Corona, Proust e i bicchieri contro la timidezza


Sono sempre stato un timido e ancora un po’ lo sono nonostante la barba sia diventata bianca da un bel pezzo. Così, ieri sera, quando ho sentito durante una trasmissione televisiva, lo scrittore Mauro Corona dire che da giovane un bicchiere di vino gli dava il coraggio di avvicinarsi ad una donna, mi è tornato alla mente il periodo in cui insegnavo, quando un bicchiere di prosecco o magari anche due non mi servivano per avvicinarmi ad una donna, ché ero già sposato da molto tempo, ma semplicemente per celare la timidezza e per non arrossire quando nel pomeriggio a scuola si teneva un consiglio di classe. E ancora oggi quando mi trovo a pranzo con persone con le quali non ho lunga familiarità, bevo vino più del consueto e divento più disinvolto, forse anche più simpatico.

Mi sono stupito però che a Mauro Corona, che fa sempre frequenti e dotte citazioni, non sia venuto in mente di citare i bicchieri di Porto di Marcel Proust. Non ho la pazienza però di cercare in quale libro della “Recherche” si trovi il brano. Mi limiterò a raccontare ciò che ricordo. Si trovava su una spiaggia, vedeva belle ragazze, che poi, in realtà, dovevano essere bei ragazzi, ma non aveva il coraggio di avvicinarle. E così, per farsi coraggio entrava in un bar e beveva uno dietro l’altro diversi bicchieri di Porto. La timidezza svaniva e lui poteva fare le sue dichiarazioni d’amore alle belle “fanciulle in fiore”.

Renato Pierri

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