di Angela Bottini , ang.bott@alice.it
Egr. Severgnini,
con questa mia lettera vorrei denunciare un episodio di discriminazione sessuale perpetrato nei miei confronti e delle mie colleghe, da parte di un gruppo di ebrei-ortodossi. Io lavoro presso un noto aeroporto milanese, la scorsa settimana sono giunti, da tutto il mondo, 200 rabbini destinati ad una convention, che si é tenuta in una nota località del lago Maggiore, presso il più prestigioso Grand Hotel del luogo. Il giorno del loro arrivo in Italia sono stata precettata per svolgere il servizio richiesto, quando mi sono presentata c'erano due rappresentanti della delegazione con il loro interprete, in quanto non parlavano inglese. Da subito avevo notato una certa riluttanza nei miei confronti (escluso l'interprete) da parte dei suddetti signori, stavo per iniziare a svolgere il mio lavoro, quando, nel giro di pochi minuti, l'organizzatore dell'evento aveva contattato i miei superiori ordinando che io mi allontanassi immediatamente dalla mio postazione, in quanto DONNA, quindi IMPURA. Io ho sempre nutrito rispetto per tutte le religioni, ma quando subentra l'integralismo e la discriminazione nei confronti di un paese straniero ed inoltre ospitante, mi sento disgustata. Mi sento offesa come donna innanzitutto e come persona. La vita é un dono e questo privilegio é dato unicamente alla figura femminile ed anche quei rabbini sono figli di una donna. Io credo che nessun DIO abbia trasmesso e predicato così bassi ideali, credo piuttosto che nei secoli molti abbiano travisato il suo messaggio ed abbiano manipolato la sua Parola, come in un subdolo gioco politico, per soggiogare i più deboli o coloro che essi credono essere i più deboli. E poi…. dopo oltre mezzo secolo parlano ancora di discriminazione razziale nei loro confronti.
Angela Bottini , ang.bott@alice.it