Trattare gli omosessuali in maniera diversa, significa discriminarli


Il prete fa spiegare il Vangelo ai gay: “Ci arricchiscono”. Questo il titolo di un articolo apparso su La Repubblica del 20 dicembre, e che leggo sul blog “Come Gesù”.

Don Paolo Salvini, parroco a Roma a San Fulgenzio, nel quartiere di Monte Mario, riferisce: Una cosa è essere aperti teoricamente all’inclusione, un’altra è davvero ascoltarsi. Non è detto che il punto di vista mio sia sempre il migliore. Per questo abbiano chiesto che siano le persone omosessuali che già frequentano la nostra parrocchia ad introdurre mensilmente una catechesi aperta a tutti. In questo modo partecipano alla vita comunitaria senza ghettizzarsi e portano un contributo importante per ognuno… Non facciamo una lettura omosessuale della Scrittura, ma permettiamo alle persone omosessuali di parlare della Scrittura secondo la loro sensibilità affinché tutti ne siano arricchiti”.

E il portavoce delle persone cristiane Lgbt, Andrea Rubera: “All’inizio eravamo ospitati per fare degli incontri fra di noi, senza contaminazione con la parrocchia. Poi è arrivata dal parroco la proposta di implicarci di più con gli altri, e così abbiamo fatto. Ogni mese apriamo una catechesi…”.

Ma non è questa un’evidente forma di discriminazione? Don Paolo Salvini accoglie le persone omosessuali in quanto omosessuali. E concede loro un permesso speciale: “Permettiamo alle persone omosessuali di parlare della Scrittura secondo la loro sensibilità”. Che discorso è? Ogni persona parlerà della Scrittura secondo la propria sensibilità, ma perché distinguere le persone omosessuali da tutti gli altri fedeli?

Gli uomini della Chiesa dovrebbero ignorare che una persona è omosessuale, e accoglierla nell’identica maniera in cui accolgono tutti i fedeli. Andrea Rubera è tutto contento, ma non si rende conto d’essere trattato in maniera diversa dagli altri fedeli.

Don Paolo Salvini probabilmente tiene in considerazione il meno cattivo, ma pur discriminatorio, tra i pessimi paragrafi del Catechismo dedicati all’omosessualità, quello che recita: “Le persone omosessuali devono essere accolte con rispetto, compassione, delicatezza”. Trattamento speciale, giacché diversi, giacché omosessuali. Il sacerdote non si rende conto di compiere una discriminazione, sebbene per un fine buono.

Renato Pierri

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