Una tassa morale secondo la cornacchia

 
“La morale di fronte al virus”, è il titolo di una mia storiella con la quale sostenevo che è immorale costringere le persone anziane ad isolarsi per contrastare il diffondersi del virus pandemico. Ma c’è un altro problema che secondo me, in questo periodo di crisi, può essere considerato soprattutto sotto l’aspetto morale. Volevo, in proposito, raccontare la storia della grande carestia che mise in grave difficoltà una popolazione di scoiattoli nel bosco, della fame di molti scoiattoli privi di provviste, e di quei pochi invece che vivevano nel lusso avendo piene zeppe le loro tane d’ogni bendiddio: nocciole, funghi, noci, pinoli e ghiande. Del re degli Sciuridi, volevo raccontare,  che mise una bella tassa sugli scoiattoli ricchi per aiutare gli scoiattoli poveri. Delle lamentele degli scoiattoli ricchi, riuniti sotto una quercia che in quell’anno non aveva dato ghiande. Ma per non tediare il lettore, vado subito alla conclusione del racconto. Una cornacchia appollaiata su un ramo, avendo ascoltato  le loro lamentele, fece sentire alta la sua sgradevole voce: “Scusate, scusate, scusate tanto se m’intrometto, ma come potete considerare iniqua, immorale una tassa che, correggendo il vostro egoismo, mira al bene dei vostri fratelli indigenti?”. E volò via lontano.
Renato Pierri

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