Violenza tra i giovani

di Victoria Balliet

La violenza giovanile è un fenomeno di crescente diffusione ai giorni nostri. E’ di qualche giorno fa la notizia del Corriere della Sera riguardante la morte di un undicenne nel parcheggio di un pub di Liverpool. Il bambino si chiamava Rhys, capelli biondi, faccia tonda, bel sorriso. E’ stato ucciso da un altro quattordicenne arrivato su una bicicletta con il cappuccio della felpa sollevato a nascondere il volto. E una pistola tra le mani, dalla quale ha fatto partire tre colpi. Li sono bastati così pochi secondi per spezzare la vita di un suo coetaneo la cui unica colpa era quella di giocare a pallone e di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.
La polizia parla di “gang-war”, le cosiddette guerre tra bande giovanili che dall’inizio dell’anno hanno già riportato il diciassettesimo caso di omicidio in Gran Bretagna il cui movente è il controllo del quartiere.
Questo è uno dei casi limite di violenza che vede protagonisti ragazzi di oggi che spesso, a causa di mancanza di punti di riferimento come scuola e famiglia, situazioni familiari disagiate o per semplice noia e voglia di trasgressione, si riuniscono in bande, per dominare un quartiere, commettere furti, minacciare, distruggere.
Ieri un'altra storia di violenza a Trieste: un bambino viene torturato e picchiato da altri due coetanei e, come atto finale, gettato in un cassonetto. La polizia riesce per puro caso a salvarlo, il bambino ora è all’ospedale con una prognosi di più di 20 giorni.
Senza arrivare a citare casi di violenza estrema si può osservare anche l’evidente crescita del fenomeno del bullismo nelle scuole.
E’ importante quindi capire quali siano le ragioni che spesso spingono i giovani a compiere atti violenti ed aggressivi nei confronti dei propri coetanei analizzando una serie di aspetti partendo dall’ ambiente familiare, quello scolastico, per arrivare al contesto sociale odierno.
Considerando tutti questi fattori si può notare che i modelli familiari ai quali i bambini sono legati e gli episodi che si verificano nella fase della crescita, segnano e definiscono il loro carattere.
La famiglia rappresenta infatti il primo fondamento sul quale si costruisce la personalità del bambino.
Se in famiglia si assiste ad episodi di violenza alcuni adolescenti tenderanno ad avere a loro volta un comportamento violento nei confronti degli altri per un senso di rivalsa. Oppure, nel caso di bambini più sensibili, questo fatto può portare ad un aumento della fragilità e una conseguente chiusura interiore.
D’altra parte, anche un’eccessiva tolleranza da parte dei genitori e degli insegnanti di oggi hanno contribuito ad un progressivo abbandono delle regole e della disciplina da parte dei ragazzi. Un altro aspetto da considerare è inoltre l’esistenza attuale di un ambiente scolastico meno omogeneo dovuto alla presenza nelle classi di più comunità differenti tra loro appartenenti a paesi e culture diverse che devono trovare un equilibrio per una pacifica convivenza.
All’origine dei comportamenti violenti c’è l’aggressività, un aspetto della natura umana legata all’istinto di sopravvivenza. Ma l’aggressività non deve essere vista sempre in senso negativo, questa forza istintiva infatti, a seconda dei casi, può assumere diversi significati: può trasformarsi in grinta, determinazione, creatività oppure in rabbia, sfogo fisico e verbale.
Il bullismo non è altro che una forma di tormento, fisico o psicologico, dove viene preso di mira sempre lo stesso soggetto. Il bullo si sente gratificato nel vincere sul più debole e in alcuni casi è la stessa vittima a provocare il bullo, oppure trattasi a volte di vittime consenzienti che accettano questo comportamento pur di essere accettati dal gruppo. (L’Arca di Noè)

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