E SE PER FRONTEGGIARE L’ATTUALE  FAME DA “CORONAVIRUS”….

…SI FOSSE TROVATO TEMPORANEAMENTE  UN  QUALCHE SPUNTO DALLE POCO AMATE ECONOMIE PIANIFICATE ?

Non so se l’attuale distribuzione quasi a pioggia dei 100 miliardi di euro volti a salvare economicamente il paese siano serviti a qualcosa, anzi, sentendo il Presidente di Confindustria, Bonomi,  che ieri si è scagliato contro il governo, ho  avuto delle perplessità a questo proposito senza tuttavia risparmiare qualche critica anche nei confronti dell’esponente confindustriale italiano. Quest’ultimo infatti, a mio avviso, ha ragionato, come giusto che sia, a difesa dei suoi rappresentati in maniera unidirezionale, sorvolando sul fatto che il governo deve guardare sì questo, ma anche altro, e cioè le poste passive dell’economia che, non soltanto nel caso dell’attuale pandemia, sono rappresentate da quelle fasce deboli, precarie  che non ce la facevano prima a sbarcare il lunario  e tanto meno ora a seguito appunto dell’improvvisa sopravvenuta patologia che ha investito non  soltanto il nostro Paese.  Il ragionamento di  Carlo Bonomi pertanto quadra solo parzialmente, e solo da un’angolazione specifica che, se da un lato porta l’ acqua al mulino di Confindustria, dall’altro invece la dirotta prelevandola dai canali già quasi asciutti delle fasce precarie appena citate. Ed il governo deve tener conto anche di quest’ultimo aspetto.

Ed allora, atteso che il Presidente di Confindustria non ha neanche minimamente suggerito quali potrebbero essere gli strumenti per riassettare in qualche modo l’eccezionalità dell’evento, non solo pandemico, mentre il governo si è mosso quasi subito immergendosi in un coacervo di problematiche inimmaginabili per chiunque, se vuoi facendo anche degli errori giustificabilissimi se si tiene conto di questa tragedia che stiamo ancora vivendo, mi è venuto in mente, a mo’ di…amarcord, seppur poco piacevole, la gestione delle ex economie pianificate che, sia pur in chiave autoritaria per mancanza di libertà di espressione, davano da mangiare a tutti. Anzitutto, per chi l’avesse dimenticato o per i giovani che ancora non lo sanno, va detto che l’economia pianificata  è un sistema economico i cui processi non vengono dettati dal mercato, ma diretti da un piano centralizzato elaborato da un potere centrale. Durante la guerra fredda, per esempio,  l’economia pianificata sviluppata da vari paesi dell’est, come la vicina Jugoslavia,  quindi antitetica all’economia di mercato dei Paesi occidentali, suscitava un forte interesse, in quanto una tale economia non è necessariamente legata ai poteri forti, ma può fondarsi anche sull’iniziativa privata facendo ricorso  in misura variabile alla pianificazione, specialmente in tempo di crisi  che non sono sempre riconducibili alla guerra, ma anche ad altro: del resto,  se proprio vogliamo dirlo, anche quella che stiamo vivendo racchiude i crismi di una…guerra batteriologica che ha generato una crisi planetaria.

Detto questo, non per salvare capra e cavoli, ma per interferire sia su Confindustria che sul governo,  mi chiedo perché, prima di erogare miliardi a pioggia, non si è pensato di modificare, almeno per il tempo strettamente necessario, parte dell’attuale economia di mercato in economia pianificata con riferimento ai bisogni strettamente necessari per sopravvivere, adottando degli strumenti da utilizzare allo scopo, evitando così grane confusionali per l’Inps, casse in deroga, problemi vari nelle erogazioni, nonché vari intrallazzi disonesti da parte dei soliti profittatori ?

Già con il ritorno finanziario di un’economia pianificata infatti, nonché con il giro delle risorse rivenienti dall’economia di mercato, forse una qualche soluzione poteva essere trovata, senza che i “saccenti della politica” avessero ad urlare…al lupo..al lupo… prefigurando un ritorno a tempi tristi da dimenticare per sempre. Come mi auguro !

Arnaldo De Porti

(Belluno-Feltre)

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