Intervista a Maurizio Chiocchetti
Responsabile degli italiani all’estero per il Partito Democratico
Il Partito Democratico come sta organizzando la campagna elettorale sulla circoscrizione estero?
Intanto stiamo preparando le liste in queste ore. Le liste saranno un intreccio tra la riconferma dei parlamentari uscenti del Partito Democratico e novità con presenze di esponenti giovani donne e uomini alla luce delle nuove emigrazioni. Un insieme di un forza sperimentata ma anche di novità e di innovazione. Contemporaneamente cominciamo a preparare la campagna elettorale. Faremo diverse iniziative nelle nostre collettività a partire dall’Europa ma non solo. Ho già in previsione viaggi abbastanza lunghi, sia nel Nord che nel Sud dell’ America. Come Veltroni e a differenza di Veltroni, invece che di un bus dovremmo attrezzarci con un aereo per girare il mondo. Inoltre l’utilizzo delle nuove tecnologie a partire dalla rete. La rete è decisiva soprattutto in questo ambito mondiale. Un sistema, peraltro, già sperimentato ai tempi delle primarie. Il tutto in armonia sinergica con l’attività dei singoli candidati che sono fondamentali sui vari territori del pianeta.
All’estero, risulta che il nome di Veltroni, oltre ai contenuti di innovazione predicati, rappresenti una grande curiosità e novità, la gente si è accorta che ha cambiato le regole del gioco?
Si, è vero, confermo questa che non è solo una sensazione. Già negli incontri che personalmente sto ottenendo in preparazione alla campagna elettorale vedo grande partecipazione, tanta voglia di fare. Vedo tanti giovani che partecipano alle nostre riunioni tutti spinti da questa forte novità del Partito Democratico e della stessa candidatura di Walter Veltroni a Presidente del Consiglio. Come una ventata di aria nuova per il nostro paese. C’è bisogno di cambiare radicalmente il sistema politico italiano e noi lo stiamo facendo concretamente. Il fatto di andare da soli alle prossime elezioni ha cambiato, in pochi giorni, tutto il vecchio sistema di equilibri-squilibri. Bisogna che questo effetto arrivi anche dentro le istituzioni e dentro il governo. Un governo in grado di decidere velocemente e di fare le cose altrettanto bene senza perdersi in miliardi di discussioni con decine di partiti. C’è questa volontà, una grande voglia di partecipazione anche dall’estero. Aggiungo che ai nostri connazionali stanno molto a cuore le sorti dell’Italia e non solo le questioni che li riguardano da vicino come la struttura della rete consolare, i corsi di lingua, i temi della cittadinanza, dell’assegno di solidarietà, ecc.
E’ dell’ultima ora l’accordo con i radicali che faranno confluire i loro candidati nel PD in cambio dell’assicurazione di nove parlamentari e la Bonino Ministro, stesso accordo dell’Italia dei Valori?
In queste ore stiamo mettendo appunto anche questo. Abbiamo già avuto un colloquio con i responsabili dell’Italia dei Valori chiedendo loro, dati alla mano, di essere presenti all’estero nelle nostre liste del Partito Democratico. Stessa intenzione e linea proporremo ai radicali. Aspettiamo di vedere per organizzarci nel miglior modo possibile, la notizia è freschissima. E’ vero che l’elezione all’estero è un sistema elettorale proporzionale, ma in molti casi diventa un sistema uninominale secco. Chi piglia un voto di più viene scelto. L’Italia dei Valori, l’altra volta per puro caso, riuscì ad ottenere un deputato. Questa volta sarebbe molto difficile. Stiamo lavorando per non buttare via nessun voto da questo punto di vista.
Il pericolo è l’astensionismo, una parte dell’elettorato all’estero si è letteralmente disamorato, preferirebbe non votare affatto.
E’ vero. Abbiamo poco più di tre milioni di elettori all’estero che hanno diritto di votare. L’altra volta ha votato un milione. Nonostante tutto credo che aumenterà il voto all’estero, non di moltissimo ma aumenterà per la passione e la competizione che c’è anche all’estero. Se non altro perché la situazione prospettata è molto chiara: o si sta con il PD o con il PDL. Senza dimenticare che in campo sono presenti altre esperienze politiche e formazioni indipendenti come in Sud America. O si sta con Walter Veltroni, una persona capace nuova perchè si presenta per la prima volta alla presidenza del consiglio o si sta con Berlusconi che nuovo non è sicuramente dato che tenta ad arrivare alla Presidenza del Consiglio per la quinta volta.
Sulle modalità di voto e di scrutinio, avete approntato sistemi antibrogli efficienti?
Ci stiamo attrezzando. Il governo ha inserito nel decreto alcune cose che vanno in questo senso affinché il voto si svolga senza anomalie e sia singolo e segreto. Una preoccupazione forte in queste ore è rivolta anche alle modalità di spoglio delle schede. La scorsa volta, le immagini che hanno più impressionato il popolo italiano sono state proprio quelle delle modalità approssimative di conteggio. In queste fasi concentreremo la nostra attenzione. Nel decreto c’è anche la riduzione del numero di schede da vagliare, si passa da 5000 a 2500 per ogni seggio. Già questo è un piccolo passo ma non è sufficiente, stiamo lavorando sodo.
Qual è il viaggio dei prossimi giorni che ha in programma?
Il 23 febbraio, salvo complicazioni, mi dovrei recare in Belgio dove è programmato un incontro per la preparazione delle liste. Poi ho in programma altri giri in Europa, in Francia, in Inghilterra. Praticamente l’Europa ce la siamo girata tutta. In campagna elettorale, in questi giorni, stiamo organizzando viaggi soprattutto nelle Americhe perché lì che noi consideriamo forte la battaglia soprattutto per confermare i due senatori.
Cosa promettete in campagna elettorale, qual è il vostro biglietto da visita, il vostro slogan oltre a quello di Veltroni in Italia?
Il nostro biglietto da visita è che abbiamo fatto bene venti mesi di legislatura. L’impegno dei parlamentari è stato forte. Sono state aggredite alcune questioni, alcune le abbiamo portate in porto altre, perché è caduta la legislatura, non si son potute realizzare. Per esempio la legge sulla cittadinanza che era già ben incardinata alla Camera e anche quella sull’assegno di solidarietà che aveva passato il vaglio di diverse commissioni. Chi ha voluto interrompere la legislatura si assume questa responsabilità nei confronti dell’elettore italiano all’estero. Ultimamente poi, abbiamo avuto questa ottima notizia, come doveva essere non una ulteriore concessione per i nostri connazionali all’estero ma un diritto, la riduzione dell’ici sulla prima casa in Italia. Le assicuro, una battaglia a colpi di burocrazia.