Due spontanee insurrezioni di popolo, sconfitte dal fascismo trionfante

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Pordenone 1921 Parma 1922

di Gian Luigi Bettoli

Pordenone maggio 1921 – Parma agosto 1922. Fra queste due date si dipanano i disperati tentativi del proletariato italiano di resistere inarmi all’armata fascista che si sta espandendo.
Fra le “barricate di Torre” e quelle “ di Oltretorrente” si diffonde ilmovimento degli Arditi del Popolo, nel quale confluiscono socialisti disinistra, repubblicani, anarchici e sindacalisti rivoluzionari, ma anchecomunisti e popolari che non accettano le opposte posizioni di estraneità dei loro partiti. Successe anche a Pordenone, la cui sezione comunista venne duramente redarguita dalla settaria direzione nazionale.
Cosa rimane di questa esperienza, che ebbe momenti importanti in quel “biennio nero” anche nel Pordenonese, non limitandosi alla resistenza del quartiere operaio di Torre del 10-11 maggio (come quando Pietro Sartor guidò gli Arditi pordenonesi fino a Spilimbergo per affrontare i fascisti di quella città)?
Proprio il confronto con lÂ’episodio maggiore delle “cinque giornate di Parma” appare utile per delineare alcuni punti fermi. Un episodio – quello dellÂ’Oltretorrente – che ha ispirato una ricca produzione storiografica ed artistica, ma anche una memoria istituzionale (certo foriera di sterilizzarne gli aspetti più popolari ed antagonistici) che agli arditi pordenonesi è stata negata.
In primo luogo, cÂ’è un problema di mancata ricerca sui materiali di quellÂ’epoca, di mancata raccolta delle testimonianze, che solo in parte si sono salvate, quasi sempre grazie al lavoro certosino svolto dalla professoressa Teresina Degan fin dai primi anni ‘50. Solo pochi anni fa è stato possibile ritrovare e pubblicare, grazie al deposito effettuato dai figli presso il Centro Studi “Piero Gobetti” di Torino, il testo teatrale di Costante Masutti, scritto negli anni Â’30 in Unione Sovietica, opera che venerdì sera sarà rappresentata per la prima volta. Poca cosa forse, rispetto ai lavori di Balestrini e di Cacucci dedicati a Parma, anche se in questo caso possiamo apprezzare la testimonianza diretta di un protagonista, operaio autodidatta. Una personalità ormai dimenticata del movimento operaio pordenonese – come tante altre ancora: da Sartor, esponente di primo piano del Pci in Francia e Belgio, ad Ernesto Oliva, organizzatore dello sciopero cotoniero del 1928 (uno dei più importanti sotto la dittatura) e poi responsabile della Cgil clandestina a Milano, ai tanti altri che non è possibile ricordare in questo contesto.
Quanto alle celebrazioni, esse hanno risentito dellÂ’ambiguità dei rapporti fra le forze politiche antifasciste fin dalle origini: se il parroco di Torre don Lozer è sempre stato considerato solidale con i suoi concittadini insorti, e se gli “arditi bianchi” collaborarono in qualche episodio con gli altri antifascisti, il Ppi pordenonese volle mantenere una posizione equidistante sia in quel tragico frangente sia un anno dopo, di fronte alla caduta dellÂ’amministrazione socialista costretta a piegarsi alla violenza fascista. E così è stato anche dopo, con la sola sinistra lasciata a commemorare periodicamente le Barricate, nel disinteresse delle istituzioni locali egemonizzate dalla Dc.
EÂ’ una storia quasi tutta da esplorare, quella della memoria del primo antifascismo pordenonese, espressione di una “città rossa” che – anche in quei giorni di guerra civile – seppe arrestarsi in una settimana di sciopero generale e portare in Parlamento il suo primo deputato, il socialista Ellero.
Riteniamo quindi una grande occasione la possibilità di confronto, finalmente avvenuta, con il lavoro di ricerca della giovane storiografia parmigiana, rappresentata in questa occasione da William Gambetta, uno dei curatori del libro “Memorie dÂ’agosto: letture delle Barricate antifasciste di Parma del 1922”.
Anche se non si tratta certo del primo incontro “sul campo” fra parmigiani e pordenonesi. Da Parma venne a Pordenone negli anni ’70 Lucio Schittar, il collaboratore di Basaglia che avrebbe impostato i servizi di salute mentale della nuova provincia, anticipando lo spirito della riforma del 1978. Si tratta di un’altra rivoluzione, forse l’unica riuscita e ancora non messa in discussione in questo nostro paese, cui il Centro Studi Movimenti di Parma ha dedicato un filmato presentato
pochi giorni fa a Cinemazero.
E chissà, forse delle Barricate di Torre avevano già avuto occasione di parlare il comunista di Stevenà Mario Zaros ed il suo leggendario comandante Guido Picelli – lÂ’eroe delle Barricate di Oltretorrente – nelle lunghe notti prima del comune sacrificio a Mirabueno, nei primi reparti garibaldini di Spagna.
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Associazione Casa del popolo di Torre
con il sostegno di:
Comune di Pordenone
CGIL Pordenone
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Presenta:
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Le “Barricate di Torre” del 10-11 maggio 1921
Primo episodio di opposizione di massa al fascismo in Italia
88° Anniversario
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Venerdì 22 maggio ore 20.30
Casa del Popolo di Torre
Via Carnaro 10 Pordenone
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Programma dell'evento:
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– Saluti dell'Associazione Casa del Popolo e delle autorità
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– La memoria delle barricate
Relazione del prof. William Gambetta della redazione di “Zapruder-
Storie in Movimento”, curatore del libro “Memorie dÂ’agosto: letture
delle Barricate antifasciste di Parma del 1922″
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– Spettacolo teatrale
“Un episodio della guerra civile in Italia. In Pordenone maggio 1921”.
Tratto dall'opera elaborata nel 1933-1934, nell'esilio in Urss, da
Costante Masutti, segretario della Federazione degli Operai Edili della
Camera del Lavoro di Pordenone.
A cura della Compagnia di Arti e Mestieri.
Regia di Bruna Braidotti.

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