Nel bel mese di maggio ricorre la festa della mamma, ma anche la festa della Madonna di Fatima. Si festeggiano tutte le mamme esistenti, le mamme vere, e una Signora frutto della immaginazione di tre pastorelli analfabeti. Però, se la festa delle mamme vere, riguarda anche le mamme che hanno lasciato questo mondo, allora tra esse bisogna anche comprendere la mamma di Gesù, che fu una mamma, nient’altro che una mamma. Sì, perché la Maria Madre di Dio non esiste nel vangelo, la Maria perpetuamente vergine non esiste nel Vangelo, e tutte le Nostre Signore, quelle di Lourdes e di Fatima e di Guadalupe e di Pompei e via di seguito comprese, poco hanno da spartire con la madre di Gesù del Vangelo. Nonostante le parole che Gesù sulla croce, prima di morire, rivolge alla madre e al discepolo che amava, Maria non sembra assumere agli occhi degli evangelisti un ruolo importante. Negli Atti degli Apostoli, Luca accenna appena alla madre di Gesù. San Paolo non la nomina mai. Il Figlio stesso durante la predicazione, non sembra dare eccessiva importanza alla madre. La tratta persino con un certo distacco. Quando la madre, nell’episodio delle nozze di Cana, essendo lei incapace di provvedere ai bisogni dei commensali, si rivolge a Gesù, lui risponde: «Che vuoi da me, o donna?». Quando dicono a Gesù: «Ecco: tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e chiedono di parlarti», egli risponde: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli? […] Chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi mi è fratello, sorella e madre». E dire che proprio la madre aveva fatto la volontà del Padre, ma lui non dà agli Apostoli l’impressione che si tratti di una persona eccezionale. La Madonna del Vangelo è una mamma, nient’altro che una mamma. Maria è diventata importante, importantissima, più tardi, solo agli occhi del popolo e della Chiesa. Don Franco Barbero, il sacerdote ridotto allo stato laicale da Giovanni Paolo II, il 5 marzo 2014 scriveva sul suo blog: “La gerarchia cattolica ha saputo usare spregiudicatamente questo bisogno popolare di una madre che mantiene una fede bambina e comporta la creazione di una rete immensa di santuari, di devozioni e di…affari. Il giudizio critico non riguarda le persone che abbracciano il culto mariano, spesso con ingenuità e sincerità, ma la falsificazione e l’abuso della credulità popolare da parte delle gerarchie cattoliche”.
Renato Pierri