PNRR, MESSA: PROGETTI DALLA RICERCA ALL’IMPRESA, PUNTARE SU RETE TRA ATENEI E COINVOLGIMENTO DELLE IMPRESE.

PNRR, MESSA: PROGETTI DALLA RICERCA ALL’IMPRESA, PUNTARE SU RETE TRA ATENEI E COINVOLGIMENTO DELLE IMPRESE.

 

Per i progetti del piano nazionale ripresa resilienza che riguardano il capitolo dalla ricerca all’impresa la richiesta è “di fare massa critica, di fare rete fra atenei, con il coinvolgimento anche dell’impresa. Sono sei miliardi di euro per al massimo 60 progetti, da qui si capisce come siano progetti grandi, che mettono esperienze, capacità di ricerca e anche competenze diverse. Il fil rouge è quello di creare grandi centri che portino avanti tecnologie abilitati oppure grandi infrastrutture oppure ancora dei partenariati di ricerca che siano rivolti alla soluzione di problemi complessi”. Così la ministra dell’Università e della Ricerca Maria Cristina Messa, intervenuta oggi l’evento conclusivo della terza stagione di “Global Inclusion 2021”, promosso dal Comitato Global Inclusion – art. 3 e da Il Sole 24 Ore in collaborazione con AIDP.

 

 

Messa, due generazioni per reale inclusione e parità di genere

Credo che dovremo attendere anche due generazioni per avere una vera e propria inclusione” di genere “e parità di opportunità. Questo sia per quanto riguarda le riguarda le carriere e il tetto di cristallo, sia per il coinvolgimento delle donne nelle materie scientifiche, nelle politica e nella società in generale”. Così la ministra dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, rispondendo ad una domanda in merito al Global Inclusion 2021, promosso dal Comitato Global Inclusion – art. 3 e Il Sole 24 Ore in collaborazione con AIDP, sottolineando che “in Italia c’è ancora molta differenza, stipendiale, e una netta sottocollocazione delle donne laureate rispetto agli uomini laureati” e “ci vorrà ancora parecchio tempo”. Tra le misure sul tavolo, Messa a spiegato che “a breve bandiremo delle manifestazioni di interesse per i progetti del Pnrr per il capitolo dalla ricerca al business”, per questo tipo di bandi e sono previste alcune “clausole”, ad esempio “reclutare per almeno il 40% donne”, e “potranno partecipare solo enti con un piano per la parità di genere e un bilancio di genere. Questa – ha concluso – è una misura immediata, ma di effetto lungo”.

 

Bonino, una donna al Colle? Che se ne parli è un passo avanti

“Non mi sconforto facilmente, già che se ne parli mi sembra un passo avanti“: così, con una battuta, la senatrice Emma Bonino replica a chi le fa notare quanto la “marcia” per arrivare ad avere una donna al Quirinale sia ancora lunga. “L’importante – ha detto al ‘Global Inclusion 2021’, promosso dal Comitato Global Inclusion-art. 3 e Il Sole 24 Ore in collaborazione con AIDP – è non arrendersi, non fare l’errore che abbiamo fatto 20 anni fa, quando ci siamo un po’ sedute per riprendere fiato dopo la stagione di diritti civili tra gli anni ’70 e ’80… Solo che questa pausa è diventata un sonno profondo per molto tempo”. Bonino ha aggiunto di rifiutare gli slogan, come il generico ‘vogliamo una donna al Quirinale o presidente del Consiglio’: “E se fosse Giorgia Meloni? E’ una donna ma con lei non condivido assolutamente niente dal punto di vista politico. Allora lo slogan non va bene perché diventa ‘vogliamo una donna in politica che la pensi come me’. Bisogna che ci decidiamo a dire qualcosa di più sensato”.

 

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