Integrati e disintegrati

di Mario Argento

Sulla questione dell’integrazione una ricerca sulla comunità italiana di Koblenz e Neuwied

In un contesto di apparente tranquillità, tutti si sforzano a ritenere concluso il processo di integrazione della comunità italiana in Germania. Autorità tedesche e italiane sono compiaciute di poter affermare che la comunità italiana è da ritenersi omogeneamente integrata nel tessuto sociale delle comunità territoriali ospitanti.

La realtà però è ben diversa dai risultati che emergono da un sondaggio effettuato nelle province di Koblenz – Neuwied e zone limitrofe. Alcuni quesiti sono stati proposti ad un campione di 100 famiglie, intervistate via telefono o personalmente. Di seguito riportiamo alcuni dati tra i più interessanti. Alla domanda “Come giudicate il vostro grado di integrazione?”: il 28,5% degli intervistati risponde che sono ben integrati, 38,1% si sentono sufficientemente integrati e il 33,4% poco integrati.

A seguire si chiede “Ritenete di aver costruito un rapporto di amicizia con il popolo ospitante?”: il 12% afferma di avere molti amici tedeschi, il 48,5% abbastanza e il 39,5% ha solamente pochi amici tedeschi. Il dato sembra più ottimistico quando gli intervistati valutano l’integrazione dei più giovani.

Alla domanda “Come giudicate il grado di integrazione dei vostri figli, sia in riguardo alla vita scolastica – professionale che occupazionale?”: il 47,6% risponde che sono ben integrati, il 33,4% sufficientemente integrati e solo il 19% poco integrati. Anche il dato sulla rappresentanza risulta incerto.

Alla domanda “gli Ausländerbeiräte sono stati istituiti per dare voce agli stranieri. Conoscete i vostri rappresentanti?”: il 52,4 affermativamente mentre il 47,6% non li conosce. Per quanto riguarda la permanenza in Germania si chiede “Nel vostro programma futuro prevedete un rientro definitivo in Italia?”: il 10% vuole rientrare in Italia contro il 90% che non prevede un rientro. L’ultima domanda riguarda l'insegnamento della lingua italiana nelle scuole tedesche, “la lingua italiana si è ridotta ad una presenza poco considerevole.

Ritenete sorpassata questa offerta linguistica e culturale?”: la totalità degli intervistati sostiene che è ancora efficace, in controtendenza rispetto al dato che esce dalla domanda “ritenete utile che i vostri figli o nipoti apprendano la lingua italiana?”: dove il 28,5% sostiene che è un beneficio e il 61,9% non lo ritiene necessario.

In conclusione va fatto notare che le province di rilevazione soffrono una depressione economica che ha inciso e incide sul mercato del lavoro e quindi sulle opportunità occupazionali degli italiani. Di riflesso la nostra comunità rappresentata da over 50 è maggiormente colpita e in diversi casi l'isolamento nelle proprie dimore, diventa una forma d'autodifesa.

Le nuove di difficoltà richiedono una riscoperta di valori e di solidarietà e una netta rottura da logiche impostate solo su “grigliate e festicciole” fuori dal tempo.

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