LE ISTITUZIONI MI FANNO PAURA…

 …SONO DIVENTATE UN RING PER BUTTAR FUORI L’AVVERSARIO E NON PER OFFRIRE SERVIZI AL CITTADINO, ALLA FACCIA DELLA DEMOCRAZIA.

Ormai da troppo tempo tratto questo delicato argomento tanto da essere arrivato alla nausea istituzionale: quando sento parlare i politici, fatta salva qualche eccezione, cambio subito canale televisivo alla ricerca di un Banfi, di un Totò o di un Pozzetto allo scopo di non pensare di essere arrivato oltre gli 85 anni per assistere a tanta tristezza istituzionale che, ormai da mo’, ha reso sature le già scarse risorse di pazienza, sopportazione e speranza di un rinnovamento che, a questo punto, Covid di mezzo, ha ulteriormente arrecato pregiudizio alla volontà di quei pochi che volevano far qualcosa per rimediare ad una tragedia amministrativo-politica.

Trovo poi scandalosa che un certo giornalismo campi su detta tragedia trasformando la politica in una sorta di avanspettacolo per far ridere (sarebbe meglio dire piangere) chi guarda tv, legge quotidiani e quant’altro. Addirittura, come non bastasse un ring fra politici, siamo infatti costretti ad assisterne ad altro con giornalisti… Di quanto sopra ho fatto presente agli Ordini professionali, ma la risposta è stata una…non risposta !

E’ inutile fare come gli struzzi: oggi le istituzioni esistono solo perché nel conservano il nome, oggettivamente però la suddivisione dei poteri non esiste più essendo agli occhi di tutti la continua invasione di campo fra poteri senza che il capo dello stato possa dire una parola a salvaguardia di questo scempio istituzionale.

Chi soffre maggiormente oggi è il cittadino vessato, multato, prosciugato fiscalmente nonché privato di un qualsiasi strumento di rivendicazione nei confronti della pubblica amministrazione, in capo alla quale, così come lo è in capo al cittadino medesimo, esiste per entrambi  la consapevolezza che non conviene reagire perché non si arriverebbe ad alcun risultato, in primis nell’interesse spesso sindacabile delle  più che tranquille PP.AA. e quindi nell’interesse , molto meno tranquillo, della salute fisica e finanziaria del povero cittadino.

A questo punto non so dove si andrà a parare. A meno che, come diceva Platone, in questo clima osceno di finta libertà democratica,  non si arrivi ad una situazione nella quale non vi è più riguardo né rispetto per nessuno, dando così vita e prosperità ad una malapianta dal nome tirannia.

Focolai di questa già ci sono,  senza che oggi fosse servito il virus a rinfrescarci il termine…

Chi vivrà, vedrà… !?

Arnaldo De Porti

(Belluno-Feltre)

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