Il popolo tedesco non avrà mai pace. Lettera da Auschwitz (4)

No, neanche Dio in persona potrà perdonare quello che ci stanno facendo. L’enormità del male si è imposta con una formidabile virulenza, mica per altro. In fondo moriremo tutti. Saremmo morti comunque e lo stesso. Anche perdere questa speranza, quella di un intervento divino, fa sì che tutto quello che ci stia capitando, mentre sguazziamo nei nostri escrementi e liquidi puzzolenti, anestetizzi finanche il dolore fisico. L’ha sparata davanti a me. Uccisa subito. Un ariano dei peggiori viscido con gli occhi chiari. L’ha uccisa con spavalderia attraverso una palla uscita dal suo dito. Dio, anche se potesse, non dovrebbe perdonare. Ma non può. Si pone una questione che Egli stesso ha spiegato bene affinché io credessi in Lui. Dio non ha contraddittorio almeno sino a questo momento. Ora ce l’ha. Qui dentro non abbiamo nulla. Ci hanno scarnificato l’anima. Abituato a soccombere. A dimenticare che esiste un futuro e qualche paesino vivente a qualche chilometro da qui. Forse. Vediamo ogni giorno davanti agli occhi solo l’impotenza e la resa dovuta allo sfinimento della squalificazione totale di ogni valore umano.  Stracci per cloache massime. Ossa putrefatte in sacchi di pelle secca. Fai una cosa bell’ariano maledetto, spara anche me. Ti giuro che quel proiettile non sarà sprecato. Ho una missione. Mi farò messaggero di tutti noi direttamente a Dio. E mi riceverà. Altroché se mi riceverà(s.v.)

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