Non sono poteri forti ma distillati di liquami

Non sembra verosimile. Allora, chi ha fatto da mandante alle intrusioni abusive negli archivi fiscali delle più alte cariche dello Stato? Chiunque sia, per forza di cose, ha un movente.
Non certo per «garantismo fiscale» per dirla alla Tremonti, ma per un progetto ben preciso.
Non sembra verosimile perché, tra gli spiati, ci sarebbero anche gli spioni. Non si capirebbe chi avrebbe spiato chi e viceversa.
Tutti vittime.
L’Italia è il Paese dei poteri occulti, talmente occulti che vittime e carnefici sono periodicamente ed alternativamente senza differenze, carnefici e vittime.
Sono tutti scandalizzati, spiati e spioni-spiati.
Che siano fatti inquietanti, non ci piove! Che ci siano dei mandanti, pure. Chiunque sia stato, qualsiasi organizzazione sia, non può essere che frutto di una selezione coatta divenuta naturale, di meccanismi perversi lasciati senza controllo per troppi anni.
E’ la conseguenza dell’onnipotenza che sente addosso e a portata di mano chi ha la possibilità di fare certe cose. La serie dei bottoni del potere, inviolabili e pericolosi che, ai polpastrelli di qualcuno devono pur essere affidati, diventano accessibili incredibilmente da chi non ha scrupoli né morale.
Nel mirino, il Presidente del Consiglio in carica, l’ex Presidente del Consiglio ed i suoi figli, il Presidente della Repubblica, il ministro degli Esteri, il vice Presidente del Consiglio ecc.
Troppo semplicistico pensare ad una «bufala totale» come ha chiosato Silvio Berlusconi. Parimenti, non è facile pensare ad uno «spionaggio dall’alto» come lo ha definito Visco. Dall’alto da dove? Da più in alto delle più alte cariche dello Stato? Va bene, ma allora chi è che muove i fili? Un organismo? Un gruppo? Una agenzia di schifezze? E a chi fa capo?
Perché ha senso un potere di tale fatta che abbia un progetto cioè che punti a screditare Tizio a vantaggio di Caio. A meno che, spiare Tizio e Caio insieme, non sia il miglior sistema di depistaggio per gli inquirenti al fine di non far individuare i mandanti.
Qui non cambia mai niente ed intanto, c’è qualcuno che fa quello che vuole. Altro che privacy, è ridicolo parlarne.
La caccia è alla magagna, alla falla “impudica”, al buco nel calzino, “piede di porco” per reputazioni e condotte non illibate e per niente specchiatissime per meritare il potere. L’obiettivo è vincere il nemico e demoralizzarne ogni possibile ambizione.
E’ suggestivo, romanzesco, finanche romantico l’idea che questi ordini provengano dall’alto, da più in alto del vertice. Come se questa entità fosse il superbo distillato di un liquame immateriale recuperato dallo scolo di ammiccamenti, accordi taciti, intenzioni disdicevoli e spartizioni di potere.
Questo è un fantasma; l’anima vagante della ossessione di essere e diventare per continuare ad essere; del potere.
Conta chi ha questa dignità “suprema”. Allora, il fine giustifica i mezzi. Non c’è niente da fare!

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