Il governo albanese dovrebbe espellere ogni singolo diplomatico iraniano a causa della loro partecipazione all’organizzazione di attentati terroristici sul suolo albanese

Sabato 15 Dicembre 2018 Patrick Kennedy ha tenuto un discorso in Albania, assieme ai membri dell’opposizione iraniana, che si sono uniti ad una videoconferenza simultanea, tenuta dalle comunità iraniane in 42 città e capitali europee, nordamericane ed australiane; ciò che segue è un estratto del suo discorso:

“Trovandosi di fronte a crescenti proteste popolari in tutto il paese, ed incapace di sedarle persino ricorrendo ad una brutale repressione, il regime dei mullah ha intensificato i suoi complotti terroristici contro il CNRI (Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana) all’estero, organo accusato dagli alti funzionari del regime del dispiegarsi della rivolta. Il regime a Teheran sa che la sinergia tra i dimostranti in Iran ed il CNRI minaccia la sua stessa esistenza. Nel 2018 il regime ha intensificato la sua campagna di disinformazione e di propaganda contro la resistenza iraniana, al fine di infangare l’immagine e la reputazione del CNRI, e di preparare il terreno ad ulteriori complotti terroristici.
Le maggiori società nel campo dei social media quali Twitter, Google e Facebook hanno tutte, negli ultimi mesi, sospeso e rimosso centinaia di account falsi e siti connessi all’operazione di disinformazione del regime iraniano. C’è stata un’impennata di complotti terroristici ai danni dei dissidenti iraniani e del CNRI; proprio qui, sul suolo europeo, quest’anno, sono stati sventati, grazie alla stretta collaborazione tra la polizia e le autorità di sicurezza e giudiziarie di diversi paesi europei, tre diversi attacchi terroristici, portati avanti dal Teheran in Francia, Albania e Danimarca. I falliti attentati sono una reminiscenza della campagna si assassinii ed attacchi terroristici portata avanti contro i dissidenti iraniani e coloro che erano espatriati in Europa negli anni ’80 e ’90.
Ai tempi l’UE e gli stati membri risposero con fermezza, espellendo il personale dell’intelligence del regime dagli stati membri, interrompendo le relazioni diplomatiche, e sospendendo il dialogo con l’Iran.
Oggi tuttavia la risposta è stata molto, molto debole, ed incongrua rispetto all’emergente minaccia. Il fatto che il regime abbia preso di mira il movimento di resistenza organizzata, mostra come esso tema la coalizione del CNRI, ed i suoi principali membri, i Mojahedin del Popolo Iraniano (PMOI/MEK), come alternativa democratica al suo governo. Questo prova che il CNRI è una vera forza per il cambiamento, e che il programma democratico in dieci punti presentato dalla Presidente eletta del CNRI Maryam Rajavi, offre una valida guida al popolo iraniano per l’istituzione di una repubblica equa, libera, democratica e secolare in Iran, in un momento cruciale della storia.
È questa la ragione per la quale la piattaforma democratica della Sig.ra Rajavi sta acquisendo supporto tra gli iraniani, sia all’estero che in Iran; senza contare il fatto che essa viene riconosciuta a livello internazionale dai parlamentari e dai dignitari europei ed nordamericani come la più valida alternativa per l’Iran del futuro.
Le proteste popolari in Iran continuano, e si stanno espandendo a macchia d’olio in tutto il paese, nonostante la brutale repressione da parte delle autorità.
L’Assemblea Generale dell’ONU ed il Consiglio per i Diritti dell’Uomo hanno adottato più di 60 risoluzioni, l’ultima delle quali risale a Novembre, in cui condannano questo regime e le sue sistematiche violazioni dei diritti umani. L’Iran è il paese con il più alto tasso di esecuzione pro capite, molte delle quali avvengono in pubblica piazza. Una delle più efferate violazioni dei diritti umani commesse dal regime iraniano è il massacro portato avanti 30 anni fa, nel 1988, di 30.000 prigionieri politici. Il massacro fu la conseguenza di una fatwa (sentenza) rilasciato dall’allora Leader Supremo Khomein; la gran parte delle vittime furono i membri ed i sostenitori dei Mojahedin e del CNRI.
Amnesty International, in un rapporto pubblicato solo una settimana fa, descrive il massacro come un crimine ancora in corso. Nel rapporto in questione Amnesty afferma categoricamente che dobbiamo investigare sui fatti accaduti nel 1988, scoprire dove furono sepolti i corpi, e consegnare i responsabili alla giustizia una volta per tutte.
È ormai chiaro a tutti come questi sventati complotti terroristici contro i raduni abbiano infine raggiunto anche Parigi.
Abbiamo visto lo stesso anche qui a Tirana, eppure le dimensioni dell’Ambasciata iraniana, qui in Albania, sono raddoppiate. Il governo albanese dovrebbe espellere ogni singolo diplomatico iraniano da questo paese, in quanto essi hanno portato il terrorismo su questo suolo, e non dovrebbero essere autorizzati a continuare né qui né da qualsiasi altra parte in Europa. Se pensiamo che hanno tentato di far saltare in aria dei funzionari, dei funzionari eletti, provenienti da tutta Europa, non solo a Parigi, ma in tutta Europa… Questi eventi accadono, ed accadono anche negli Stati Uniti, dove ancora una volta i servizi segreti hanno provato a far esplodere una bomba. Questa è la ragione per la quale voglio associarmi alla Sig.ra Rajavi nel dire che le Guardie della Rivoluzione Islamica devono essere messe sulla lista delle organizzazioni terroristiche.

Permettetemi di concludere dicendo che oggi ho fatto visita a molti di voi, ed è incredibile vedere cosa siete riusciti a costruire in un anno, e ciò che avete fatto mi riempie di speranza: se siete riusciti a ricostruire Ashraf e Camp Liberty e se siete stati in grado di ricostruire Ashraf 3 qui in Albania, allora non passerà molto tempo prima che costruiate Ashraf a Teheran.

Mahmoud Hakamian

@HakamianMahmoud

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