Democrazia interna ed unità  nei partiti

Cambiare la legge elettorale da sola non serve, perchè da una partitocrazia senza partiti passeremo ad una oligarchia senza partitocrazia se non saranno introdotte le preferenze; ovvero, nel caso di liste bloccate, non sarà attuata la Costituzione sul riconoscimento pubblico dei partiti”. Lo afferma il Sen.Amedeo Ciccanti dell'udc, convinto sostenitore della democrazia interna dei partiti, “come alternativa all'attuale 'telecrazia' che da una parte semplifica il messaggio politico, ma dall'altro genera 'antipolitica' e protagonismi ribellistici e localistici”. “Bisogna scegliere regole che privilegino il progetto prima dei personaggi – ha concluso – e il modello tedesco ne è un aspetto, ma non esaurisce l'esigenza di una democrazia sostanziale”.

“Le parole di Buttiglione a favore dell'unità e del dialogo sono provvidenziali in una fase del dibattito interno all'udc, che da una parte è molto teso ma dall'altra ha notevoli spunti di confronto politico alto e nobile. Vedo che anche Casini con Adornato e Pezzotta sta privilegiando un progetto politico fondato sulla condivisione, che è cosa assai diversa da chi pensa alla necessità di 'un uomo solo al comando' e questo fa la differenza con il nuovo partito di Berlusconi. E' opportuno che in tale fase tacciano i cortigiani di complemento, che non hanno niente da dire sul piano politico se non fare della polemica spicciola”. Lo afferma in una nota il Sen.Amedeo Ciccanti che nell'udc è uno dei sostenitori della 'cosa bianca'.

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