MARGINALMENTE n. 124 del 18.mar.2017

Lo scambio di “prigionieri” Pd-Fi

Siete rimasti colpiti dalle parole del giovane aspirante leader pentastellato, Di Maio, che alle telecamente ha fatto la dichiarazione del secolo:”Sono dei miserabili”? Poveretto, crede che usando un aggettivo dispregiativo adattabile benissimo alle vicende della “loro” giunta romana, possa acquistare altri Punti VDB…


Credere che lo scambio di prigionieri (nella foto, Checkpoint Charlie a Berlino) avvenuto tra Partito democratico e Forza Italia in Parlamento sia solo un inciucetto di bassa macelleria politica è sbagliato: è una cosa molto più seria. Forza Italia, mercoledì, ha salvato Luca Lotti, ministro allo Sport del governo Gentiloni, dalla richiesta di dimissioni perché indagato nell’affare Consip che coinvolge mezzo Giglio Magico sino al padre di Renzi. Quindi, salvando Lotti ha salvato il governo Gentiloni e Renzi stesso. E in cambio? Possibile che l’ex direttore del TG1, Augusto Minzolini, condannato per aver saccheggiato la carta di credito della Rai, valesse il salvataggio di tutto il cucuzzaro renziano? In realtà, evitando col voto che Minzolini venisse cacciato dal Senato della Repubblica, si salva Silvio Berlusconi in persona e un principio di diritto fondamentale per uno Stato democratico che non sia la Corea del Nord.


In gioco c’è la legge Severino che mette fuori dal Parlamento quanti, onorevoli o senatori, vengano condannati a più di due anni. Benissimo! Solo che il 27 novembre 2013, il leader del centrodestra, Silvio Berlusconi fu cacciato dal Senato sì per una condanna , ma per un reato commesso anni prima dell’entrata in vigore della legge Severino. Tant’è che i legali del capo di Fi hanno fatto ricorso alla Corte europea per i diritti umani in base all’art. 7 della Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti umani che recita: “Nessuno può essere condannato per una azione o una omissione che, al momento in cui è stata commessa, non costituiva reato secondo il diritto interno o internazionale”. Il voto contrario del Senato al defenestramento di Minzolini riapre e rafforza la questione e dovrebbe dare una spinta alla Corte europea per riabilitare Berlusconi. Ergo, i “prigionieri” scambiati non erano Lotti e Minzolini, bensì gli stessi Renzi e Berlusconi. Con buona pace di Di Maio che, quando parla di “miserabili”, farebbe bene a volgere prima lo sguardo alla “corte dei miracoli” di casa propria.


Marginalmente: possibile che la Corte europea in tre anni e mezzo non abbia avuto il tempo per giudicare una questione così elementare che riguarda il rispetto della propria Convenzione e per giunta sui Diritti Umani? Allora tutti siamo civili a corrente alternata…


La nuova Consulta? A casa De Magistris


Da domenica 12 marzo, l’Italia ha una nuova Corte Costituzionale: non risiede più a Roma, sul colle Quirinale, a Palazzo della Consulta, ma si è spostata a Napoli, al quartiere San Ferdinando, esattamente a Palazzo San Giacomo sede del Municipio partenopeo. E la nuova Consulta non è più composta da anziani e saggi magistrati, ma più semplicemente da Luigi De Magistris (anch’egli ex magistrato…), sindaco dal 2011; e soprattutto dalla moglie del sindaco “arancione”, Mariateresa Dolce, avvocato 46enne, molto chiacchierata quando nel 2012 le fu assegnata una carica di Diritto all’università di Napoli. La settimana scorsa la coppia terribile si è distinta in occasione di un comizio a Napoli (al chiuso) di Salvini. Sappiamo com’è andata.


La Consulta alla sfogliatella si evidenzia con le dichiarazioni proprio della Prof. Dolce che aveva partecipato al corteo anti-Salvini coi centri sociali dal quale sono scaturiti scontri e devastazioni. “Manifestare è un diritto costituzionale che non possono vietare” Ha detto la docente di Diritto riferendosi alla propria manifestazione con i centri sociali. Ma subito dopo, parlando del comizio di Salvini, segretario di un partito da trent’anni in Parlamento, ha sentenziato: “Libertà di espressione? Ok, ma con dei limiti!”. Eccheccacchio! Dico io.


Dal che si evince che la Costituzione è a geometria variabile e che prima di dire se un fatto è tondo o quadrato bisogna chiedere alla coppia di Palazzo San Giacomo.


E pensare che la prof. Mariateresa Dolce insegna diritto all’Università…


E voi, avete “badgiato”?


Abbiamo talmente imbastardito la nostra bella lingua italiana che, ormai, non ci capiamo più nulla. Sere fa, durante una trasmissione televisiva, si parlava degli ennesimi “furbetti del cartellino”. Il termine italianissimo “cartellino” viene ora quasi sempre sostituito dal termine inglese “badge”. Già questo non sta bene – ma parliamo italiano o inglese? – però ancora peggio è quando si cerca di passare dal sostantivo al verbo e coniugare quest’ultimo.


Torniamo ai furbetti. L’inviato ha rintracciato un impiegato “galantuomo” sorpreso ad andarsene a spasso senza timbrare all’uscita e gli ha chiesto: “Ma lei ha badgiato?” Parola suonava, ovviamente, “ha baggiato?”. L’uomo non capiva, e l’inviato ha ripetuto molte volte la domanda “ha baggiato?”


Consentitemi una riflessione. Se in un articolo definisco un omosessuale con uno dei vecchi termini oggi giudicati offensivi, non solo vengo processato dalla magistratura ordinaria, ma vengo processato dall’Ordine dei Giornalisti e sanzionato probabilmente con la sospensione. Mi dite perché se a un giornalista che s’inventa il participio “badgiato” dal termine inglese “badge” trasformato criminalmente nel verbo “badgiare” , non succede niente?


E l’Accademia della Crusca…


Alcuni lettori si stupiscono perché scrivo spesso “buona fine settimana”. Lo faccio in contestazione all’Accademia della Crusca (povero me!) partendo dal semplice concetto che la “fine” è femminile e la “settimana” è femminile. L’accademia che dovrebbe difendere la lingua italiana ha detto, invece, che questa espressione deriva dall’inglese weekend; che l’inglese non ha femminile e maschile; che in Italia da sempre si è detto “il” weekend, al maschile; per cui “fine settimana” – espressione italiana – deriva dall’inglese “weekend”; per la qual cosa dovremmo dire “il” fine settimana. Pur facendo la figura di un ignorante, io resisto!


Dall’ufficio stampa al vangelo apocrifo


La bella definizione del titoletto è di Marco Zucchetti de La Verità. Si tratta del tweet mandato in rete, all’indomani della sceneggiata renziana al Lingotto, dal portavoce di Matteo Renzi, Filippo Sensi. Lo spudorato giornalista e blogger ha sentenziato: “A quelli che dicono “è tornato”, rispondo: non è mai andato via”. E qualcuno, sempre su Twitter, ha ironicamente replicato (con Matteo 28.6) :“Egli non è qui, vi precede in Galilea”. Però, chiosa Zucchetti, non risulta che babbo Tiziano facesse il falegname.


Antonio Biella

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