Berlusconi stravincerà  le prossime elezioni

Intervista all’on. Gaetano Fasolino (Forza Italia)

Alla luce delle primarie appena conclusesi con l’elezione di Walter Veltroni, si evince una voglia di aggregazione tra partiti, a dispetto di una serie innumerevole di frammentazioni sia a destra che a sinistra. Il progetto della destra in risposta a quello di sinistra qual è?

Credo che Berlusconi abbia dato delle indicazioni chiare. Il problema non è aggregare formazioni politiche o partitiche , il problema è aggregare la gente, semplificare il sistema politico nazionale. Il dato di fatto dato di fatto è che sono presenti 25 partiti. Metterli insieme è una impresa ardua e non corrisponde agli interessi del paese. Piuttosto bisogna cercare su un programma, su una impostazione anche ideale per aggregare la gente.

Il problema vero qual è?

Nel momento in cui si aggregano le sigle il programma si deve dilatare e perde la sua caratterizzazione. Come è accaduto al governo di centrosinistra, hanno messo insieme tutte le sigle della competizione elettorale ed ora si trovano con una azione di governo frammentata soprattutto impaludata dai veti, dai distinguo che vengono dalle varie parti di questa aggregazione. Allora, per governare bene l’Italia, bisogna avere un programma preciso che spazzi via le sigle e aggreghi la gente intorno ad un ideale e ad un programma chiaro.

Poniamo il caso che si arrivi ad una legge che riduca il numero dei parlamentari, non crede che quello sia un peggiorativo per quanto riguarda le forze in campo, cioè, in altri termini, interessi più forti perché le poltrone sono più poche?

Noi, nella passata legislatura abbiamo approvato una riforma costituzionale che prevedeva anche la diminuzione del numero dei parlamentari sia al Senato che alla Camera. Purtroppo, poi la gente ha votato contro questa riforma. L’assurdo è stato vedere come i grandi politologi oggi pontificano sui media televisivi dicendo a tutto spiano che va diminuito il numero dei parlamentari, che va moralizzata anche una certa spesa, ecc. Però, quando c’è stato il momento decisivo del confronto popolare sul referendum rispetto ad una legge che aveva già diminuito il numero dei parlamentari, si sono comportati in maniera completamente opposta a quanto stanno predicando oggi. In realtà, hanno predicato bene e razzolato male. Io sono convinto personalmente ma lo è tutta Forza Italia, lo è soprattutto il Presidente Berlusconi, che i parlamentari come numero debbano diminuire. Siamo troppi e quindi c’è anche una spesa maggiore, esiste una frammentazione di competenze, una congerie di interventi che poi mal si armonizzano tra di loro. In futuro, con dei consessi, Senato e Camera più snelli, non solo i parlamentari potranno svolgere meglio il proprio lavoro, ma potranno avere una incidenza maggiore a livello delle decisioni. Il problema della democrazia è la centralità del Parlamento, la democrazia diretta è qualunquismo, demagogia, populismo. La democrazia vera è la democrazia parlamentare. Allora il Parlamento va arricchito nei suoi poteri. Diminuendo il numero dei parlamentari, questi diventeranno più forti e potranno mediare meglio tra la gente e le istituzioni, quindi, anche per quanto riguarda la spesa. Io sono contrario alla semplificazione, a degradare la funzione dei parlamentari al livello del prezzo del caffè o della sfogliatella meno costosi al bar della Camera piuttosto che al centro di Roma. E’ un errore gravissimo che va contro la democrazia. Diminuendo il numero dei parlamentari, diminuirà la spesa per i parlamentari.

Il contributo ai partiti, però, resta sempre quello per cui dove si risparmia, sugli stipendi?

Di pari passo, è evidente, deve diminuire anche il rimborso elettorale per i partiti. La battaglia non si vince solo sul campo del parlamento. La si vince anche nei confronti di un finanziamento pubblico ai partiti per rimborso di spese elettorali che arriva a toccare ed anche a superare i 1000 miliardi. Nessuno ne parla. Il problema sta qua. In corrispondenza alla diminuzione dei parlamentari, deve corrispondere una diminuzione del finanziamento ai partiti perché in nessuna parte del mondo è così alto come in Italia.

La presa di posizione di Beppe Grillo, questa ondata di populismo, fondamentalmente non fa altro che da megafono ai discorsi che si sentono ogni giorno nella metro, negli autobus, tra la gente comune. Quindi, una parte delle cose urlate da lui, sono vere, non trova?

Io credo che del fenomeno Grillo ci siano due componenti. Una componente popolare che non ne può più del distacco della politica rispetto al bisogno dei cittadini ed una componente istrionica che è tutta di Grillo. Mi sarei preoccupato della prevalenza di questa componente istrionica. Un partito come Forza Italia che il Presidente Berlusconi ha voluto che fosse sempre un movimento senza diventare un simulacro di movimento. L’intuizione che la gente vuole andare al di là dei partiti, su un ideale è stato il punto cruciale di F.I. Questa è la grande intuizione di Berlusconi. Posizionarsi dalla parte viva anche del pensiero attuale delle gente e delle sue insoddisfazioni. Grillo, a questa parte positiva che era stata già fatta propria da Berlusconi e dal suo movimento, ci ha aggiunto l’istrionismo. Lui è bravo in queste cose. Per esempio, ha dato quella coloritura io dico anche pagliaccesca che però affascina e crea proseliti. Un aspetto positivo di questo movimento di Grillo è che oggi, lui che viene dalla sinistra, ora da sinistra, dice delle pecche della sinistra. Questo apre gli occhi alla gente al punto che i consensi per Forza Italia stanno aumentando. La gente ha capito che quello che diceva il Presidente Berlusconi è vero e non può essere minimamente in dubbio se scegliere il grillismo o questo grande contenitore movimentista che è Forza Italia. Perché in Forza Italia ci sono dei valori reali, degli ideali cristiani e religiosi, la tradizione popolare, la libertà di impresa, la detassazione. Io lo leggo sui giornali, lo dicono in Spagna, in Argentina, negli Stati Uniti, lo strumento perché un paese vada avanti è la liberazione fiscale. Berlusconi dice qualcosa che sostengono i paesi più avanzati. Ora, in ritardo, se ne è accorto anche Veltroni ma la gente quando dovrà scegliere tra l’originale e la brutta copia, sceglierà l’originale, sceglierà Berlusconi.

Però, l’Udc si è smarcata.

Queste sono, come dire, le pantomime del palazzo. Anche all’epoca degli imperatori romani si formavano correnti, conventicole. Predominava oggi il pensiero di un gruppo domani il pensiero dell’altro. Io credo che, alla fine Casini come Fini, riconosceranno che oggi il valore aggiunto alla politica è Silvio Berlusconi. Non voglio sembrare un adulatore di Berlusconi con i paraocchi. Dico tutti mi chiedono di andare a votare mi chiedono quando cade questo governo. Si lamentano del peccato che Berlusconi non ha vinto. Chi ha votato a sinistra prima, oggi, è pentito e vuole votare subito Berlusconi. Io noto, al di là della bontà, della grandezza di leader come Fini oggi il valore aggiunto alla politica è ancora Silvio Berlusconi. Se le fibrillazioni servono per creare una amalgama migliore, ben vengano. Se invece sono tentativi di fare qualcosa di diverso, il vecchio inciucio, le vecchie ragnatele, credo che siano deteriori. Oggi, se andiamo a votare, sono convinto che Forza Italia vincerà. Ancor prima di Forza Italia vincerà Berlusconi. Certo vinceranno anche Fini e Casini, ma il valore aggiunto è lui. Non vorrei sembrare come un deputato di Forza Italia che loda oltre il dovuto il suo presidente di partito, lo sento dalla gente. Se Berlusconi andasse a fare un’altra sigla, la gente non è che voterebbe la sigla, vota dove va Silvio Berlusconi, ne sono convinto. Sono una persona che vive in periferia, lavoro tre quattro giorni canonici a Roma, cerco di essere presente in Parlamento ogni giorno, sono anche stato gratificato di un riconoscimento, di essere il più assiduo frequentatore della Camera in seno all’opposizione però quando torno al mio paese , nella mia provincia, vado in giro, incontro la gente e sento queste cose.

Convinca il signor Tizio che ha votato centrosinistra a votare centrodestra.

A dire la verità, tutti quelli che hanno votato centrosinistra e che hanno un minimo di raziocinio, già oggi sono convinti sostenitori del Polo. L’altra sera ho incontrato degli amici imprenditori che avevano votato centrosinistra. Sa, un imprenditore deve obbedire anche ai dictat della Regione, della Provincia che lì nel mio territorio, sono di sinistra, si lamentavano tutti dell’errore che avevano commesso nel votare centrosinistra.”dobbiamo votare Berlusconi subito” mi hanno detto. Non fanno altro che chiedermi quando saranno messi in condizione di andare a votare. La mia risposta è che dipende dalle loro incoerenze interne, dalla lotta tribale della sinistra antagonista e la sinistra un po’ più riformista che si sta realizzando. Dipenderà da loro se perderanno la maggioranza al Senato. Noi ce la stiamo mettendo tutta. Loro sono più arrabbiati di noi, vogliono andare rapidamente al voto. Arrivano tasse le più disparate ogni giorno. Ieri a me è arrivata la notizia di una tassa su una gestione unica di un Ente per una legge che hanno fatto e se quella carta non si legge bene e quella persona tace, si troverà lo 0,12% in meno sulla pensione Inpdap. E’ un esempio. Arriva una tassa al giorno. La gente non sa più a che Santo votarsi. Il valore dell’euro, rispetto alla realtà dei fatti, diminuisce sempre di più. La gente non ce la fa ad arrivare a fine mese, hanno detto che avrebbero fatto le liberalizzazioni, poi non le hanno fatte. E’ stata una finta.

I detrattori del Polo, dicono che in cinque anni tutto quello che imputate al centrosinistra però non l’avete fatto. Se vincerete le elezioni, che farete, abolirete le tasse? Abolirete l’ICI?

Noi non abbiamo mai detto che aboliremo tutte le tasse. Abbiamo sempre detto che toglieremo le tasse superflue ed ingiuste. C’è un pacchetto di tasse fondamentali perché un paese vada avanti e poi c’è una scelta. Questo surplus di risorse che lo Stato deve avere, deve nascere dall’economia o venire dalla tassazione e noi riteniamo che debbano venire dagli scambi, dalla produttività. Noi diciamo, chiediamo le tasse, diamo la possibilità alla gente di fare impresa di produrre, di offrire servizi, e dai servizi e dalla possibilità di fare impresa nasce l’introito per le casse dello Stato. Del resto se ricordiamo bene, i primi mesi del governo Prodi, noi abbiamo avuto una entrata fiscale eccezionale ed era dovuta alla politica di un governo precedente che aveva detto no alle tasse. Questa grossa entrata era venuta dalla politica liberalistica del governo che aveva fatto aumentare il volume degli affari e quindi aveva prodotto ricchezza. Noi siamo convinti che questa sia la strada. Ma poi non è che sia una nostra invenzione. Lo ricaviamo dalla realtà economica americana, inglese, francese. Tedesca. Cioè, le potenze industriali occidentali, liberistiche e democratiche adottano questa misura che vogliamo adottare anche noi naturalmente con i distinguo necessari. Noi siamo convinti che lo sviluppo dell’Italia possa essere più agguerrito in questo modo. Lei mi ha chiesto cosa faremo, oppure che abbiamo fatto. Noi abbiamo fatto la prima grande riforma della scuola, ora ce la stanno distruggendo. Abbiamo fatto una grande riforma della giustizia. Ho parlato con dei magistrati pochi giorni fa, ho sentito che erano quasi tutti contro il governo Prodi. La riforma che ha fatto Mastella per esempio. Gli diceva Castelli, che sta raccogliendo in gratitudine il corrispettivo della distruzione di una buona legge. Gratitudine dagli stessi suoi alleati i quali lo stanno attaccando ad ogni piè sospinto. Anche se Mastella si è messo a disposizione, mettendo a disposizione la sua faccia di uomo di potere, di vecchio democristiano per buttare a mare una riforma seria. La ultra sinistra ha usato Mastella per riformare la giustizia in senso conservatore ed in senso autoritario. Allora oggi i magistrati, nell’impianto di questa riforma, vedono alcune incongruenze gravissime come per esempio quella dei presidenti di sezione che dovranno lasciare l’incarico ed il Consiglio Superiore delle Magistratura si e no tra due anni dirà chi saranno i sostituti. Quindi si creerà, negli uffici giudiziari, quel caos che noi eravamo sicuri si potesse creare nel momento in cui loro hanno messo mano ad una riforma che noi avevamo fatto soppesando tutte le questioni e soprattutto cercando di dire ai magistrati che non eravamo contro di loro. Noi vogliamo che il corpo separato dello Stato più delicato, più importante, sia ed appaia super partes. Vogliamo che i diritti dell’accusa siano uguali ai diritti della difesa. Vogliamo che l’accusa sia anche rafforzata nelle sue possibilità organizzative e finanziarie. Perché se una indagine di un PM poi alla fine viene buttata nel cestino dal GIP o dalla prima seduta collegiale d’Appello, è un male per lo Stato, rendiamo forte il PM. Allora può essere anche il PM più duro nel perseguire un reato, la difesa però sa che lui è parte del processo ma non parte preponderante del processo e quindi noi abbiamo la salvezza del diritto della gente. Ebbene, loro hanno buttato a mare questa riforma, hanno buttato a mare la riforma Moratti che per la prima volta aveva messo il dito sulla piaga. Noi non possiamo tenere tutto il pacchetto pubblica istruzione in funzione degli insegnanti. Lo dobbiamo tenere in funzione della sete di sapere dei giovani i quali sono indietro rispetto alla media dei giovani europei ma non per colpa loro, ma per colpa di una scuola non all’altezza del compito.

Sì, però, Casini ha detto, davanti alle telecamere in TV: «Se quando eravamo al governo, ci fossimo interessati meno di giustizia e più dei problemi del paese, non avremmo perso le elezioni».

Cerco di essere obiettivo su questa materia anche perché penso che il capolavoro del centrosinistra negli anni passati sia stato di imbastire una serie infinita di processi contro il Presidente Berlusconi cercando di minarne l’autorità, la presenza in politica con un’arma extrapolitica, ma di tipo giudiziario. Del resto, questa mia convinzione oggi è corroborata, suffragata dal fatto che il Presidente Berlusconi non sia stato mai condannato. Eppure ha avuto centinaia se non migliaia di ispezioni della guardia di finanza. Ha ricevuto credo, centinaia di avvisi di garanzia ed alla fine nessuno ha potuto trovare nulla nei suoi confronti. Poi le dico una cosa, io seguivo, negli anni passati, con attenzione le vicende della Cirio. Quando Romano Prodi, quale presidente dell’IRI cercò di svendere la Cirio a De benedetti, fissò un prezzo di 400 miliardi dell’epoca. Se lei va a leggere nelle carte, questi 400 miliardi, non li avrebbe spesi De Benedetti dalle sue tasche ma attraverso lo scorporo delle varie attività della Cirio. Qualche gioiello veniva venduto e, con i soldi e con la vendita di quel gioiello, si pagavano i 400 miliardi. Quando Berlusconi è intervenuto denunciando la svendita in modo risibile una grande azienda, un grande gruppo alimentare ed ha fatto una offerta, dopo pochi mesi il valore della Cirio è lievitato a 1.800 miliardi. Allora mi chiedo, se Berlusconi ha fatto gli interessi dello Stato, se ha fatto in modo che un bene dello Stato aumentasse di valore con la sua entrata a piedi uniti in questa falsa vendita, avrebbe dovuto ottenere un premio. Chi sarebbe dovuto andare sotto processo era Prodi ed insieme con lui De Benedetti e tutta quella cordata. Sono una persona equilibrata, non sono più giovanissimo, ciò mi consente di guardare con una certa serenità alle cose. Sono stato anche amministratore per tanti anni. Ed in questa attività mi preoccupavo sempre, se dovevo vendere o acquistare beni dello Stato, di ottenere il massimo guadagno. Ciò al solo scopo di fare il bene delle mia provincia. Nel caso della Cirio, se la sono presa con chi aveva sventato un grande imbroglio. Bassolino fu uno di quelli che tuonò contro la svendita delle Cirio. Ma quando si individuò in Prodi il presidente del Consiglio, allora fece macchimìna indietro. Fu la Mafai a convincerlo dalle pagine dei giornali ad arrendersi per interesse politico.
L’accanimento giudiziario contro Silvio Berlusconi, ha appesantito il corso di quei cinque anni e concordo sul fatto che, se non ci fosse stato quell’attacco smodato, noi avremmo potuto svolgere ancora meglio il nostro mandato. Gli elettori lo hanno capito ed oggi che non possono più inventare nuovi processi a Berlusconi, anche se io credo ne riesumeranno qualcuno di nuovo. La gente ha capito che si trattava di un attacco proditorio nei suoi confronti e, nonostante tutti quegli avvisi di garanzia, non gli ha revocato la sua fiducia. Ha capito che il futuro governo Berlusconi sarà senza più quei macigni che piovevano da altre parti che non erano parti politiche. Sarà il rinnovato rinascimento italiano, una classe politica nuova, un modo diverso di articolare gli interventi. Abbiamo detto meno ministri meno sottosegretari. Fare perno sui valori. Noi che siamo parlamentari se saremo rieletti, saremo in numero minore come noi stessi avevamo deciso nella corsa legislatura.

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