Francesco. Il primo papa contro il femminicidio

“Oggi continuano a esserci donne che subiscono violenza. Violenza psicologica, violenza verbale, violenza fisica, violenza sessuale. È impressionante il numero di donne colpite, offese, violate. Le varie forme di maltrattamento che subiscono molte donne sono una vigliaccheria e un degrado per tutta l’umanità. Per gli uomini e per tutta l’umanità. Preghiamo per le donne vittime di violenza, perché vengano protette dalla società e perché le loro sofferenze siano prese in considerazione e ascoltate da tutti”.
Parole di papa Francesco. Questa ferma presa di posizione di Papa Francesco contro il femminicidio, è una novità nella storia della Chiesa. Benedetto XVI e Giovanni Paolo II ignorarono tranquillamente il grave problema.
Nell’aprile del 2011, quando sul soglio di Pietro sedeva Papa Ratzinger, scrivevo in una lettera ai giornali: “Un’educazione che cambi radicalmente la mentalità degli uomini, ma anche delle donne. Dovrebbe essere una delle principali preoccupazioni della politica. E una delle principali preoccupazioni della Chiesa. Non so se mi sia sfuggito, ma non mi pare d’aver mai sentito una parola del Papa sul femminicidio in Italia. Ma forse ha ben altro cui pensare”.
Le mie parole non arrivarono a Benedetto XVI, misteriosamente saranno arrivate al mio quasi coetaneo Bergoglio. Non è la prima volta.
E la notizia recente conferma la vigliaccheria cui fa cenno papa Francesco: a Specchia Gallone, frazione di Minervino di Lecce, la ventinovenne Sonia Di Maggio, mentre passeggiava con il fidanzato, è stata accoltellata a morte alle spalle. E conferma il degrado per tutta l’umanità.
Renato Pierri

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