Intervista al Senatore De Gregorio

Italiani nel mondo, il partito del senatore De Gregorio

Il senatore De Gregorio: «I più grossi Comites d’Europa dichiarano la propria appartenenza al mio partito “Italiani nel mondo”

«…ma questo senatore De Gregorio, quale esperienza ha, che ha a che fare con gli italiani nel mondo?»

A proposito del suo movimento “Italiani nel mondo”, pare che già esista un partito con questo nome

In questa competizione elettorale, un gruppo di soggetti residenti in Svizzera, hanno presentato un simbolo che richiama Italiani nel mondo. Allora non ritenemmo di doverci difendere in quanto il nostro marchio era tutelato a livello europeo già da diversi anni, tra l’altro, patrimonializzandolo. Noi, alle politiche, eravamo presenti dentro ed insieme con la lista IdV come “Italiani nel mondo”. E’ assolutamente singolare che questi signori si sveglino solo adesso. Perché non farlo durante la competizione elettorale se pensavano che il mio “Italiani nel mondo” fosse un plagio? Non l’hanno fatto perché avrebbero perso clamorosamente dinanzi alla commissione elettorale. In quella occasione sarebbe venuto fuori che il marchio “Italiani nel mondo”, è da noi tutelato da oltre cinque anni a tutti i livelli di copyright e di capitalizzazione, il che significa che, se vorranno intentare causa, sono i benvenuti. Aspetteremo e staremo a vedere quanto sapranno difendere le proprie ragioni.

Questi stessi “signori”, si lamentano: «…ma questo senatore De Gregorio, quale esperienza ha, che ha a che fare con gli italiani nel mondo?»

L’esperienza? L’esperienza è che tutti i Comites, lo vedrà tra una settimana, i più grossi Comites europei, verranno a Roma a dichiarare la propria appartenenza agli “Italiani nel mondo”. In più, il senatore De Gregorio, ha aperto, negli ultimi cinque anni, sedi a New York, Washington, Zurigo, Parigi, Nizza, Londra, perfino Teheran, Tunisi, Egitto, Hong Kong, Shangai, Buenos Aires per intrattenere rapporti con le comunità all’estero per sostenere le piccole e medie imprese del mezzogiorno d’Italia e, per propagandare, in generale, il sistema Italia promuovendo il prodotto italiano, il made in Italy all’estero, oltre che l’interscambio culturale con quei Paesi.

Il movimento degli Italiani nel mondo, è stato protagonista dei più grossi eventi degli ultimi anni che sottolineavano il rapporto fra l’Italia e le nostre comunità all’estero quindi, questi signori, o sono disinformati o siamo stati noi che non abbiamo avuto la capacità di darci sufficiente visibilità.

L’on. Tremaglia in una intervita rilasciataci ha detto che «certo qui ognuno che si sveglia la mattina può pensare di fare qualsiasi cosa…» disconoscendo la sua iniziativa. Non sapeva niente come alcuni deputati dell’Unione

Perché queste contestazioni non le hanno fatte durante le elezioni? Il nostro marchio era presente in tutta Europa dentro ed insieme con l’IdV. Si leggeva chiaramente “Italiani nel mondo” e l’accordo federativo fra l’IdV ed “Italiani nel mondo” è stato esplicito, sottolineato con ripetute conferenze stampa. Allora, se c’era qualcuno che aveva motivo di rammaricarsi, perché non si è rammaricato all’epoca? Primo. Secondo: per quanto riguarda la rappresentatività politica, le faccio notare che noi con l’IdV, abbiamo eletto un deputato aggiuntivo all’Unione prendendo il 5,3% in Europa, tale on. Razzi. Egli sa benissimo cosa sia “Italiani nel mondo” quindi, che i deputati si meraviglino, mi sembra singolare. Lei dovrebbe domandare a quelli giusti, perché il primo eletto negli USA, l’on. Ferrigno, sa benissimo di che si tratta, come lo sa benissimo Pallaro, lo sa benissimo Merlo e quelli eletti in Europa nelle liste dell’Unione. Probabilmente si saranno distratti, ma credo che anche lì qualcuno sa e saprà cosa è “Italiani nel mondo” anche perché, qualcuno di questi, potrebbe aver pensato di aderirvi.

Crede che sia un fastidio dovuto alla paura di perdere visibilità?

La visibilità l’hanno persa quando con una politica cialtrona hanno fatto si che il governo Prodi non varasse un Ministero per gli italiani nel mondo. Ministero che era necessario per mantenere alta la bandiera di questa rappresentatività. Invece si sono fatti strappare il Ministero degli italiani nel mondo. Quando il senatore De Gregorio ha urlato in Parlamento che non avrebbe votato la fiducia se non ci fosse stato un ministero degli italiani nel mondo, non si è lavata una sola voce dei deputati eletti all’estero per sostenerlo. Adesso si lamentano che il vice ministro Danieli non rappresenta le istanze e le aspettative di questa grande comunità dei nostri concittadini all’estero. Il ministro Tremaglia sa benissimo chi siamo. Ci ha incontrati ripetutamente e, probabilmente, avendo sbagliato clamorosamente il modus di presentarsi all’estero ed avendo clamorosamente toppato l’occasione elettorale, in questo momento, si fa carico di un insuccesso che non vogliamo replicare. Lo ringraziamo per quanto ha fatto per gli italiani all’estero, lo ringraziamo per aver rappresentato la bandiera degli italiani nel mondo, però non può partire dal presupposto che il ministro degli italiani nel mondo, poi in automatico, diventi capo di un partito che si chiama Italiani nel mondo. Avrebbe potuto farlo, non lo ha fatto quando era ministro, non vedo perché adesso dovrebbe pensare a farlo quando, purtroppo, l’onta della sconfitta elettorale ha evidenziato qualche falla nel suo modus di operare tra le nostre comunità. Noi non vorremmo essere portatori di questo modus. Hanno investito forti finanziamenti, una serie di associazioni italiane all’estero, movimenti che però non hanno ottenuto risultati sul piano elettorale.

L’illazione di rito, nei suoi riguardi, è che l’idea di questo nuovo partito, rende il voto del Senatore De Gregorio al senato, pesantissimo, dato i rapporti di forza a livello di numeri

Non è una illazione! E’ la verità dei fatti. Ora ci sono tanti altri che, come me, potrebbero rappresentare l’ago della bilancia il cui voto potrebbe essere indispensabile al senato e che non hanno avuto ancora il coraggio di auto determinarsi così come io ho ritenuto di fare. Secondo me, nella vita politica occorre anche il coraggio e la determinazione. Per me, gestire in solitaria questa vicenda di interposizione tra i due blocchi di potere, potrebbe portare fortuna o potrebbe anche cancellarmi dalla geografia della politica. Vorrei vedere qualche altro assumersi questa pesante responsabilità. Se poi, chi è stato eletto si affeziona alla poltrona, è logico che abbia paura. Come vede esiste una eccezione alla regola perché io non solo non ho timore di riconfrontarmi ma alle prossime occasioni elettorali, probabilmente, potrei pensare di ripresentarmi nella circoscrizione Esteri e raccogliere la forza di quanto stiamo costruendo. Lo dico ora, in epoche non sospette, lontani dalle prossime elezioni.

Poniamo il caso che questa finanziaria resti così e venga posta la fiducia, così sembra sarà, lei è disposto a non votare la fiducia?

Non credo di essere io a far cadere questo governo. Intanto potrei decidere di votare contro se mi accorgessi che non ci sono garanzie per il ceto medio, per la difesa, per gli italiani all’estero. I signori parlamentari che urlano tanto di diritti di appartenenza, perché non sono andati a verificare quanti denari ci sono nella finanziaria per sviluppare programmi che abbiano a che fare con l’identità degli italiani all’estero e con le mille problematiche di questi? Ho l’impressione che si siano un po’ distratti. Oltre che portare la bandiera d’Italia, ci vorrebbe che si preoccupassero anche di verificare se in finanziaria ci sono un po’ di soldi per gli italiani all’estero. Dovrebbero preoccuparsi di sapere come mai il vice ministro Danieli non appare sulle problematiche degli italiani all’estero da mesi.

Chi annovera nel suo nuovo partito?

In questo momento, tutti i Comites più importanti d’Europa sono con noi. Sono con noi le comunità degli USA che hanno deciso di indicare il senatore De Gregorio alla Convention a Filadelfia del prossimo 19 ottobre ed il 21 ottobre ospite d’onore degli italiani in America. Con noi sono anche molti italiani in sud America e, probabilmente, si affilieranno anche parlamentari eletti all’estero che stanno riflettendo anche perché hanno l’obbligo di comunicazione nei confronti dei loro elettori. Lo stanno facendo.

Fa qualche nome?

Abbiamo federato la feder casalinghe di Federica Rossi Gasparrini e, in queste settimane, altri deputati e qualche senatore.

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