Contro il boicottaggio della Fiera del Libro

di Piero Fassino, Furio Colombo ed Emanuele Fiano

Sinistra per Israele

C´è qualcosa di estremamente paradossale, tradizionale e violento, nell´idea di boicottare la Fiera del libro di Torino, a motivo della centralità tematica dei sessant´anni dalla fondazione dello Stato di Israele. È paradossale che da certa sinistra estrema si invochi il boicottaggio della cultura; ma è purtroppo anche una tradizione che non tramonta in alcune parti di quella sinistra. Si colpiscono così le voci più limpidamente critiche della società israeliana, come quel David Grossman che ha rifiutato di stringere la mano ad Olmert, denunciando con forza quelli che erano per lui i tragici errori nella conduzione della guerra in Libano.
Ma sarebbe paradossale anche se si volessero colpire scrittori schierati a favore della politica del governo Olmert. Sarebbe estraneo all´idea di libertà nella quale noi crediamo; perché il boicottaggio contro la cultura di un intero Stato, è violenza politica.
Il vero dramma è che parte della sinistra radicale italiana, nonostante importanti evoluzioni in senso diverso, come la ferma contrarietà al boicottaggio espressa da Fausto Bertinotti, continui a ritenere Israele “cosa” distante dalla sfera dei valori progressisti, dalla storia del movimento socialista, dall´etica politica che ha contrassegnato il Risorgimento, da cui il sionismo discende e soprattutto dalla Liberazione dal nazifascismo.

Emanuele Fiano

Torniamo qui, perché è qui che continua a esserci un nervo scoperto: la festa dei sessant´anni della fondazione di Israele dovrebbe essere festa per tutti i progressisti, di tutto il mondo. Perché un popolo perseguitato ha trovato la sua legittima casa, perché uomini e donne in fuga dall´Europa hanno avuto una patria in cui riconoscersi e rifugiarsi, perché il Medio Oriente ha conosciuto in questo modo un´isola di democrazia e sviluppo, in un panorama di Stati non democratici, compresi quell´Egitto e quella Giordania sotto cui erano un tempo Gaza e la West Bank.
Qui non sono in discussione gli errori politici commessi da una governo o dall´altro, come non sono in discussione i diritti dei due popoli coinvolti, qui è in discussione il diritto ad esistere dello Stato di Israele, che dovrebbe essere patrimonio e impegno di difesa per tutti coloro che si riconoscono nella lotta al nazifascismo e alle leggi razziali e non è in discussione il diritto all´esistenza di uno stato palestinese che era stato proclamato insieme alla nascita dello stato di Israele e che sarà come hanno detto gli scrittori israeliani che ci apprestiamo a onorare a Torino, il destino e il futuro dei due popoli.
Stupisce che vi sia ancora chi non capisce a sinistra che boicottare Israele vuol dire boicottare ogni speranza di pace anche per i palestinesi; il boicottaggio sarebbe un atto di guerra in più in un aerea del mondo in cui mille voci da una parte e dall'altra implorano diritti, pace e dialogo.
Per questo ci schieriamo contro il boicottaggio della Fiera del Libro: non solo perché progressisti e amici di Israele, ma anche perché vogliamo una sinistra laica e aperta alla ragione. Ancora e sempre, l´amicizia con Israele è sinonimo di amore per la libertà e per il progresso. (L'Unità 4-2-2008)

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