MARGINALMENTE n. 126 del 1.apr.2017



‘Mazza la vecchia…col ticket


I giovani non capiranno il titolo, ma negli anni Cinquanta-Sessanta andava di moda quello stacchetto che faceva “ ‘Mazza la vecchia…col flit”, poi ripreso nel film del 1988 “Chi ha incastrato Roger Rabbit?”. Oggi potremmo parafrasare il “flit” (l’ammazzazanzare del dopoguerra, poi scoperto come pericoloso cancerogeno) con il “ticket”, la tassa più amata dai governanti italiani e più odiata dai pensionati.


Il Governo Gentiloni , piddista come e peggio di quello del predecessore Renzi, ha fatto un’altra genialata sulla pelle degli italiani varando i Lea, stupido acronimo che fa pensare a una bella donna mentre sta per Livelli Essenziali di Assistenza.


L’avrete letta avidamente anche voi per cui non vi annoio. In sintesi, per contentare certe lobby, il governo ha reso gratuita la fecondazione eterologa e quella omologa (sapete quanto se ne frega nonna Maria!) ma ha imposto nuovi ticket facendo arretrare addirittura l’assistenza per disabili, Down, e altro. Per esempio, dovremo tutti limitare visite ed esami (il Tribunale del Malato parla di 18 milioni di italiani interessati) a partire da quelli per tenere sotto controllo l’ipertensione che, da sola, affligge altri 20 milioni di italiani. E via dicendo. Insomma, basta prevenzione, passiamo all’estinzione. Sì, perché – lo avevo accennato tempo fa ma conviene tornarci – a volte sembra che gli ultimi governi puntino all’estinzione non della malattia, ma del malato: il “caro estinto”, per dirla chiaramente. In questo modo, se un bel po’ di anziani con pensioni da fame saranno costretti dalla mancanza di cure (per mancanza di euro) a “togliere il disturbo”, il governo prenderà due piccioni con una fava: risparmierà sulla spesa medica e risparmierà sulla spesa pensionistica. Caspita che statisti!


Assunta la compagna di Emiliano


La Puglia, governata dal magistrato in perenne aspettativa Emiliano , è una delle cinque regioni – tutte del Sud – in cui l’assistenza sanitaria è sotto il minimo che dovrebbe essere per legge. L’ha detto la ministro-per-caso Beatrice Lorenzin , non si sa se capo del Dicastero della Salute o di quello della Malattia. I lettori abituali di questa rubrica ricorderanno che documentammo, un paio di mesi fa, il caso di quella donna che per una mammografia a Taranto doveva aspettare un anno e mezzo. Per fortuna di tutti, Emiliano non riuscirà a scalare il Pd con le primarie (non se lo fila nessuno-nessuno) quindi non potrà coronare il sogno di ogni magistrato che è quello di comandare sull’Italia intera.


Però, il “signor giudice” è riuscito a piazzare alla Regione la propria compagna, la giornalista che gli ha fatto da addetto stampa negli anni della sindacatura di Bari, e poi con lo stesso incarico portata in Regione quando il suo uomo è diventato governatore della Puglia. Emiliano, da uomo di legge, aveva messo le mani avanti sin dalle prime critiche, dicendo che l’incarico di addetto stampa era fiduciario, quindi a chiamata diretta, quindi a tempo determinato per la durata della legislatura. Bene, bravo, bis. Com’è che la compagna giornalista ora si trova assunta a tempo indeterminato alla Regione Puglia? Un decreto firmato dal governatore in persona nomina la dott.ssa Elena Laterza “Funzionario di cat. D1, addetto stampa del Presidente della Giunta Regionale a decorrere dal 15 dicembre 2016”.


Le questioni sono almeno due. Emiliano dichiarò pubblicamente (30 giugno 2015) che la nomina della compagna, visto l’incarico fiduciario, era “a tempo determinato”: quel determinato, invece, si è trasformato in indeterminato. Inoltre, Emiliano scrisse anche in un tweet: “Non cambio il miglior addetto stampa che abbia mai avuto e che lavora per me da 11 anni solo perché ci siamo innamorati. Non sarebbe giusto”. Ah Emilia’, lascia perdere la giustizia perché milioni di italiani disoccupati, innamorati o meno, si potrebbero incazzare…


Scorte: impariamo dalla Spagna


L’amico Scardino, che non si perde neanche i giornali stranieri, mi segnala che da oggi, 1° aprile, solo 172 persone in tutta la Spagna (comprese le massime autorità) potranno usufruire di una scorta a carico del Ministero dell’Interno. La notizia è del quotidiano spagnolo “ABC”. Nulla a che vedere con la nostra Italia dove troppo personale delle forze dell’ordine, invece di garantire la sicurezza ai cittadini, fanno da scorta ai “potenti” magari solo per spingere il carrello del supermercato, come fu appurato nel caso della “comunista” sen. Finocchiaro.


E Madrid coccola i trans


Ok per le scorte, ma non è sempre condivisibile ciò che accade nella penisola iberica. Per esempio, leggo (stavolta su un giornale italiano) che l’azienda dei trasporti pubblici di Madrid ha regalato venti abbonamenti annuali gratuiti all’associazione cittadina di transessuali . Lo scopo, si apprende, sarebbe quella di integrare i trans madrileni e “contribuire alla lotta per i diritti civili”. Belle parole, non ho dubbi, ma perché i trans spagnoli devono (gratuitamente!) attaccarsi al tram per integrarsi?


Delrio e il ponte ballerino


No, il ponte sullo stretto di Messina non balla a causa dei forti venti o delle correnti, anche perché non è stato ancora costruito e chissà se lo sarà mai. La colpa del ballo è del ministro dei Trasporti Graziano Delrio che come quelle marionette del teatro dei pupi si gira e si volta di scatto da una parte e dall’altra. Quando il ponte era un’invenzione di Berlusconi, Delrio – con tutta la sinistra – disse che “No, quel ponte non s’ha da fare, né domani né mai”. Ma venne il prode Renzi che disse “Oh bella, questo ponte noi lo facciamo, mica siamo bischeri!” E Delrio disse sì, che l’idea di Renzi di costruire il ponte era bellissima. Ma, ora che Renzi non c’è più, il buon Delrio, l’altro giorno a Catania, ha detto che il ponte non si fa più perché “La priorità per noi è l’alta velocità. Non è il ponte che porta sviluppo, ma le connessioni ferroviarie”. Qualcuno è in grado di spiegare al ministro che nel mondo degli adulti generalmente si evita di cambiare opinione ad ogni sorgere del sole?

Antonio Biella

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