Intervista all’on. Salvatore Ferrigno

L’on. Ferrigno: La finanziaria danneggia gli italiani all’estero

«Il malcontento degli italiani all’estero, qualora non bastasse, si è intensificato con questa finanziaria»

Intervista all’onorevole Salvatore Ferrigno di Forza Italia eletto negli U.S.A

Il 27 settembre, voci di corridoio qui in transatlantico, dicono che il senatore de Gregorio l’avrebbe contattata per chiederle di passare con gli Italiani nel mondo

Diciamo che sono un suo grande amico. Sta cercando di costruire una sua formazione politica. Cerca consensi. E’ chiaro che da parte mia può avere un appoggio esterno…io faccio parte di Forza Italia, rimango in Forza Italia, nel momento in cui la mia segreteria politica mi dirà di muovermi in un certo modo, allora mi muoverò.

Il partito degli italiani nel mondo già esiste con tanto di simbolo, lo sapeva? Si minacciano, per questo, azioni legali contro De Gegorio

Sì, c’è molta confusione e questa confusione certamente non aiuta gli interessi degli italiani all’estero. L’ho vista anche questa mattina (4 ottobre) intervenendo ai lavori del CGIE. Ho notato che una parte dei parlamentari, tra gli eletti all’estero, sono stati invitati, un’altra parte no. Mi sembrava quasi una setta carbonara. Io non credo che in questo modo si possano difendere gli interessi degli italiani all’estero, mi chiedo dove vada a risiedere la democrazia. Non aver invitato i rappresentanti eletti democraticamente all’estero che fanno gli interessi degli italiani all’estero…

Chi non è stato invitato

Dunque, sono stati invitati solamente alcuni a discrezione del Presidente della Camera. Molti altri, senza nessuna motivazione, non sono stati invitati. E’ stato molto imbarazzante partecipare ad una assemblea senza essere stati invitati.

CGIE si o no? L’on. Picchi (FI) lo vuole eliminare, come anche L’on Razzi di IdV

In effetti credo che siamo tutti d’accordo nel dire che, così come stanno le cose, non serve assolutamente a niente. E’ una istituzione obsoleta che ormai non fa più parte delle realtà. La realtà, oggi, è rappresentata dagli eletti all’estero, è a questi che bisogna dare più voce, ai vari Comites che rappresentano veramente gli italiani all’estero sul territorio. Ultimamente, tutti noi abbiamo assistito ad un CGIE che ha fatto solo turismo sociale. Abbiamo fatto conferenze in tutto il mondo trattando temi importanti, per carità, ma i risultati sono stati semplicemente uno sperpero di denaro dei contribuenti.

94 consiglieri

Assolutamente sì. Bisognerebbe modernizzare questa struttura che, a mio parere, è utile se fatta in maniera intelligente. Pensare ad una nuova struttura con un nuovo meccanismo di elezione e maggiore trasparenza sulle funzioni. Tutto ciò che si fa in favore dei cittadini italiani all’estero, è ben venuto.

Il suo cavallo di battaglia?

Cercare di far passare quella legge che dà ai nostri concittadini all’estero, la possibilità di acquisire la cittadinanza italiana. Agli italiani, che sono veri italiani, italiani puri, nati in Italia che spesso hanno fatto anche il servizio militare in Italia servendo la nostra patria, viene negata la cittadinanza che spetterebbe loro di diritto. Si parla tanto di concedere la cittadinanza agli extracomunitari, non si parla assolutamente di questo diritto per gli italiani all’estero. A volte mi guardo in parlamento e mi chiedo se facciamo veramente gli interessi degli italiani all’estero o stiamo cominciando a fare gli interessi degli stranieri. Questo è un quesito che dovremmo, autocriticamente, cominciare a porci. E’ un paradosso e lo dico senza fare discriminazioni. La priorità va accordata ai cittadini italiani e poi a quelli stranieri.

La proposta dell’Unione, prima firmataria l’on. Bafile sull’assegno di solidarietà, in calce la sua firma non c’è. Non era d’accordo?

Intanto, credo, sia un provvedimento utile per chi ne abbia veramente bisogno. Il problema è un altro, qui si fa più politica che gli interessi del cittadino. Per esempio, questa proposta di legge non è arrivata neanche sul mio tavolo per richiedere la mia firma. Io l’avrei senz’altro firmata, ne avrei avallato il progetto, mentre invece…Così come, devo dire, per esempio, la proposta di legge che io avevo presentato in parlamento il 25 maggio per il riacquisto della cittadinanza straniera per chi l’avesse persa, non porta la firma di tutti i parlamentari eletti all’estero, anche se, devo ammettere, qualcuno della maggioranza, l’ha sottoscritta. Molti, qui, sono orientati politicamente per fare gli interessi personali. Tutti vogliono avere visibilità, in questo modo non si dà un ruolo prioritario agli interessi dei nostri connazionali all’estero.

Abbiamo intervistato ieri (3 ottobre) l’on. Tremaglia. Egli propone una Commissione Bicamerale fatta di senatori e deputati eletti all’estero. Le piace l’idea?

Io sono d’accordo, questa è una iniziativa nobile da appoggiare e sostenere senz’altro, poi ricordiamoci di chi è Tremaglia e cosa ha fatto per gli italiani all’estero. Ma sono convinto che se domani si andasse alle urne, all’estero, purtroppo, ci ripresenteremmo ancora una volta divisi. C’è sempre una presunzione di fondo di essere migliori degli altri. Non abbiamo recepito la lezione delle politiche.

Ma se è così, allora è grave!

E’ una cosa gravissima, dovremmo invece preoccuparci di avere un unico corpo. Prima uniamoci al nostro interno e poi possiamo cercare di unirci anche con i nostri avversari politici.

Quindi una Bicamerale così proposta, oggi, è prematura?

Non voglio dire che sia utopistica, però non credo sia realizzabile anche se sono d’accordo ed appoggio l’iniziativa senza preamboli. Ma bisogna cominciare per gradi come si fa quando ci vestiamo la mattina, prima la biancheria intima poi il resto. Cominciare dalla cravatta per poi andare al resto, non ha senso.

Abbiamo la finanziaria. Gli italiani all’estero ne beneficeranno?

Il malcontento degli italiani all’estero, qualora non bastasse, si è intensificato con questa finanziaria. Essi sono penalizzati perché dovranno cominciare a mettere mano al portafoglio, cosa che non avevano fatto prima. Pagheranno tasse che prima non pagavano e questo grazie alla cancellazione della no tax area. Precedentemente, sui primi 3000€ di reddito, in Italia, non si pagavano tasse se residenti all’estero. Questo è stato cancellato. In poche parole questo vuol dire che, da adesso in poi, chi ha una piccola casa in Italia e quindi un piccolo reddito catastale, che è un reddito sulla carta, dovrà, prima di tutto, cominciare a fare una dichiarazione dei redditi. La maggior parte di questi, ancora non ha capito bene i termini delle questione. Sono penalizzati. Questa è una ingiustizia. Io mi domando, ma i deputati eletti all’estero dell’Unione non si sono accorti che hanno appoggiato un progetto peggiorativo delle condizioni degli italiani all’estero?

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