Il velo che copre il viso delle donne islamiche lasciandone in vista solo gli occhi, è addirittura un oltraggio al pudore. La veste nera che le ricopre sino ai piedi è l’ hijab che non lascia intravedere niente. Sì, perché gli occhi, per colore, grandezza e taglio sono tutti belli ed attraenti, tutti desiderabili. Cosa, questa, che non avviene, per esempio, con tutte le gambe o con tutte le schiene ecc… Nascondendo tutto il corpo, dalle caviglie al naso, si è creduto erroneamente di non indurre in tentazione il maschio. Ma se ciò può essere vero per il maschio musulmano, certamente non vale per il mondo occidentale che ha il corpo nudo della donna davanti a sé ogni giorno. Lasciare in vista solo gli occhi è una indiscrezione impudica. Gli occhi sono quanto di più misterioso e rivelatore al tempo stesso ci sia tra tutti gli organi del corpo umano. Specchio dell’anima, finestra voyeristica del piacere, tentazione ed offerta muta, filtro dell’esperienza sensoriale del ricordo del già visto ed osservato con la passione ed il desiderio.
Niente è più sensuale dello sguardo di una donna che lo mette in mostra senza colpe.
Il mondo musulmano forse ignora che noi infedeli, ormai, apprezziamo molto di più lo sguardo così messo in evidenza che non un fondoschiena nudo. A quegli occhi è possibile abbinare, nelle combinazioni con le mani ed il portamento, altrettanti messaggi espliciti che lasciano libero sfogo alla fantasia più sfrenata.
La donna col velo viene a trovarsi in una condizione di superiorità col maschio occidentale diventando soggetto ed oggetto delle sue attenzioni.
Uno sguardo intenso, un movimento del capo all’indietro, sommato ad un determinato incedere, veloce, lento, sinuoso, nervoso, può essere più eloquente di mille parole.
Le donne stesse hanno elaborato ancor di più una sintesi comunicativa complessa e raffinata nel suo genere essendo, i loro occhi, l’unica parte del corpo ammessa alla vista degli altri.