Anche oggi, 14 dicembre 2020,  n. 491 decessi. Le cause sono di chi muore o di chi vive ?

Ormai è ufficialmente noto che, in Italia,  non c’è stato un piano pandemia negli ultimi anni (caso Prof. Guerra docet !). Prescindendo dal fatto che ho la massima stima di questo scienziato, anche perché parla poco e bene, rispetto a tanti altri che, più che informare alla portata di chi li ascolta, sembrano fare terrorismo mediatico, io sto per convincermi che nel nostro Paese ci sia qualcosa di molto importante che non funziona: semplicemente sentire infatti che avremmo potuto risparmiare dalla morte ben 10.000  (dato peraltro vecchio del Guardian) persone sulle 65.000 alla data di oggi 14/12,  fa rabbrividire (fonte  appunto The Guardian).

Ora si da la colpa alle poche risorse, alle poche attrezzature, ai pochi medici e personale para-medico, ma si dimentica che fino a ieri la classe sanitaria italiana,  come in effetti lo sarebbe ancora in presenza di un migliore assetto, veniva considerata come una delle più importanti a livello mondiale. Infatti, anche eccependo differenze di superfici fra territorio e territorio, di numero di ospedali, di personale medico, di strutture medicali, ecc. fra nazioni, i conti non tornano con riferimento ai decessi per i quali vantiamo il triste primato di essere i primi in Europa e forse nel mondo in termini percentuali.

Non sarà invece, come penso da molto tempo, che questo devastante risultato dipenda da una cattiva organizzazione sanitaria che, ormai da anni,   viene proposta dalla politica in base a chi, in un determinato momento, sta governando il Paese ?  Fino a ieri i vari Formigoni, i Maroni, i Fontana  osannavano alla sanità lombarda che invece oggi ha dimostrato di essere la peggiore quanto a risultati, aspetto che si sta ripetendo anche in altre regioni governate dalle destre, realtà che fa pensare ad una massiccia strumentalizzazione politica che è stata smascherata dal Covid. O mi sbaglio ?

Detta pandemia miete morti ovunque,  sì,  ciò è tristemente vero, ma mi par di poter dire che è inspiegabile ciò che sta succedendo e che, molto verosimilmente, alla base c’è qualcosa che non mi è dato di sapere, in primis l’improvvisazione concentrata delle strutture dopo che si sono accorti che i territori erano paurosamente scarni di assistenza. E fare le cose in fretta, soffocando di attrezzature impossibili (anche di protezione) il personale sanitario, non avulso dal terrore del contagio, ha senz’altro fatto la sua parte, anche in termini di decessi.

Ora le cose, forse stanno cambiando grazie all’esperienza acquisita, ma chiudere le stalle quando i buoi sono scappati, come si dice dalle mie parti, più non serve. Ed allora non resta che aspettare, non solo il nuovo vaccino, ma che si completi l’opera  iniziata male e che, speriamo tanto di no, sta per finire peggio con il numero alto dei morti.  Perché così io, personalmente, interpreto la situazione pregressa ed attuale.

Insomma, non vorrei dirlo nemmeno per scherzo, oggi gli ospedali sono produttori di virus al punto che, se entri per toglierti un calcolo alla cistifellea, hai ottime probabilità di beccarti il Covid. Esattamente come è successo a due miei primi cugini, maschio e femmina.  Realtà che induce tutti a tenersi il male in casa, anche se importante, nella speranza che se ne vada da solo.

Andrebbe anche detto, checché se ne dica, che la pandemia continuerà ad alimentarsi da questa situazione, non solo, ma essa sarà destinata anche a cambiare volto per trasformarsi in febbre gialla, come ha detto un importante infettivologo-virologo, Matteo Bassetti, per cui, se non ci sarà un ripensamento globale in materia, il mondo scientifico sanitario continuerà nella ricerca di vaccini nuovi ad ogni nuova pandemia, fino al momento in cui l’equilibrio dei veleni  vaccinali (il veleno si contrasta infatti con altri veleni)  potrà reggere,  per poi…. ma mi spaventa continuare su questa tesi.

Arnaldo De Porti

Belluno-Feltre

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