Il colore delle toghe dei magistrati non era rosso?

Il colore delle toghe dei magistrati non era rosso?

La Magistratura, intercetta. Intercetta con l’ostinazione di una macchina schiacciasassi. Ascolta, decifra, lascia trapelare ed “avvisa”. All’epoca delle vicende giudiziarie del Presidente Berlusconi, quando “l’Indagine” per eccellenza metteva a fuoco solo la sua persona, si parlava di toghe rosse. Rosse perché comuniste. E non era certo una antifona. Lo si dichiarava spesso e con petulanza, forte e chiaro. La denuncia mirava soprattutto a sottolineare azioni irrinunciabili per codice penale, quando lecite, proprio in momenti cruciali come l’avviso di garanzia notificato a Berlusconi nel bel mezzo di un G8 sulla criminalità a Napoli.
Da allora, tanta acqua è transitata da sotto i ponti. La Magistratura ha intercettato molti telefoni di personaggi importanti senza risparmiare nessuno. Gli stessi D’Alema, Fassino, banchieri di rinomata potenza tutti dell’area di sinistra, quella che con il rosso ha avuto un legame strettissimo. Allora, queste toghe che si accaniscono contro i potenti ed ultimamente contro i politici, sono una magistratura comunista? Ma se non è rosso comunista il colore delle loro toghe, allora dove vogliono andare a parare? Una dittatura della Magistratura forse? E se questa Magistratura fosse rossa proprio ora che è al governo la sinistra avrebbe fatto tanto scalpore arrestando la signora Mastella? Anche Beppe Grillo dicevano essere di sinistra eppure ha mandato a fare…una passeggiata a tanti politici proprio quando a governare c’è la sinistra. Ora, se Grillo è di sinistra, allora bisogna ammettere e riconoscergli una impostazione politica corretta e disinteressata. Non è poi questo che auspicano i teorici di una politica che non sia contrapposizione e basta? Per dirla in altre parole, se una magistratura comunista si accanisce anche contro i comunisti e con quanti sono alleati con loro come nel caso di Mastella perché li ritiene non purissimi, dovremmo riconoscere o no che è obiettiva e non si lascia condizionare dalla passione e dalla fede politica?
Non è lecito pensare, a questo punto, che una Magistratura senza colore, sia una garanzia per il paese? Vero è che non tutti i politici, che il Signore il protegga, sono corrotti, ma neanche è possibile mostrare sistematicamente il nostro disappunto quando uno di essi viene inquisito. Quella che è stata definita “La Casta”, è divenuta tale nel senso della sua intoccabilità, perché sconvolge l’idea che un potente cui sono affidati i nostri destini ed i nostri denari, sia divenuto un cattivone. Essi, non possono sbagliare come tutti gli uomini?
Ci troviamo, dobbiamo ammetterlo se vogliamo ritenerci lucidi, a riconoscere che l’intervento della magistratura è presente a tutti i livelli e su tutti i partiti dell’arco costituzionale. E’ sbagliato dunque ammettere che la sua azione sia bipartizan? O no? Certo, se invece la malafede della Magistratura divenisse prova inoppugnabile, allora dovremo provare ad immaginare il disegno programmatico a monte del progetto. La vicenda che ha sconvolto la famiglia di Mastella e Mastella stesso, nello stazionamento del mare magnum di rifiuti traboccati fuori dai margini delle buona creanza di Napoli, si è consumata circa un’ora prima che il Ministro relazionasse in aula a proposito della riforma sulla giustizia. E’ stata definita, manco a dirlo, un’azione ad orologeria che puntava a distruggere Mastella e, conseguentemente, il governo Prodi. Se così fosse, perché potrebbe anche essere, ci troviamo al cospetto allora di un potere criminale la cui deleteria portata non può essere quantificabile, staccata e svincolata da ogni altro condizionamento? Sarebbe dunque una Casta che vuole soppiantarne un’altra? Eliminare il colera soppiantandolo con la Peste bubbonica?
Una monarchia giurisdizionale con a capo il Consiglio Superiore della Magistratura?

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