on Italian TV. He compares the levels of press freedom in Italy to the Fascist period. “They might not kill you these days but they send you into media exile.”

A Berlusconi aide declined to comment on allegations of censorship. He told The Times: “It is enough to look at the newspapers to see that there is freedom to criticise everybody.” (Micromega)

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