Una notizia che per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello deiDiritti”, dovrebbe far sentire orgogliosi tutti gli italiani perchériguarda il rapporto tra il mondo della ricerca, troppo bistrattata inItalia da una politica che non comprende come sia importante investirerisorse in innovazione, e salute. Questa volta anche l’amministrazionefederale degli Stati Uniti, per della Food and Drug Administration,l’Agenzia americana che si occupa della sicurezza dei farmaci e deicibi, riconoscono il genio italico attraverso l’approvazione ufficialedel primo defibrillatore sottocutaneo che non richiede una connessionevia cavo al cuore inventato da un cardiologo italiano il dott.Riccardo Cappato. Si tratta di un nuovo strumento che ha tutte le caratteristiche perrivoluzionare la gestione delle aritmie pericolose. I defibrillatori standard – progettati per fornire un impulsoelettrico e sopprimere un battito cardiaco rapido o irregolare –sinora hanno utilizzato un filo elettrico che viene inseritoattraverso una vena direttamente nel cuore. Il nuovo sistema S-ICD, al contrario, utilizza un cavo che vieneimpiantato sotto la pelle lungo la parte inferiore della gabbiatoracica. L’approvazione dell’ente federale è arrivata dopo uno studioeffettuato su 321 pazienti dei quali ben 78 casi di aritmia spontanea(battito cardiaco irregolare) sono stati risolti dal defibrillatore. Come i defibrillatori impiantabili finora in uso si tratta quindi diun’importante sentinella salvavita: se il cuore va in tilt per unafibrillazione ventricolare (un'accelerazione del battito tanto rapidae tumultuosa da provocare l'arresto cardiaco), dall'elettrododell'apparecchio parte una scossa elettrica che richiama all'ordine ilbattito. La differenza con quelli tradizionali sta nel fatto che neiprimi il catetere con l'elettrodo è inserito nel cuore; nel nuovodispositivo, invece, viene semplicemente appoggiato sottopelle, vicinoallo sterno. Un accorgimento semplice, ma con un bel po’ di vantaggi. L' energia necessaria per dare la giusta scossa elettrica al cuore èpiù alta, ma l'inserimento è molto più semplice e veloce: bastano 10 o15 minuti anziché i consueti 45 – 60 minuti. Le complicanze si riducono del 90 per cento: non dover entrare incuore e attraverso i vasi implica un minor rischio di infezioni,perforazioni ed emorragie. E, cosa da non sottovalutare, si elimina lo spauracchio più temuto coidefibrillatori tradizionali, l'espianto: in un caso su cinque dopo 7 o8 anni il catetere non funziona più a dovere e andrebbe tolto. Succedeperché la corrente del cuore, col sangue che circola a 85 metri alsecondo, alla lunga logora anche lo strumento più affidabile. Ma ilcatetere si unisce fortemente al cuore e rimuoverlo è pericoloso. Talecircostanza lo rende un limite che nei casi dubbi fa spesso pendere labilancia a sfavore dell'impianto. In tal senso, sono i dati a parlare chiaro: su 170 mila i italiani adalto rischio di fibrillazione ventricolare, si impiantano ogni annosolo 10 mila defibrillatori. Poter inserire il sistema sotto la pellesignifica poterlo rimuovere in ogni momento, fattore molto importante,ad esempio, nei pazienti giovani, in cui l' espianto è praticamentecerto. L’agenzia ha però stabilito che il produttore del dispositivo, la“Cameron Health Inc” di San Clemente in California, dovrà condurre unostudio di post-approvazione di cinque anni per verificare la sicurezzae l'efficacia a lungo termine del defibrillatore.